Scampato il pericolo di una chiusura anticipata di teatri e cinema, questa settimana il Teatro alla Scala inanella tre serate di fila con, protagonisti, nomi di prestigio dell’odierno star system: martedì 20 un recital di canto con il soprano lettone Marina Rebeka, lo scorso mese applaudita Violetta Valéry su queste tavole in un costume floreale di Dolce&Gabbana; mercoledì 21 un concerto di Anna Netrebko; giovedì 22 una ricercata Liederabend del tenore tedesco Jonas Kaufmann. In questo ricco calendario l’attesa era, soprattutto, per lei, la diva russa Anna Netrebko, beniamina del pubblico scaligero, risultata positiva al Covid-19 a settembre e ricoverata a Mosca con una polmonite. La soirée al Piermarini è, infatti, la prima esecuzione dell’artista dopo essere guarita, alla quale a Milano ne seguiranno altre due, il 15 novembre per un recital straordinario e il 20 febbraio 2021 per un evento dedicato all’opera tedesca. Per l’occasione il celebre soprano si esibisce per la prima volta in concerto con l’Orchestra del Teatro alla Scala e un maestro di gran lusso, Riccardo Chailly, con il quale ha già collaborato più volte nella città meneghina, cantando con lui in ben tre inaugurazioni del 7 dicembre (Giovanna d’Arco, Andrea Chénier e Tosca).
Il programma della serata, incentrato sul grande repertorio italiano tra la seconda metà dell’Ottocento e gli albori del Novecento, si apre nel nome della maturità di Giuseppe Verdi con una rarità, la Sinfonia da Aida, approntata per la prima esecuzione scaligera del 1872 in sostituzione del conciso preludio a tutti ben noto: una pagina costellata di motivi musicali (quali il canto dei sacerdoti o la gelosia di Amneris) che poi ricorrono più volte nella partitura dell’opera. Con gestualità energica, Chailly ne dà una lettura tesa e scattante, rigorosa nell’enucleare i vari temi, ottenendo dalla compagine orchestrale in gran spolvero sonorità rutilanti e sgargianti.
Accolta da un prolungato applauso, entra in scena la primadonna avvolta in un ampio vestito rosso e bordeaux, ed esordisce con la scena e romanza della schiava etiope “Ritorna vincitor!”, mostrando sin dall’inizio i pregi (tanti) e i difetti (invero pochi) della sua arte. La voce, di plastica e scultorea avvenenza, è sana e torrenziale, compatta come il granito e scura come l’ebano, ricca di armonici ed emessa nel complesso con omogeneità; gli acuti sono luminosi, sfarzosi e ben sfogati, i medi morbidi e avvolgenti come il velluto, i gravi a tratti eccessivamente gonfiati e spinti. Portamento magnetico e carismatico, l’interprete è ardente e appassionata (a volte fin troppo), quasi sempre nitida e a fuoco nel fraseggiare, ed è in grado all’occasione di alleggerire cotanta abbondanza di materiale vocale.
Di rara bellezza l’esecuzione della seconda aria, la toccante preghiera di Elisabetta di Valois “Tu che le vanità” dall’ultimo atto di Don Carlo: qui la Netrebko esibisce con gusto filati perlacei e aerei, una lodevole tenuta dei fiati, note alte sfolgoranti e un porgere la parola maggiormente delicato e rifinito; la recitazione è molto sentita, sbalzando una regina forse eccessivamente infuocata. Seguono due brani tratti dall’opera di Amilcare Ponchielli La Gioconda del 1876. La celeberrima “Danza delle ore” viene letta da Riccardo Chailly con speditezza e vitalismo, optando per un suono asciutto e sferzante e per dinamiche rapinose. La cosiddetta “aria di crisi” dell’eroina tragica protagonista, “Suicidio!”, viene affrontata dal soprano con acuti voluminosi e ben solidi, sfacciati nella loro espansione nell’ampia sala teatrale, e con un’interpretazione dolente e di notevole spessore drammatico.
Dopo un breve intervallo, il concerto riprende con il Preludio dal IV atto di Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea, improntato a sonorità livide e dense e a un’atmosfera di sensualità languida e decadente. Fasciata in un abito da sirena nero con brillantini e trasparenze, la Netrebko canta la struggente “Poveri fiori” con pathos e trasporto, curando il fraseggio, dosando sapientemente il tonnellaggio della voce e scurendo fin troppo artificialmente le note gravi. Concludono il programma ufficiale della serata due titoli operistici di Giacomo Puccini. Confermandosi un sensibile interprete del compositore toscano, il maestro Chailly cesella con brio e precisione un Preludio del III atto di Madama Butterfly di forte impatto e di sinfonica politezza, vivissimo e al contempo commovente, passando con naturalezza dai toni corruschi alla sfavillante japonaiserie dell’Allegro moderato, ammantato di seducenti suoni aurorali. La primadonna rende l’aria “Un bel dì vedremo” con una vocalità tornita e gagliarda e una musicalità raffinata, dipingendo una Cio-Cio-San matronale e caparbia, per nulla bamboleggiante. Dalla Manon Lescaut viene proposto lo straziante Intermezzo, suonato dall’Orchestra scaligera e da Riccardo Chailly con intensità cocente, prediligendo tonalità corpose grondanti erotismo, drammaticità e abbandono. In chiusura, troviamo forse il momento più emozionante della serata, nel quale Anna Netrebko giganteggia come Manon di ragguardevole caratura tragica, eroina smarrita e combattiva: “Sola…perduta, abbandonata”, dove la cantante esibisce un’immedesimazione nel personaggio e una personalità travolgenti, nonché una voce pastosa all’occorrenza sfumata in smorzature adamantine e un fraseggiare al calor bianco (da cardiopalma la frase “No…non voglio morir!”, quasi sussurrata).
Teatro esaurito e numerosi applausi a scena aperta; al termine, successo trionfale con circa quindici minuti di festanti ovazioni, ricambiati con un unico bis pucciniano: il celebre “Valzer di Musetta” da La bohème, reso dalla diva russa con freschezza, civetteria e sensualità carnale, anche in questo caso affiancata egregiamente e con brillantezza da Chailly, che si è dimostrato – per l’ennesima volta – un accompagnatore dalle idee chiare e non privo di guizzi e originalità.
Teatro alla Scala – Concerti Straordinari Autunno 2020
CONCERTO ANNA NETREBKO – RICCARDO CHAILLY
Musiche di Giuseppe Verdi, Amilcare Ponchielli,
Francesco Cilea, Giacomo Puccini
Orchestra del Teatro alla Scala
Direttore Riccardo Chailly
Soprano Anna Netrebko
Milano, 21 ottobre 2020