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Paisiello: Le gare generose e La serva padrona (Bongiovanni CD)

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Una nuova pubblicazione in cd di due opere di Giovanni Paisiello apre la strada all’edizione 2020 del Festival che Taranto dedica al suo illustre figlio e che si svolgerà dal 28 settembre al 9 ottobre. L’editore Bongiovanni rende disponibili le registrazioni dal vivo dei due titoli dell’edizione 2018 del Festival: Le gare generose e La serva padrona. Si tratta di lavori il cui ascolto conferma una volta di più la felicissima ispirazione melodica del compositore pugliese, nonché la sua sapienza di orchestratore, la ricchezza linguistica e l’innegabile istinto teatrale. Paisiello, ci insegnano, fu eccellente soprattutto nel patetico, il carattere della musica napoletana che in quel momento storico più toccava gli spettatori: non è un caso che un genio come Vincenzo Bellini vagheggiò per tutta la vita di riprodurre nella sua arte la dolcissima malinconia di quello che per molti è il capolavoro di Paisiello, Nina o sia La pazza per amore, in affascinante equilibrio tra una languida Arcadia e i primi sussulti romantici. Vero è che nella musica di Paisiello ci sono sempre una grazia, un’eleganza e una affettuosità singolarissime, nonché un gusto particolare per la delicatezza degli impasti timbrici, in particolare dei fiati, quasi fossero colori pastello. nelle Gare generose, poi, si fa apprezzare anche un’altra qualità del compositore amato da Napoleone, ovvero la varietà dei registri espressivi, mentre nella Serva padrona vibra un umorismo schietto, di matrice popolareggiante, ma nobilitato dalla generale raffinatezza nell’approccio alla partitura.

Le gare generose, musicate per il Teatro dei Fiorentini di Napoli nel 1786, sono una commedia che opera una riscrittura di un fortunato libretto di Ranieri de’ Calzabigi; l’azione si finge a Boston e il titolo fa riferimento a una manciata di versi finali dove i personaggi gareggiano tra loro nel perdonare la cattiveria di Berlicco, disonesto socio e contabile del quacchero mister Dull, nonché sadico persecutore dei due protagonisti Bastiano Ammazzagatte e Gelinda Cucciardé. L’assenza quasi totale di gag e situazioni grottesche, insieme alla continua tensione che attanaglia i due protagonisti, fuggiaschi per presunti debiti e coperti da una falsa identità, avvicina quest’opera al filone semiserio piuttosto che alla commedia vera e propria. La fortuna di questo lavoro fu notevole: negli anni successivi alla prima, repliche furono date in diverse città europee, da Vienna e Praga (in platea c’era Mozart), Londra, Versailles. L’incisione Bongiovanni è la prima esecuzione assoluta in tempi moderni della versione napoletana del 1800, che fu ritoccata dall’autore.
Giovanni Di Stefano, alla guida dell’orchestra del Giovanni Paisiello Festival offre una lettura apprezzabile e sensibile, valorizzando il canto e dando evidenza alla più volte evocata eleganza di scrittura. Il cast, costituito da giovani, è nel complesso all’altezza del compito. Marianna Mappa (Gelinda) vanta una voce delicata e una pregevole sensibilità di interprete, soprattutto nelle pagine di ispirazione più elegiaca e dolente, come la bellissima “Dove ridotta sono a piangere i miei dì”. Bruno Taddia, quale Bastiano chiamato a esprimersi in napoletano, si conferma un ottimo caratterista, risolvendo con vivacità la sua brillante aria “Quatto, via quatto”. Manuel Amati esibisce un bel timbro tenorile, morbido e duttile, e canta sempre con garbo, ricamando la deliziosa cavatina “In cimento sta il mio core”. Meri è il contralto Giulia Mattiello, dotata di un timbro dal colore interessante, ma con una emissione tecnicamente perfettibile. Eccellente per piglio e voce la prestazione di Stefano Marchisio (Dull), così come molto bene fa Maria Luisa Casali (Nab).

La Serva padrona, fortunatissimo Intermezzo musicato da Pergolesi nel 1733, viene messo in musica da Paisiello 48 anni dopo per la corte di Caterina II di Russia (lo stesso palcoscenico che di lì a poco vedrà il debutto del suo Il barbiere di Siviglia). La Serva di Paisiello, rispetto a quella di Pergolesi, è forse meno fresca e immediata ma condivide col modello lo stesso brio e la stessa arguta ironia che dominano l’esile vicenda. La protagonista, che peraltro qui acquisisce toni molto più languidi, viene dotata di una nuova aria e si aggiungono due nuovi duetti che avvicinano l’Intermezzo alla drammaturgia dell’opera buffa.
Anche in questo caso l’esito dell’incisione, la prima su strumenti originali, è di buona qualità. Merito anzitutto del direttore (e maestro al cembalo) Sabino Manzo, alla guida dell’ottima orchestra barocca Santa Teresa dei Maschi: una lettura che restituisce a questa musica tutta la grazia e la levità di cui è intrisa, senza perdere per questo il passo teatrale. Valeria La Grotta è una serva civettuola e garbata, con una voce chiara e agile, usata con molto gusto, perfettamente in parte sia quando si piega al vago melodizzare di Paisiello, sia quando si tratta invece di rimproverare o biasimare con malizia. Dal canto suo Giuseppe Naviglio è un Uberto di bella voce, perfettamente in parte, senza esagerare con movenze troppo caricate.
Dal punto di vista tecnico, risulta migliore la presa di suono e la spazializzazione della Serva padrona piuttosto che de Le gare generose.

LE GARE GENEROSE
Commedia per musica in due atti
Libretto di Giuseppe Palomba
(da Amiti e Ontario di Ranieri Calzabigi, 1786)
Musica di Giovanni Paisiello
Prima esecuzione assoluta in tempi moderni della versione
rappresentata nel Teatro de’ Fiorentini, Napoli, 1800

Gelinda Marianna Mappa
Bastiano Bruno Taddia
Don Berlicco Manuel Amati
Miss Meri Giulia Mattiello
Mister Dull Stefano Marchisio
Miss Nab Maria Luisa Casali

Orchestra del Giovanni Paisiello Festival
Direttore Giovanni Di Stefano
Registrazione effettuata dal vivo il 14 e 15 settembre 2018
al Chiostro di Sant’Antonio, Taranto

Giovanni Paisiello Festival, XVI edizione
Etichetta: Bongiovani

LA SERVA PADRONA
Libretto di Gennaro Antonio Federico
Musica di Giovanni Paisiello
Prima registrazione integrale con strumenti originali

Uberto, un anziano nobile Giuseppe Naviglio
Serpina, la sua serva Valeria La Grotta

Orchestra Barocca Santa Teresa dei Maschi
Direzione e cembalo Sabino Manzo
Registrazione effettuata dal vivo al Teatro Orfeo, Taranto, 19 aprile 2018
Etichetta: Bongiovanni

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