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Vicenza in Lirica 2020 – L’Olimpiade

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Il cimento dell’armonia e dell’invenzione. Il titolo di una celebre raccolta di concerti vivaldiani potrebbe sintetizzare il felice incontro tra la musica del Prete Rosso e le architetture di Andrea Palladio (e Vincenzo Scamozzi) nell’impagabile cornice del Teatro Olimpico di Vicenza, dove il Festival Vicenza in Lirica, diretto da Andrea Castello, ha messo in scena L’Olimpiade. Il capolavoro di Antonio Vivaldi (1734), presentato nell’edizione curata da Carlo Steno Rossi sulla base del manoscritto autografo conservato nella Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e sull’edizione di Frances Bennion, è stata sottoposta a qualche taglio per cercare di “comprimere” l’esecuzione in due ore e un quarto di musica (le regole anti-Covid impediscono di effettuare l’intervallo tra un atto e l’altro). Sotto la direzione di Francesco Erle, l’Ensemble Barocco del Festival si è distinto per precisione, pulizia e sensibilità, con un fraseggio duttile, capace di sostenere il canto e di restituire la varietà degli affetti musicali di cui la partitura è ricca.

I giovani interpreti – che hanno preso parte al workshop opera studio – hanno dimostrato di saper affrontare con determinazione e consapevolezza stilistica l’impegno richiesto, sortendo un risultato nel complesso di ottimo livello. Merito del lavoro certosino affrontato con il direttore, competente e appassionato cultore dell’opera barocca veneziana, e di alcuni giorni di approfondimento trascorsi con una docente del livello di Sara Mingardo. L’esito è una attenzione sempre precisa alla parola, che si traduce in recitativi scanditi con incisività e con quell’aulica nobiltà che il testo metastasiano richiede, ma anche un gusto del tutto singolare per l’incedere melodico vivaldiano.
Belle le voci. A cominciare dal Licida di Sandro Rossi, controtenore belga di origini italiane, dotato di uno strumento vellutato e morbido, usato con grande espressività. Di preziosa pasta timbrica la voce della giovanissima Emma Alessi Innocenti, Megacle di stupefacente maturità e di notevole presenza scenica, così come ha convinto la prestazione di Daniela Salvo, mezzosoprano dal bel colore e vivida musicalità. Molto bene hanno fatto Francesca Lione quale convincente Argene e Maddalena De Biasi nei panni di Aminta, voce agile ma non grandissima, talvolta coperta dagli strumenti. Entrambe di valore le voci maschili gravi di Patrizio La Placa, autorevole Clistene dal colore di autentico basso, e di Elcin Huseynov, Alcandro più chiaro nel timbro ma parimenti a fuoco.

Il regista Bepi Morassi, assistito da Laura Pigozzo, immagina che i personaggi siano statue antiche di un museo che prendono vita, prima lasciando interdetti ma poi addirittura socializzando con due custodi, interpretata dai bravi attori Luca Rossi e Francesco Motta. Una regia nel segno della sobrietà e di una garbata ironia, che lascia libero spazio al fluire delle emozioni nella musica e che dialoga elegantemente con le sublimi architetture palladiane. Bellissimi i costumi di Carlos Tieppo, anch’essi perfettamente inseriti nella scenografia rinascimentale dell’Olimpico, valorizzato dalle luci di Andrea Grussu. Ottimo anche il trucco curato da Beatrice Tavares Alves Fardilha. Vivo il successo di pubblico.

Vicenza in lirica 2020
L’OLIMPIADE
Dramma per musica su libretto di Pietro Metastasio
Musica di Antonio Vivaldi
Edizione a cura di Carlo Steno Rossi
Prima esecuzione: Venezia, 17 febbraio 1734

Clistene Patrizio La Placa
Aristea Daniela Salvo
Argene Francesca Lione
Licida Sandro Rossi
Megacle Emma Alessi Innocenti
Aminta Maddalena De Biasi
Alcandro Elcin Huseynov
Voce narrante Stefania Carlesso
Attori Luca Rossi, Francesco Motta

Ensemble barocco del Festival Vicenza in Lirica
Direttore e concertatore al cembalo Francesco Erle
Regia Bepi Morassi
Assistente alla regia Laura Pigozzo
Costumi Carlos Tieppo
Assistente alla sartoria Sartoria Daniela
Trucco Beatrice Tavares Alves Fardilha
Light designer Andrea Grussu
Vicenza, Teatro Olimpico, 6 settembre 2020

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