Dopo il felice debutto capitolino delle scorse settimane (per il quale si rimanda alla recensione di Paola De Simone – qui il link), approda con successo sulle tavole del Teatro Sociale di Como la nuova opera di soggetto ecologista e ambientalista, commissionata da AsLiCo in coproduzione con il Teatro dell’Opera di Roma, all’interno del progetto Civic Opera domani di Opera Education; un atto unico di settanta minuti circa e suddiviso in dieci scene, una fiaba per grandi e piccini su libretto di Giancarlo De Cataldo e su musica di Giovanni Sollima, estroverso e poliedrico violoncellista e compositore palermitano, estremamente comunicativo e sfaccettato nei suoi molteplici lavori: Acquaprofonda. Una creazione quanto mai pregnante, alla luce di tematiche di scottante attualità quali il cambiamento climatico, l’inquinamento dei mari, il riscaldamento globale e la sostenibilità ambientale; in linea, fra l’altro, con la transizione ecologica e la svolta green impresse al teatro lariano dal suo nuovo presidente, Simona Roveda. Una partitura, quella di Sollima, duttile e caleidoscopica, nella quale coesistono con naturalezza citazioni mozartiane dal Don Giovanni e dalle Nozze di Figaro e ritmi blues, sonorità metal con amplificazione artificiale della voce e danze scozzesi, melodie jazz e musiche ebraiche dell’Est Europa.
A Como si apprezza un cast giovane e fresco completamente rinnovato rispetto alle recite romane, a partire dal podio. Alla guida della sempre volonterosa e precisa Orchestra 1813 si distingue Riccardo Bisatti; con gesto ampio e morbido, il ventunenne maestro dà vita a una lettura ariosa e vibrante, brillante e compatta nel suono, scattante nell’agogica e attenta a rendere con puntualità e vividezza le tematiche della partitura, in primis i continua marini sonori ricorrenti più volte e i Leitmotive. Felice l’intesa sia con il palcoscenico che con il coro dei ragazzi, formato dai giovani spettatori presenti in sala chiamati a dar voce ai pesciolini (assieme ai bravi Luisa Bertoli, Davide Capitanio, Tamara Cardo e Pietro Miedico).
Il soprano Federica Livi veste con spigliatezza e brio i panni della protagonista Serena, l’impavida e curiosa ragazzina dai capelli turchini; vocalità aggraziata ed educata, puntuta in acuto, risulta toccante nella ninna-nanna d’apertura “E ricordo che lei mi cullava”, nella quale rammenta con malinconia la mamma morta. Voce tenorile di buon peso e sufficientemente squillante, screziata di suggestive bruniture, il venticinquenne Omar Mancini impersona con credibilità e con un fraseggiare curato il Guardiano, il tranquillo padre di Serena.
Ottima la prova come Vecchio Marinaio del basso-baritono Andrea Gervasoni (classe 1996), emerso per uno strumento vocale sonoro e tornito, timbricamente pastoso e ben proiettato nella sala teatrale, nonché per una recitazione incisiva e per una caratterizzazione convincente. Venticinque anni e fisico slanciato, il basso Marco Tomasoni è l’avaro e arrogante Padron Bu, l’antagonista, interpretato con autorevolezza, eleganza e ironia; la voce risuona omogenea e di gradevole colore chiaro, icastico e dinamico il fraseggio incalzante e rapinoso che caratterizza la parte. Nel doppio ruolo della Balena e della madre non più vivente di Serena troviamo Benedetta Mazzetto, dalla vocalità mezzosopranile vellutata e malleabile, emessa con morbidezza e di buon volume.
Poetica, suggestiva e schietta la regia del cubano Luis Ernesto Doñas, tra evocativi giochi di ombre cinesi, efficace rappresentazione dei personaggi e sapiente utilizzo della platea per meglio coinvolgere gli spettatori; fiabesche e pulite le belle scene di Chiara La Ferlita, con una forte presenza di materiali riciclati e oggetti di riuso; variopinti e originali i costumi di Elisa Cobello; nitide e brillanti le luci di Camilla Piccioni, giocate su cromie vivide quali il blu, il rosso, il verde, il giallo.
Alla recita pomeridiana alla quale abbiamo assistito, un folto pubblico formato da scolaresche e famiglie con bambini ha tributato un caloroso e festante successo. Gli spettatori più piccoli hanno reagito con curiosità, entusiasmo, interesse, stupore, cantando con gioia e partecipazione gli interventi corali e, quando richiesto, agitando i pesciolini di recupero realizzati con bottiglie di plastica e cartoncini colorati e gli Ocean Drums, così da ricreare il cullante sciabordio delle onde del mare.
Sempre in un’ottica di attenzione all’ambiente e all’ecologia, il Sociale di Como ha omaggiato ciascun bambino partecipante (e anche il sottoscritto, che bambino più non è) con un sacchettino (gentilmente offerto dalla fiera Orticolario e dal vivaio Floriana Bulbose) contenente i bulbi di Muscari armeniacum; una volta piantati, in primavera daranno vita a grandi infiorescenze composte da fiori blu chiaro.
Nell’arco del 2022, Acquaprofonda verrà proposto al Teatro Verdi di Pordenone, al Ponchielli di Cremona, al Valli di Reggio Emilia, al LAC di Lugano, al Fraschini di Pavia e al Carcano di Milano.
Teatro Sociale – Stagione 2021/22
ACQUAPROFONDA
Fiaba in musica
Musica di Giovanni Sollima
Libretto di Giancarlo De Cataldo
Ed. SIV Publishing
Serena Federica Livi
Balena/Madre Benedetta Mazzetto
Guardiano Omar Mancini
Vecchio Marinaio Andrea Gervasoni
Padron Bu Marco Tomasoni
Pesciolini/Seguaci di Padron Bu
Luisa Bertoli, Davide Capitanio,
Tamara Cardo, Pietro Miedico
Orchestra 1813
Coro dei ragazzi
Direttore Riccardo Bisatti
Regia Luis Ernesto Doñas
Scene Chiara La Ferlita
Costumi Elisa Cobello
Luci Camilla Piccioni
Nuovo allestimento
Nuova opera commissionata da AsLiCo
in coproduzione con Teatro dell’Opera di Roma
Civic Opera domani – XXV edizione speciale
Como, 18 dicembre 2021