Lo scorso anno tutte, o quasi, le stagioni liriche italiane, e non, sono state interrotte dal susseguirsi di lockdown che spesso hanno fatto cadere nell’oblio titoli già annunciati o concerti precedentemente programmati. Molte realtà stanno riprendendo la propria attività con eventi completamente nuovi ma vari teatri non trascurano di portare a termine quanto previsto dopo il febbraio 2020. È il caso della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento che si premura di recuperare, in un momento ancora incerto, l’opera inizialmente pianificata per la fine di febbraio dell’anno passato. Si tratta di Alice di Matteo Franceschini.
Com’è facilmente desumibile, tenendo in considerazione il titolo assegnato alla stagione operistica dal direttore artistico Matthias Lošek, One upon a time (C’era una volta…), il lavoro è basato sul celeberrimo romanzo Le avventure di Alice nel Paese delle meraviglie di Lewis Carrol. Il libretto di Edouard Signolet riesce nel difficile intento di compendiare le innumerevoli bizzarre avventure intercorse ad Alice nel mondo incantato in cui precipita durante il suo sogno. Il rapido susseguirsi delle varie scene viene brillantemente risolto tanto dal testo e dalla musica quanto dalla messinscena. I meriti artistici di Franceschini stanno nella capacità di gestire abilmente i registri vocali in campo, caratterizzando con arguzia ciascuno dei personaggi, con particolare attenzione per la protagonista cui vengono riservati stili differenti, e di mescolare e intrecciare varie tipologie musicali quali quelle antiche e popolari, richiami al jazz, alla danza e al musical, senza trascurare numerose citazioni di vario genere, non ultime quelle operistiche: si riconoscono, a titolo esemplificativo, Andrea Chénier e La vedova allegra.
I diciotto strumenti che caratterizzano l’organico orchestrale, profondamente ridotto rispetto alla prima rappresentazione parigina del 2017, vengono trattati con altrettanta perizia dando prova di una chiara idea nella costruzione della partitura, assemblata secondo una precisa scansione dei gruppi strumentali che spesso si contrappongono nella narrazione e nella delineazione delle situazioni, a seconda delle mutazioni sceniche. L’orchestra Haydn di Bolzano e Trento, sotto l’attenta guida di Rossen Gergov il quale non manca di dare risalto alle caratteristiche precipue del linguaggio autoriale, rimarca ancora una volta la propria predisposizione per il repertorio contemporaneo, accostato con profonda curiosità e accurato studio.
Per quanto riguarda l’allestimento, appare pregevole il lavoro congiunto di Carolie Leboutte, regia, Aurélie Borremans, scenografie e costumi, e Nicolas Olivier, luci. La messinscena coglie l’essenza fantastico-onirica di Alice: con incredibile semplicità e profonda cognizione dello spazio scenico vengono risolti anche i più complicati passaggi della storia attraverso l’uso sapiente delle luci, dei materiali e dei movimenti.
La protagonista compete al soprano Giulia Bolcato che frequenta già da qualche tempo il repertorio contemporaneo. La sua prova denota una compiuta maturità espressiva che non teme i molteplici stili adottati e le emissioni, strutturate sempre ponendo molta attenzione agli stati d’animo di Alice e alle situazioni in essere. Al suo fianco ci sono altri quattro solisti che danno voce allo stuolo di personaggi caratteristici, oltre a spartirsi il compito di narratore. Le due interpreti femminili, il soprano Laura Catrani e il mezzosoprano Cecilia Bernini, interpretano rispettivamente i ruoli della Sorella maggiore, del Lacché, del Bruco e del Cappellaio matto la prima, della Falsa Tartaruga, della Cuoca, della Lepre Marzolina e della Regina la seconda. Entrambe si calano via via nei vari ruoli loro affidati dimostrando un’innata abilità attoriale e una convincente preparazione tecnica: una menzione particolare alla buffa e goffa Regina tratteggiata da Bernini e al saccente Bruco di Catrani. Alle voci maschili di Ugo Tarquini, tenore, e Matteo Mollica, baritono, pertengono rispettivamente le parti del Coniglio bianco, del Bambino/Porcellino, del Ghiro e del Lacchè al primo, della Duchessa, del Gatto e del Re al secondo. Anche nel loro caso è apprezzabile il lavoro compiuto per delineare le bizzarre figure tra le quali spiccano il divertente e tenero Coniglio bianco di Tarquini e il Gatto prepotente e subdolo di Mollica.
Nonostante la limitata presenza di pubblico in sala, al termine della serata non manca una calorosa accoglienza all’indirizzo di tutto il cast e del compositore.
Teatro Comunale di Bolzano – Once upon a time
ALICE
Tratto dal romanzo
Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie
di Lewis Carroll
Libretto di Edouard Signolet
Musica di Matteo Franceschini
Alice Giulia Bolcato
Sorella maggiore, Lacchè, Bruco, Cappellaio matto, Narratore 1 Laura Catrani
Falsa tartaruga, Cuoca, Lepre marzolina, Regina, Narratore 3 Cecilia Bernini
Coniglio bianco, Bambino/Porcellino, Ghiro, Lacchè, Narratore 2 Ugo Tarquini
Duchessa, Gatto, Re, Narratore 4 Matteo Mollica
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
Direttore Rossen Gergov
Regia Caroline Leboutte
Scene e costumi Aurélie Borremans
Light designer Nicolas Olivier
Allestimento Fondazione Teatro Regio di Parma
Coproduzione Fondazione Teatro Regio di Parma, Fondazione Haydn
Bolzano, 5 giugno 2021