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Modena, Teatro Comunale – Werther

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È sempre emozionante assistere al debutto di un interprete in un ruolo per il quale sembra predestinato. Francesco Demuro ha dunque, per la prima volta, fatto sue le angosce e gli sfinimenti del giovane Werther e lo ha fatto con sensibilità ed evidente immedesimazione. La versione che abbiamo potuto ascoltare e vedere in differita televisiva dal Teatro Comunale “Luciano Pavarotti” di Modena, all’interno del progetto OperaStreaming della Regione Emilia-Romagna (qui il link per seguire l’opera), era affidata all’emotiva direzione di Francesco Pasqualetti, alla testa dell’Orchestra Filarmonica dell’Opera Italiana Bruno Bartoletti. Versione adattata per un organico orchestrale ridotto a trenta elementi, in ottemperanza al previsto distanziamento fra i musicisti, che inevitabilmente ha sottratto alla magnifica partitura di Massenet gran parte del suo fascino crepuscolare e “atmosferico”. La bella regia di Stefano Vizioli, minimalista e quasi strehleriana nell’uso delle raffinatissime luci (di Vincenzo Raponi) e scenografie (di Emanuele Sinisi) aveva debuttato a Como con cast in parte diverso più di un mese fa (vedi recensione). Il passaggio televisivo ne ha in parte mortificato l’impatto visivo, ma ne ha pure confermato la sostanziale validità.

Ovviamente ciò che rendeva questa riproposta modenese imperdibile era la presenza di Demuro il quale, calandosi nei panni di Werther, sollecitava un diretto confronto con i grandissimi interpreti italiani (o di scuola italiana) dell’irresistibile personaggio. Il Werther “italiano” è quello nel quale i languori, la sfinitezza, le mezze tinte, prevalgono sugli slanci brucianti e sulle accensioni febbrili. Chi ha in mente l’irraggiungibile lezione di Tito Schipa sa bene a cosa facciamo riferimento. Francesco Demuro entra in scena, e già in quel banco di prova che è la semplice frase “Je ne sais si je veille ou si je rêve encore”  attenua il suono e cerca quel colore estatico senza il quale non si potrà mai essere un grande Werther. Poi, nel prosieguo dell’aria ” O nature”, qualche eccessiva apertura di suono ne intacca in parte l’effetto, ma già nel duetto con Charlotte che chiude il primo atto il tenore sardo riesce a recuperare terreno. Ma è a partire dal secondo duetto con Charlotte che Francesco Demuro inizia a sfoggiare tutte le sue doti di fraseggiatore, alternando a scatti frenetici incantate mezzevoci. Bravo nell’esecuzione delle celeberrime strofe di Ossian (“Pourquoi me réveiller”), Demuro raggiunge l’apice nella scena della morte (“Là-bas, au fond du cimitière”), cantata con infinito struggimento e quel senso di spleen esistenziale che ha reso immortale il personaggio scaturito dalla fantasia di Goethe.

Al suo fianco Veronica Simeoni nel ruolo di Charlotte tratteggia con efficacia una protagonista malinconicamente sospesa fra amore, desiderio e doveri sociali, mentre la giovane Maria Rita Combattelli, fatti salvo alcuni acuti non gradevolissimi, canta con spensierata grazia il ruolo di Sophie. Convincenti per mezzi vocali e figura scenica sia Guido Dazzini (Albert) che Alberto Comes (Le Bailli). Scenicamente e vocalmente adeguati Nicola di Filippo (Schmidt), Filippo Rotondo (Johann), Andrea Gervasoni (Bruhlmann) e Luisa Bertoli (Katchen). Davvero un cast equilibrato come raramente capita.

Teatro Comunale Luciano Pavarotti
WERTHER
Dramma lirico in quattro atti
Libretto di Édouard Blau, Paul Milliet, Georges Hartmann
Musica di Jules Massenet

Werther Francesco Demuro
Le Bailli Alberto Comes
Charlotte Veronica Simeoni
Albert Guido Dazzini
Schmidt Nicola di Filippo
Johann Filippo Rotondo
Sophie Maria Rita Combattelli
Bruhlmann Andrea Gervasoni
Katchen Luisa Bertoli

Filarmonica dell’Opera Italiana Bruno Bartoletti
Direttore Francesco Pasqualetti
Scuola voci bianche del Teatro Comunale di Modena
Maestro del coro Paolo Gattolin

Regia Stefano Vizioli
Assistente alla regia Pierluigi Vanelli
Scene Emanuele Sinisi
Scenografo collaboratore Eleonora De Leo
Costumi Anna Maria Heinreich
Luci Vincenzo Raponi
Visual Imaginarium Creative Studio
Modena, visione streaming del 4 dicembre 2020

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