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Jakub Józef Orliński – Facce d’amore (Erato CD)

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In un mercato discografico già ampiamente saturo, come quello della musica per controtenori, da tre anni a questa parte si è imposto il nome di un nuovo falsettista, quello di Jakub Józef Orliński. Potrebbe sembrare l’ennesima nuova scoperta pompata ad arte dalle case discografiche, ma dietro una patina glamour fatta di servizi fotografici, copertine di riviste di moda e video musicali che fanno l’occhiolino alla cultura pop, si nasconde un vero e proprio talento, forse non ancora al pieno della maturità, ma con una crescita continua ed evidente che fa ben sperare per gli anni a venire.

Qui si recensisce la sua seconda registrazione, intitolata Facce d’amore, uscita per Erato e che segue a distanza di un solo anno, l’uscita di Anima Sacra, sempre per la stessa etichetta e con alle spalle lo stesso team, ovvero la formazione Il Pomo d’Oro capitanata dall’enfant terrible Maxim Emelyanychev. Il cd ha come tema conduttore la figura dell’amante maschile e le diverse implicazioni dell’amore nell’opera barocca in un lasso temporale di 85 anni che va da Cavalli a Hasse. Le arie sono state selezionate dal musicologo francese Yannis François e comprendono ben sette registrazioni inedite di autori come Boretti, Scarlatti, Orlandini e Predieri.

Polacco di Varsavia e nato nel 1990, subito dopo la caduta del comunismo, Orliński è cresciuto sviluppando due grandi passioni, il canto gregoriano e la breakdance. La prima ha avuto un ruolo fondamentale nel definire le qualità artistiche di un controtenore il cui canto si contraddistingue per una levigatezza marmorea ed estrema purezza timbrica, mentre la seconda ha plasmato le qualità di performer che sul palcoscenico dimostra una notevole consapevolezza del proprio corpo. La natura sembra essere stata particolarmente generosa con Orliński, non solo per una voce che affascina e seduce, ma anche per delle fattezze fisiche che, come mostrano la copertina e gli inserti del cd, ricordano quelle del David di Michelangelo o di una divinità greca. Il nome di Orlinski è balzato alla notorietà di massa nel 2017 grazie un live streaming per France Musique (il cui video su Youtube conta ora quasi 5 milioni di visualizzazioni), dove eseguiva con disarmante bellezza “Vedrò con mio diletto” da Il Giustino Vivaldi, aria che all’epoca fu un portafortuna anche per il collega Philippe Jaroussky. Da lì è stato tutto un susseguirsi di incisioni e ingaggi, tra cui citiamo il debutto come Rinaldo la scorsa estate a Glyndebourne.

Ma dove si colloca la voce di Orliński nel panorama controtenorile, così sovraffollato? Non si tratta del virtuosismo spericolato di un Franco Fagioli, della eterea trasparenza di un Philippe Jaroussky, della corposità vocale di un Max Emanuel Cencic, della sfrontatezza di un Christophe Dumaux o della raffinatezza di fraseggio di un Carlo Vistoli per esempio. Ma dall’altro lato, siamo in presenza di una voce che è un tutt’uno, ossia perfettamente omogenea emessa con naturalezza e senza alcuna disconnessione di registro, con alti cristallini, centri marmorei e un registro basso molto ricco. Si prenda ad esempio l’aria di bravura “Che m’ami ti prega” dal Nerone di Orlandini: qui il controtenore polacco dimostra inventiva musicale nella cadenza e scende in grave fino ad abbandonare il falsetto e usare il registro baritonale, il tutto con estrema facilità. La voce poi brilla nei momenti più squisitamente lirici come in “Erme e solinghe cime…Lucidissima face” da La Calisto di Cavalli, dove lunghe frasi vengono ornamentate con gentilezza, o in “Sempre si vaghi rai” (aria per Farinelli scritta da Hasse”), dove la dimensione lirica e seduttiva si fondono con eloquenza. Nell’aria “Chi sherza con Amor” di Boretti il canto si fa melismatico e fiero, mentre in “Crudo Amor, non hai pietà” dello stesso autore, la voce risulta forse troppo immacolata per rendere la crudeltà dell’amore. In “Infelice mia costanza” di Bononcini, Orliński esibisce un ottimo legato unito a controllo del fiato e l’incipit dell’aria fa emergere il suo approccio “gregoriano” al canto. L’altra dimensione che si addice ad Orliński è quella patetica. Si pensi a “Voi che udite” da Agrippina di Händel o a “Pena tiranna”, sempre del caro sassone. Se la bellezza del canto è innegabile, però, la resa dello struggimento e partecipazione a livello interpretativo risulta perfettibile, anche a costo di sporcare leggermente la voce a fine espressivo. Segnaliamo poi “Ah stigie larve!..Vaghe pupille” dall’Orlando di Händel: qui il controtenore mostra tutte le possibilità della sua voce, più varietà nel fraseggio e una bella ricerca della caratterizzazione e delle dinamiche. Anche in “Odio, vendetta, amore” di Francesco Bartolomeo Conti, il contrasto tra gli affetti barocchi emerge con efficacia e la coloratura, alternata a salti d’intervallo, viene sgranata egregiamente. La dizione italiana è ottima al netto di qualche apertura vocale o scivolamento consonantico.

Il Pomo d’oro fornisce un accompagnamento vitale ed espressivo sotto la conduzione di Maxim Emelyanychev, il quale emerge al clavicembalo nei turbinosi interventi nella Sinfonia da “La nemica d’Amore fatta amante” di Bononcini. “Il ballo dei bagatellieri” di Nicola Matteis spicca per varietà ritmica. Solo saltuariamente gli archi risultano un po’ pesanti in alcuni interventi, come nell’aria di Orlandini prima citata.

In conclusione, un’ottima registrazione che segna una notevole crescita interpretativa e vocale rispetto ad Anima Sacra. Sarà interessante seguire il percorso di questo artista, sperando che continui a scegliere un repertorio interessante e a mantenere l’amore per il canto come bussola, al di là delle distrazioni dello showbiz. Eh sì, i controtenori continuano a essere pop.

FACCE D’AMORE
Il pomo d’oro
Direttore e clavicembalista: Maxim Emelyanychev
Controtenore: Jakub Józef Orliński
Etichetta: Erato
Formato: CD

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