Due specialisti del barocco e della musica antica, il soprano Nuria Rial e il tenore Juan Sancho, hanno unito le loro forze in nome di un amore comune per Händel, a cui è interamente dedicato l’album Human Love, Love Divine, pubblicato da Deutsche Harmonia Mundi. Il concetto della registrazione è stato ideato da Juan Sancho per celebrare l’amore terreno e spirituale in tutte le sue sfaccettature. Allo stesso tempo, la registrazione vuole dare spazio a una serie di duetti d’amore händeliani tra soprano e tenore, affiancati da arie solistiche (sempre riconducibili al tema amoroso in senso lato) e brani strumentali. Ad accompagnare i due interpreti, il complesso polacco Capella Cracoviensis che suona su strumenti originali sotto la direzione storicamente informata di Jan Tomasz Adamus.
Quella del duetto tra soprano e tenore era un’accoppiata vocale alquanto rara nella prima metà del Settecento, laddove al soprano spettava il più delle volte affiancare i castrati dell’epoca, a cui venivano affidate le parti di amoroso ed eroe. Firmando le note al cd, Sancho osserva come nonostante la sporadicità di occasioni di incontro tra soprano e tenore, Händel abbia trattato con estrema cura e attenzione questi brani, forse consapevole della loro rarità. In questo senso la registrazione in questione fornisce un variegato spaccato delle possibilità del tenore händeliano come partner e solista in oratori, opere e cantate, sia come personaggio secondario, sia come eroe o amoroso. La registrazione non è comunque per nulla sbilanciata verso la figura maschile, dal momento che in termini di peso e distribuzione dei brani tra duetti e brani solistici, si tratta di un vero gioco alla pari tra soprano e tenore.
Il soprano catalano Nuria Rial, dopo un debutto nel 1998 come Carolina nel Matrimonio segreto di Cimarosa, si è progressivamente specializzata in musica barocca e antica, sacra o operistica, con qualche incursione nel repertorio classico di Haydn e Mozart e una passione per l’arte della canzone in diverse lingue, incluso il catalano. Ha alle spalle una vasta discografia molto raffinata e mai scontata. Rial può vantare un’emissione morbida e omogenea e un timbro limpidissimo. Si distingue poi per una notevole pulizia espositiva quando canta, complice anche la sua esperienza nella musica corale bachiana, che è anche alla base del suo successo nei paesi di area germanica. Il connazionale di Siviglia Juan Sancho si è specializzato in musica antica e barocca già dagli studi, arrivando a collaborare con tutti i direttori più importanti del genere. Interprete sensibile, vanta un’ampia discografia e può contare su una buona tecnica, un timbro elegante e un ottimo senso stilistico.
Nei numerosi duetti contenuti nel cd, i due interpreti mostrano un’ottima sintonia e compatibilità stilistica. La registrazione si apre con “Tra amplessi innocenti” dalla cantata Cecilia, volgi uno sguardo dove entrambi abbelliscono la melodia con grazia ed effetti a richiamo molto efficaci. Il duetto da camera “Caro autor di mia doglia” è un dialogo struggente che gioca su un effetto di sospensione dove le voci si intersecano con crescente intensità. In “O prince whose virtues” da Hercules, Rial and Sancho si alternano in passaggi di coloratura con variazioni dal carattere virtuosistico e brillante. “As steals the morn” da L’allegro, il penseroso ed il moderato è pregevole per ampiezza del fraseggio arricchito da bellissime arcate di suono e ottima varietà di colori, dinamiche e inflessioni. In “Dite spera e son contento” da Ariodante, duetto tra Dalinda e Lurcanio, Rial e Sancho rendono efficacemente i contrasti della scrittura händeliana per poi giungere a una riconciliazione suggellata da una squisita risoluzione finale. “Who calls my parting soul” da Esther è più drammatica e teatrale mentre carattere opposto ha il duetto “Happy, happy we” da Acis e Galatea, che conclude il programma all’insegna del giubilo.
Oltre i duetti, il cd contiene otto arie solistiche equamente divise tra soprano e tenore. In “Se vago rio” dalla cantata Aminta e Filide, Rial fraseggia con gusto usando molte sfumature per rendere il carattere malinconico del brano; peccato per qualche interruzione di troppo con la respirazione. “Let the bright seraphim” da Samson è agile al punto giusto e Rial non ha nessun problema a sostenere la tessitura acuta e gestire colorature e trilli in crescendo: nel complesso è un esecuzione molto pulita e corretta anche se forse non spicca per straripante virtuosismo (ma è impossibile ascoltare questa aria senza pensare a Joan Sutherland). “With darkness deep” da Theodora è l’aria solistica più riuscita di Rial dove il soprano splende per bellezza di un canto che pur nella sua purezza, riesce anche a colorare con pathos e molteplici sfumature. In “Eternal source of light divine” dall’ Ode per il compleanno della Regina Anna, Rial brilla per luminosità degli acuti e morbidezza nel dialogare con la tromba risolvendo trilli e abbellimenti con eleganza. Quattro arie solistiche spettano anche a Juan Sancho. Esordisce con “Prigioniera ho l’alma in pena” da Rodelinda mostrando facilità nel gestire le agilità, anche se la dizione risulta poco articolata con parole eccessivamente smussate. In “With honour let desert be crown’d” da Judas Maccabeus Sancho scandisce con autorevolezza il carattere solenne del brano. Il virtuosismo del tenore spagnolo emerge invece in modo impeccabile in “È un folle, è un vile affetto” da Alcina, un’aria di bravura presa a ritmo vertiginoso, senza problemi nello sgranare la coloratura e nel salire in acuto. Infine, in “Waft her, angels through the skies” da Jephta si dimostra musicale nei cantabili con un buon uso delle dinamiche fino al pianissimo.
Capella Cracoviensis, diretta da Jan Tomasz Adamus al clavicembalo, dimostra ottima versatilità e varietà di dinamiche e carattere esibendo una chiara abilità nel dialogo con le voci, così fondamentale nella musica barocca. Hanno poi modo di mettersi in mostra semplicemente come gruppo strumentale in una selezione di danze (“Ballo” da Ariodante, “Minuetto”,“Gavotta” e “Sarabanda” da Alcina), così come nell’ “Entrée des Songes agréables” da Ariodante o nella “Overture” de Il pastor fido. Da segnalare in modo particolare gli interventi di oboe, fagotto e tromba oltre al supporto del continuo nelle arie con i cantanti.
Per concludere, trattasi di una registrazione dal programma raffinato e ben bilanciato che non mancherà di incontrare i gusti degli appassionati del genere. Gli interpreti cantano con naturalezza ed eleganza, supportati da un eccellente gruppo di musicisti.
HUMAN LOVE, LOVE DIVINE
Nuria Rial, soprano
Juan Sancho, tenore
Jan Tomasz Adamus, direttore e clavicembalista
Capella Cracoviensis
Etichetta: Deutsche Harmonia Mundi
Formato: CD
Registrazione effettuata tra l’11 il 14 agosto 2019
presso la sede di Radio Kraków – Polonia
in co-produzione con Capella Cracoviensis & Festival Castell de Pertelada