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Padova, Castello Carrarese – Gala lirico con Siri, Iervolino, Zada e Piazzola

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Negli ultimi anni l’antico Castello di Padova è tornato con decisione nella vita cittadina, soprattutto quella estiva. Legato alla tirannide ezzeliniana e, grazie a una politica culturale di incredibile modernità trasformato successivamente nel corso del Trecento in una reggia sontuosa dai signori di Padova, i Da Carrara, questo monumento ha vissuto un lungo periodo di decadenza, avendo svolto la funzione di carcere cittadino. Oggi, il rinato interesse verso il Trecento patavino (Giotto, ma non solo) che trova un suo esito concreto nel progetto di candidatura Unesco della città (Urbs picta), ha trovato uno dei suoi punti di forza proprio nella riqualificazione del Castello Carrarese. La recente riscoperta di alcuni affreschi dell’epoca della Signoria ha segnato quasi una vera e propria quadratura del cerchio in questo progetto di rilancio: gli spettacoli hanno luogo nella piazza d’armi dell’antico monumento e, durante le rappresentazioni, lo spettatore può ammirare sullo sfondo la superba Torlonga (la Specola) e osservare in lontananza la recente scoperta opportunamente illuminata.

In questa cornice densa di storia, nella ricca programmazione dell’ormai annuale Castello Festival non poteva mancare la lirica. Al contrario delle edizioni precedenti, gli organizzatori hanno preferito proporre un Gala lirico sinfonico in luogo dell’esecuzione di un’opera intera. Lo spettacolo è andato in scena domenica 9 agosto con un programma a dir poco densissimo: nel corso della serata sono state proposte arie celeberrime affiancate a pezzi meno noti in un percorso che ha coinvolto le vette del primo Romanticismo italiano (Bellini e Donizetti), passando attraverso Verdi (in particolare La forza del destino) e la Carmen di Bizet fino alla scuola verista italiana. Pur nella sua ricchezza, il programma si è distinto per l’equilibrio nel garantire un buon numero di occasioni solistiche per i cantanti, alternate a “incontri” tra voci con numerosi duetti, in un delicato equilibrio tra varietà e coerenza interna. Davvero ragguardevole il “quartetto” vocale della serata, che vantava nomi di rilievo nazionale e internazionale: il soprano Maria José Siri, il mezzosoprano Teresa Iervolino, il tenore Azer Zada e il baritono Simone Piazzola.

Maria José Siri si dimostra un’interprete verdiana di grandissime capacità espressive e vocali. Eccellente l’aria dal quarto atto della Forza del destino, “Pace, mio Dio”, pagina in cui viene tratteggiata una Leonora compostamente amareggiata e infelice nel suo distanziamento dal mondo e dal passato. Anche il duetto con Adalgisa, tratto dal secondo atto di Norma, vede nella cantante uruguaiana un’interprete fine, che sa esaltare un personaggio sfaccettato come la druidessa gallica resa immortale da Bellini. Proprio sul terreno belliniano, il soprano trova in Teresa Iervolino una degna Adalgisa: il mezzosopano vanta una voce omogenea, elegante, perfettamente a suo agio nel belcanto estatico belliniano, ma anche nella sensualità di Carmen e, infine, nel mirabile cantabile e nella cabaletta della Favorita di Donizetti.
Buona prestazione anche da parte del giovane tenore azero Azer Zada, che, pur esibendo una voce non potentissima, vanta un timbro notevole e una grande accuratezza interpretativa. Numerosi applausi per Nessun dorma, eseguita con misura e sobrietà, ma anche per le ottime prestazioni in “Vesti la giubba” dai Pagliacci,  nei brani verdiani e nel duetto belliniano da Norma con il mezzosoprano. Infine, il baritono Simone Piazzola si distingue come voce verdiana di carattere sia nella romanza accorata “Di Provenza il mar, il suol”, sia nella superba morte di Rodrigo dal Don Carlo, come pure nel duetto della Forza del destino con Zada, grazie a una forte personalità teatrale e a un’espressività davvero ammirevole.

In questo caleidoscopio di stili e di epoche musicali diverse, l’Orchestra di Padova e del Veneto trova in Nicola Simoni un giovane direttore versatile e capace, che sa dare una lettura personale a tutti i pezzi proposti. Molto fine, ad esempio, la resa dei dettagli dell’ordito strumentale della Sinfonia della Forza del destino o degli impasti timbrici di alcune arie caratterizzate da una maggiore screziatura strumentale, come la già citata scena della morte di Rodrigo nel Don Carlo. Nel complesso, l’Orchestra di Padova e del Veneto si distingue per un’esecuzione pregevole, limpida, che asseconda le intenzioni del giovane direttore e mostra un lavoro di squadra veramente apprezzabile.
Al termine della serata è stato proposto un Brindisi della Traviata “a quattro voci”. Successo caloroso da parte del pubblico numeroso per l’avvio di una stagione che, si spera, potrà continuare in autunno con ritrovata serenità sia per i lavoratori del mondo musicale che per il pubblico di appassionati.

Castello Festival Padova 2020
GALA LIRICO SINFONICO
Musiche di Bizet, Verdi, Leoncavallo, Bellini, Puccini, Donizetti

Maria José Siri soprano
Teresa Iervolino mezzosoprano
Azer Zada tenore
Simone Piazzola baritono

Orchestra di Padova e del Veneto
Direttore Nicola Simoni
Co-produzione Comune di Padova – Assessorato alla Cultura, Teatro Stabile del Veneto,
Fondazione Orchestra di Padova e del Veneto;
contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo.

Padova, Castello Carrarese, 9 agosto 2020

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