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Como, Teatro Sociale – La bohème

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Una festa per una delle più grandi cantanti liriche della storia. La bohème di Puccini in scena al Teatro Sociale di Como, dopo essere stata applaudita a Savona, è stata soprattutto l’occasione per ritrovare sul palcoscenico, in veste di regista, Renata Scotto. La diva, che nella sua carriera è stata sia straordinaria Mimì che frizzante Musetta, ha curato un allestimento che il melomane medio, quello che vive proiettato in un passato tanto mitico quanto irreale, definirebbe come “tradizionale”. Dunque, nulla più che la didascalica illustrazione di quanto previsto dal libretto, con qualche gradevole momento, soprattutto in termini di piacevolezza visiva, ma senza alcuna preoccupazione di andare a fondo nella poetica pucciniana o di immaginare soltanto qualche nuova prospettiva nell’approccio a quello che resta un capolavoro. Tutto ciò, con la complicità delle scene oleografiche di Michele Olcese, dei gradevoli costumi di Concetta Nappi, con quel sapore un po’ “figurine Liebig”, e delle luci calde di Andrea Tocchio. Una lettura che il numeroso pubblico presente in sala ha mostrato di apprezzare.

Alterna la resa musicale. Bene ha fatto il direttore Giovanni Di Stefano, soprattutto per essere riuscito a mantenere “in riga” un cast fatto di giovani, non sempre precisi. Il suo Puccini non è solo languore e sentimento, idillio borghese che fiorisce in gentile poesia. È anche scavo entro gli anfratti di una partitura spigolosa, frastagliata, qui e là già illuminata da bagliori novecenteschi. La narrazione ha ritmo e mordente, la pittura d’ambiente è ben risolta, la melodia ha un bel respiro.

Sarah Tisba, Mimì, ha una voce particolare, di preziosa consistenza nei centri, che tende però a perdere morbidezza in acuto. L’interprete è comunque espressiva ed emotivamente coinvolgente. Valerio Borgioni è un Rodolfo di sincero slancio giovanile e ha un timbro brunito, rotondo, di bel colore, ma deve lavorare sul passaggio e risolvere meglio la proiezione degli acuti. La giovanissima Greta Doveri, vent’anni appena, è una Musetta davvero notevole per disinvoltura scenica e vocalità pulita e brillante. Luca Galli vanta una voce importante per colore scuro e volume, ma il suo canto non va oltre il forte e il mezzoforte. Cupo il Colline di Rocco Cavalluzzi, che cesella con gusto la sua “Vecchia zimarra”, ottimo per morbidezza vocale e piglio attoriale lo Schaunard di Paolo Ingrasciotta; apprezzabili Matteo Peirone nel doppio ruolo di Benoît/Alcindoro, il coro diretto da Massimo Fiocchi Malaspina e i cantori istruiti da Liana Saviozzi.

Teatro Sociale di Como – Stagione 2021/22
LA BOHÉME
Opera in quattro quadri
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
dal romanzo Scènes de la vie de Bohème di Henri Murger
Musica di Giacomo Puccini

Mimì Sarah Tisba
Rodolfo Valerio Borgioni
Musetta Greta Doveri
Marcello Luca Galli
Colline Rocco Cavalluzzi
Schaunard Paolo Ingrasciotta
Benoît/Alcindoro Matteo Peirone

Orchestra Sinfonica di Savona
Direttore Giovanni Di Stefano
Coro AsLiCo Coro di bambini della Dna Musica di Savona
Maestro del coro AsLiCo Massimo Fiocchi Malaspina
Maestro del coro voci bianche Liana Saviozzi
Regia Renata Scotto
Scene Michele Olcese
Costumi Concetta Nappi
Luci Andrea Tocchio
In coproduzione con Teatro dell’Opera Giocosa di Savona

Como, 6 novembre 2021

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