Niente oleografia ne La Fanciulla del West secondo Andrea Cigni. Niente pistoleri e cowboys, niente radure selvagge o scorci di una California da cartolina. Piuttosto, il racconto di un microcosmo fatto di soli uomini che condividono un’esistenza grama, difficile, ma che cercano pervicacemente un raggio di luce pur nel buio di un lavoro sfibrante e abbruttente. Che sia un ballo insieme, il ricordo della famiglia lontana, un senso di solidarietà condivisa. E poi lei, la protagonista, con la sua grinta che maschera una fragile innocenza, un desiderio d’amore che la accomuna a tutti gli altri personaggi di questo capolavoro.
Osservando l’impianto scenico firmato da Dario Gessati, semplice e valorizzato dalle belle luci di Fiammetta Baldiserri, l’impressione è che il regista guardi piuttosto al musical che non al cinema (essendo l’una e l’altra forma d’arte in qualche modo evocate dall’opera di ambientazione americana). I minatori, all’inizio, in una scena di forte impatto, escono da alcune botole collocate sul pavimento inclinato di una grande struttura che diventa poi saloon o mensa oppure ancora, nel terzo atto, il luogo della sventata impiccagione di Dick/Ramerrez. Nel secondo atto, la stessa struttura diventa la piccola ma accogliente casa della protagonista e la neve che cade fuori è evocata da un suggestivo effetto sul fondo del palco. I movimenti dei cantanti sono sufficientemente fluidi, il ritmo narrativo è incalzante, il gioco di luci evocativo.
Cresciuto a pane e Puccini, il viareggino Valerio Galli si conferma direttore pucciniano di vaglia. Sul podio dell’orchestra dei Pomeriggi Musicali offre una lettura analitica della complessa partitura, peraltro qui eseguita nell’orchestrazione ridotta approntata da Ettore Panizza per i teatri più piccoli (e in questo caso scelta per rispettare i distanziamenti imposti dal Covid). Anche la sua interpretazione, in linea con l’asciuttezza registica, è scevra di retorica e se nel primo atto evita il rischio di cadere nel sentimentalismo, nel secondo schiva l’eccesso melodrammatico. Una tormentata malinconia aleggia sull’opera, anche nei momenti nei quali Puccini sembra condurci alle soglie di un nevrotico espressionismo musicale: la tempesta di neve del secondo atto, la partita a poker, l’introduzione del terzo atto.
Rebeka Lokar supera con pregevole disinvoltura la scabrosa difficoltà della tessitura, con un timbro gradevole soprattutto nei centri e con un fraseggio vario, anche se non personalissimo, che tuttavia ha il merito di smorzare l’enfasi melodrammatica nella direzione di una più concisa espressività. Angelo Villari e Devid Cecconi propongono letture speculari: non troppo interessati a cercare particolari sfumature, si fanno portatori di un canto vigoroso, solido e ben proiettato, comunque non retorico, improntato a una fresca immediatezza espressiva e in definitiva coerente con le psicologie dei rispettivi personaggi. Ma un ruolo centrale in quest’opera lo hanno il coro e i comprimari che fanno da corona ai tre protagonisti. Forse nemmeno Gianni Schicchi richiede altrettanto alle piccole parti in termini di musicalità, varietà di fraseggio, pulizia di dizione. E a Brescia il coro, istruito da Diego Maccagnola, e i tanti solisti sono stati all’altezza della sfida, sia nel grande affresco iniziale che nell’intero terzo atto. Una menzione speciale meritano il Nick di Didier Pieri, ottimo sia vocalmente che scenicamente, e il ruvido Jack Wallace di Alessio Verna.
Teatro Grande di Brescia – Stagione lirica
LA FANCIULLA DEL WEST
Opera in tre atti
Libretto di Guelfo Civinini e Carlo Zangarini
Dal dramma di David Belasco The Girl of the Golden West
Musica di Giacomo Puccini
Versione per orchestra ridotta di Ettore Panizza
Minnie Rebeka Lokar
Jack Rance Devid Cecconi
Dick Johnson Angelo Villari
Nick Didier Pieri
Ashby Andrea Concetti
Sonora Valdis Jansons
Trin Antonio Mandrillo
Sid Federico Cavarzan
Bello Ramiro Maturana
Harry Marco Miglietta
Joe Giuseppe Raimondo
Happy Matteo Loi
Larkens Maurizio Lo Piccolo
Billy Jackrabbit Gaetano Triscari
Wowkle Candida Guida
Jake Wallace Alessio Verna
Jose Castro Marco Tomasoni
Un Postiglione Alessandro Mundula
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Coro OperaLombardia
Direttore Valerio Galli
Maestro del coro Diego Maccagnola
Regia Andrea Cigni
Scene Dario Gessati
Costumi Tommaso Lagattolla
Luci Fiammetta Baldiserri
Nuovo allestimento dei Teatri di OperaLombardia
Coproduzione Teatri di OperaLombardia
Brescia, prova generale del 22 settembre 2021