Ancor prima che il mandolino venisse associato alla musica popolare e al folclore, anche nella sua accezione più stereotipata, lo strumento a corda pizzicata tanto legato all’italianità, è stato uno dei protagonisti della musica colta del barocco veneziano.
Se la musica strumentale per mandolino è ormai tornata in repertorio da qualche decennio, è ancora poco nota la musica operistica per mandolino e voce legata a questo periodo. A fornire un quadro completo dell’uso di questo strumento nel ‘700 a Venezia (e non solo), ci pensa ora la nuova incisione di Deutsche Harmonia Mundi/Sony Classical intitolata Venice’s fragrance. Protagonisti sono il soprano catalano Nuria Rial e Artemandoline, un complesso di strumenti d’epoca specializzato nella prassi esecutiva storicamente informata di brani per strumenti a corda pizzicata. I fondatori spagnoli Juan Carlos Muñoz e Mari Fe Pavón, entrambi al mandolino barocco, hanno selezionato il repertorio per questo album, accostando brani famosi come i concerti vivaldiani per uno o due mandolini a brani strumentali meno noti e arie d’opera e oratorio per mandolino e voce, anch’esse poco conosciute. Non solo Vivaldi quindi, ma anche Traetta, Galuppi, Conti e Lotti. Se Venezia è il fulcro dell’album, le arie selezionate sono in realtà relative a opere composte per altre città (Parma, Napoli, Vienna, Dresda). Il mandolino, che ben si addice alla tessitura sopranile, viene utilizzato da questi autori principalmente in forma di strumento obbligato a esaltare il vocalizzo rapido della voce e la caratterizzazione coloristica di questa musica che ha come principali poli espressivi la malinconia e la brillantezza.
Nuria Rial, con all’attivo circa una trentina di incisioni tra cui una sempre con Artemandoline (Sospiri d’amanti, 2015), è un’apprezzata interprete di musica antica, corale e barocca, formatasi prima a Barcellona e poi a Basilea. Come evidente in questa nuova registrazione, Rial può vantare un timbro luminoso, un’emissione morbida e una grande pulizia tecnica oltre a una dizione chiara e un uso molto raffinato degli abbellimenti. In “Bella armonia vieni” da Le feste d’Imeneo di Tommaso Traetta, il soprano esibisce un fraseggio elegante e una musicalità molto naturale. Nell’aria “Rosa e Lilio” dall’oratorio Jahel di Baldassare Galuppi, Rial dialoga con il mandolino con leggeri staccati e rapidi passaggi di coloratura alternati a cantabili più distesi e morbidi vocalizzi in acuto. “Se un core annodi” da Achille in Sciro di Gennaro Manna è deliziosa per pulizia timbrica e di emissione, anche se forse la caratterizzazione e le dinamiche risultano un po’ troppo uniformi. In “Dei colli nostri” da Il trionfo dell’amicizia e dell’amore di Francesco Bartolomeo Conti, il soprano catalano sfoggia una maggiore varietà di dinamiche e colori oltre a una capacità di abbellire con grazia le linee melodiche. Efficace e animato il dialogo con il violino e il mandolino in “Finché spera che le rieda” da L’Astarto sempre di Conti. Infine, “Lascia che nel suo viso” da Teofane di Antonio Lotti, rappresentata a Dresda nel 1719, è un’aria dal carattere malinconico e implorante che Rial esegue con notevole sensibilità, brillando veramente per pathos espositivo, bellezza del timbro e purezza di cristallo negli acuti.
Gli strumentisti di Artemandoline danno prova di saper supportare e dialogare con la voce del soprano catalano formando un tutt’uno in musica. Uno spazio abbondante (11 tracce su 17) viene poi riservato alla musica strumentale e la prova tecnica e stilistica fornita è molto buona. I concerti di Vivaldi (RV532 in sol maggiore per due mandolini e RV425 in do maggiore per un mandolino), vengono eseguiti con la giusta brillantezza ritmica e compattezza d’insieme negli Allegro, mentre i movimenti intermedi sono affrontati con ottima musicalità e senso della cantabilità patetica. Tuttavia nel quadro d’insieme del disco, un concerto invece che due, sarebbe stato più che sufficiente, vista la varietà piuttosto limitata di queste composizioni. Molto efficace invece Folias di compositore anonimo, con un crescendo di virtuosismo e una ritmica da danza travolgente sul finire. La Sonata di Carlo Arrigoni per violino, mandolino e basso, è molto interessante per diversità di carattere tra i movimenti.
In conclusione, un album che si ascolta con piacere, grazie alla bellezza oggettiva dello strumento di Nuria Real e all’abilità tecnica e stilistica degli strumentisti. Il concetto dell’album è per certi versi originale, anche se sarebbe stato auspicabile un maggiore equilibrio nella composizione delle tracce del cd, un po’ sbilanciato a favore della musica strumentale. D’altronde, come sostiene Juan Carlos Muñoz di Artemandoline, si stima che vi siano circa 200 arie e melodie per voce e mandolino composte nell’arco di un secolo a partire dal 1690. Non resta che reperirle nelle biblioteche, ma questo è sicuramente un ottimo inizio e uno sforzo ammirabile.
VENICE’S FRAGRANCE
Artemandoline Baroque Ensemble
Soprano Nuria Rial
Etichetta: Deutsche Harmonia Mundi/Sony Classical
Formato: CD