Omaggio in musica a Piacenza – Anna Maria Chiuri e Federico Perotti
Ha voluto essere un omaggio a una città, Piacenza, che come tante altre, e forse più di altre, ha vissuto e ancora sta subendo le conseguenze tragiche di un virus che ha falcidiato intere generazioni e piegato l’economia, ma non è riuscito ad abbattere la forza e il coraggio silenzioso della sua gente, operosa e orgogliosa. Ed ecco una delle piacentine di adozione legatissima alla città, come il mezzosoprano Anna Maria Chiuri, scendere in campo per riflettere, forse anche per pregare in musica: sola sì, in una chiesa – la Basilica di Santa Maria di Campagna, superbamente affrescata dal Pordenone, che la accoglie assieme all’organista e ai soli tecnici che riprendono il concerto – ma vicina e solidate con i tanti concittadini che in questo periodo di lockdown non si sono fermati, assistendo chi continua a soffrire negli ospedali, o lavorando per garantire a chi sta a casa i servizi essenziali per vivere.
L’Omaggio in musica a Piacenza, trasmesso nel tardo pomeriggio del 26 aprile in diretta streaming, ha voluto essere una meditazione sacra, di profondo significato spirituale per chi crede, ma anche di alto valore morale laico per coloro che non possiedono il dono della fede. Il Comune di Piacenza, con il suo Sindaco Patrizia Barbieri, ha promosso e sostenuto l’iniziativa. L’affermato mezzosoprano, accompagnata dal giovane organista Federico Perotti, si cimenta in un raffinato e impegnativo programma di musica sacra; lei che avrebbe dovuto essere reduce dalle recite di Salome di Richard Strauss al Teatro alla Scala di Milano, dove doveva essere Erodiade nel nuovo allestimento firmato da Damiano Michieletto e diretto dalla prestigiosa bacchetta di Riccardo Chailly, per poi prepararsi all’azione scenica di Luigi Nono Intolleranza 1960 prevista prima al prossimo Festival di Salisburgo il prossimo agosto e, in seguito, in cartellone anche alla Scala.
Il concerto si apre con “Virgam virtutis tuae emittet Dominus ex Sion” (“Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion”) dal Dixit Dominus di Georg Friedrich Händel. Si passa a Johann Sebastian Bach con due brani tratti dal Magnificat: “Et exultavit spiritus meus in Deo salutari meo” (“E il mio Spirito esulta in Dio mio salvatore”) e “Quia respexit humilitatem ancillae suae” (“Perché ha guardato all’umiltà della sua serva”). Poi a Federico Perotti tocca la Sonata K 262 di Domenico Scarlatti. Seguono altri tre pezzi vocali: “Queste lagrime e sospiri” di Alessandro Stradella (dall’Oratorio di San Giovanni Battista), “Piango, gemo, sospiro e peno” di Antonio Vivaldi (Cantata RV 675) e “Laudate Dominum” di Wolfgang Amadeus Mozart (Vesperae Solennes de Confessore). Ancora musica per solo organo, con la Sonata in Re maggiore di Padre Davide da Bergamo, il religioso che per oltre trenta anni fu attivo nella Basilica piacentina, dove si è appunto svolto questo concerto, e che, proprio grazie a lui, si dotò nel 1825 di un organo preziosissimo, costruito da uno dei componenti della famiglia Serassi, storici maestri organari attivi per diverse generazioni, dalla prima metà del Settecento alla fine dell’Ottocento in diverse zone della Pianura Padana e in Liguria. La musica stessa di Padre Davide da Bergamo, che rifletteva le molte possibilità concesse da questi preziosi strumenti, divenne popolarissima fra la sua gente e si fece portatrice di un gusto che la musica organistica ottocentesca acquisiva contaminandosi delle tendenze che venivano dal mondo musicale orchestrale e operistico di quel tempo. Il concerto prosegue con “Eja Mater” e “Fac, ut portem” dallo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi e con l’“Agnus Dei” dalla Petite Messe Solennelle di Gioachino Rossini. Dopo la Sonata all’organo per l’Offertorio di Vincenzo Antonio Petrali, il programma si conclude all’insegna di Giuseppe Verdi: aria da camera “Deh, pietoso, oh Addolorata” e “Liber scriptus” dal Requiem.
Al di là dell’indubbio valore simbolico di questa iniziativa, che da sola travalicherebbe ogni considerazione di merito esecutivo, ci permettiamo di annotare l’altissimo valore qualitativo con la quale si è voluto proporre questo momento di meditazione in musica in omaggio alla Città di Piacenza, realizzato con riprese interne e esterne alla chiesa e alla città stessa, quest’ultima visibile, grazie all’utilizzo di droni, nelle sue vie vuote che fissano immagini di irreale bellezza. Il tutto realizzato con cura da una regia visiva artistica, affidata alla professionalità della Cravedi Produzione Immagini, società piacentina esperta nel settore, con zoom e immagini suggestive degli affreschi della chiesa e addirittura con la ripresa di particolari tecnici dell’organo.
Sul piano esecutivo si è apprezzata la fantasia e l’alto tecnicismo di Federico Perotti, giovane e talentuosissimo organista piacentino che ha saputo sfruttare al meglio l’impressionante gamma di suoni possibili allo strumento che, attraverso il suo tocco, ha regalo fantasia quasi “orchestrale” alle pagine per solo organo, ma anche adeguato sostegno alla voce di Anna Maria Chiuri. Vorrei, per una volta, che fosse l’artista stessa a definire se stessa; per questo mi piace utilizzare le medesime parole che si leggono sulla sua pagina Twitter: “mezzosoprano intero, verdiano con colori straussiani, emotività mahleriana con velleità wagneriane ed humour pucciniano”. Al di là dalla sintetica arguzia con la quale circoscrive gli ambiti d’azione del suo repertorio (non si dimentichi che, oltre a essere mezzosoprano verdiano, è fra le poche cantanti italiane che affrontano con cognizione di causa il repertorio tedesco, sia operistico che liederistico), la Chiuri conferma in questo concerto le componenti essenziali che dovrebbero essere, insieme alla voce, alla base di ciascun cantante lirico: eclettismo e sensibile musicalità, sempre alla ricerca di un equilibrio che aiuti l’artista a percorrere le più disparate strade espressive e di stile, pur mantenendo intatta la singolarità del proprio carattere vocale che, per la Chiuri, è quello di una voce densa di suono, calda e avvolgente, consapevole di quel bagaglio d’intenti utile a mettere in evidenza i diversi climi stilistici delle pagine qui eseguite anche quando non del tutto attinenti alle proprie peculiarità vocali. Nello specifico della musica sacra in programma, partendo dal barocco di Händel e Vivaldi, si arriva, attraverso Pergolesi, fino a Mozart; si ammira, nella Chiuri, l’angolatura espressiva di un Settecento non manierato nella ricerca di una stilizzazione condotta agli estremi del compiacimento sonoro freddamente levigato di concepire la musica sacra, a favore, piuttosto, di un suono caldo e intenso, che plasmandosi sul significato della parola dona alla portata spirituale del verso intonato un’umanità sincera, un pietismo carico di intima consapevolezza, che mai si limita, nella meditazione sacra, ad una dolente rassegnazione bensì la vive con palpito partecipativo coinvolgente e quando più possibile sorvegliato. Non c’è distacco nel suo canto, portatore di un sentire che rende ad esempio l’essere umano consapevole delle sofferenze patite da Cristo sulla Croce (si pensi al “Fac, ut portem”), colorando la linea vocale di tinte ambrate e dense nella condivisione al dolore che si fa palpitante e insieme commossa, o ponendola dinanzi alla certezza della pena per aver mal agito quando verrà aperto il libro (si ascolti il “Liber scriptus”) che renderà tutti consapevoli dell’implacabile giudizio divino per le nostre colpe. Il senso di paura per le conseguenze della morte è quanto di più umano e fragile si possa immaginare. Verdi ben lo sa quando, nel suo Requiem, descrive appunto in musica il terrore che l’uomo prova in faccia al giudizio divino. La voce della Chiuri, vigorosa ma anche capace di piegarsi a sinistri sussurri di paura, coglie la dimensione apocalittica del momento, facendo uscire l’involo operistico e teatrale che sappiamo ben congeniale a una delle voci mezzosopranili migliori dell’attuale panorama italiano, che ha reso, con la musica, un bel regalo alla sua città e a noi tutti. [Rating:4/5]
Basilica di Santa Maria di Campagna
OMAGGIO IN MUSICA A PIACENZA
Concerto per voce e organo
Anna Maria Chiuri mezzosoprano
Federico Perotti organo
Musiche di:
Stradella, Vivaldi, Händel, Bach, Pergolesi, Mozart, Rossini, Verdi,
Domenico Scarlatti, Padre Davide da Bergamo, Vincenzo Antonio Petrali
Diretta streaming Facebook
Piacenza, domenica 26 aprile 2020
Anna Maria Chiuri accompagnata da Federico Perotti in un concerto per voce e organo in diretta dalla Basilica di Santa Maria di Campagna
Posted by Succede a Piacenza on Sunday, April 26, 2020