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Händel Arias – Christophe Dumaux, controtenore (Accent CD)

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Eravamo abituati a vederlo vestire i panni di Tolomeo in Giulio Cesare di Händel, dai tempi del memorabile allestimento di David McVicar al Festival di Glyndebourne; parte che ha fatto la sua fortuna sui più grandi palcoscenici del mondo, fino a quello del Teatro alla Scala, dove lo scorso autunno è stato ancora Tolomeo nel nuovo spettacolo firmato da Robert Carsen, imponendosi non solo per il bel rilievo vocale ma anche per l’atletico dinamismo scenico. Ora la casa discografica Accent pubblica il cd che propone la voce di Christophe Dumaux registrata dal vivo in un recital tenuto il 24 maggio 2019 al Festival händeliano di Göttingen, in Germania.
Ritratto più esaustivo di questo artista del falsetto non si poteva immaginare, perché – abbandonate le eleganze e i languori di un controtenorismo di scuola francese che, dopo i pionieri Henri Ledroit e Gérard Lesne, ha messo in luce, in anni più recenti, preziosi timbri sopraneggianti alla Philippe Jaroussky, o comunque un modo di intendere questo canto intriso da influssi timbrici fanciulleschi e delicatamente aggraziati – in Dumaux si ammira, con ben altre caratteristiche, una caratura vocale tale da renderlo il miglior controtenore francese del momento, soprattutto nel repertorio händeliano. Certamente è il più virtuoso, grazie alla tecnica agguerrita, fantasioso e ardito, oltre che in possesso di una voce abile nel reggere senza esitazioni le diverse pagine radunate in un cd non così originale nelle scelte dei brani, tutti assai noti e con termini di paragone tali da mettere in soggezione qualunque artista si misuri con essi. Eppure Dumaux sa imporsi per personalità e singolarità di approccio vocale.

Molte arie sono cavalli di battaglia del castrato prediletto da Händel, quel Senesino per il quale vennero create le parti di Bertarido in Rodelinda, quella del protagonista in Giulio Cesare, Orlando e Rinaldo per la ripresa del 1731, dopo che la prima londinese del 1711 era stata affidata a Nicolò Grimaldi, detto Nicolini. Ed ecco, dunque, il recitativo “Pompe vane di morte” e l’aria “Dove sei, amato bene?” da Rodelinda, la pazzia del protagonista da Orlando (“Ah! Stigie larve…Vaghe pupille”), cui seguono l’acrobatica “Fammi combattere” e “Già l’ebro mio ciglio”, l’aria del protagonista da Giulio Cesare “Aure, deh, per pietà”, quella di Goffredo (“Sorge nel petto”) e del protagonista (“Cor ingrato, ti rammembri”) da Rinaldo. Infine, per chiudere il programma, la funambolica “Voglio stragi, e voglio morte” da Teseo e due arie del perfido e infido Polinesso da Ariodante (“Dover, giustizia, amor” e “Spero per voi”), parte che Dumaux ha magnificamente affrontato anche sul palcoscenico, a fianco di Cecilia Bartoli. L’ascolto di questo cd conferma come Händel sia il suo pane, ma anche come Dumaux sia fra i più interessanti controtenori dei nostri tempi, per la saldezza del suono, la luminosità del registro acuto e la flessibilità di una voce dal virtuosismo prodigioso. Gli esempi che qui lo attestano sono molti. Ci sono le magnifiche messe di voce sfoggiate nell’attacco di “Dove sei, amato bene?” e, più ancora, in “Aure, deh, per pietà” (quest’ultima davvero da antologia controtenorile per omogeneità e morbidezza), le saettanti agilità di “Fammi combattere” e lo stupefacente vocalizzo iniziale dell’aria di Polinesso “Spero per voi”, con una messa di voce sulla parola “Spero” che porta con progressione il suono all’acuto, ingrandito gradualmente e seguito da una scala discendente non prima di aver emesso, in fase ascendente, alcune minute fioriture, compreso un breve trillo: un vero capolavoro di miniatura belcantistica. Si avverte, nella voce di Dumaux, un controllo assoluto dell’emissione nei repentini passaggi dall’acuto al grave, come dimostra nella cadenza a inizio del da capo dell’aria “Voglio stragi, e voglio morte”.

Insomma si è dinanzi a un vero virtuoso. Ma non solo. Dumaux non ha, nel suo modo di cantare e di essere sempre vario ed espressivo sul versante patetico, nessun affettato manierismo. Non si compiace mai in svenevolezze che lo portino ad abbandonarsi mollemente a quel sospiro che, secondo la filosofia barocca, è la forma evanescente di un amore da esprimere senza essere imprigionato in una forma. È pur vero, come si legge in un illuminato saggio di Jean-Loup Charvet, che “l’uomo barocco non potrebbe accettare il mondo com’è, lo sogna, postula un altrove dove sia riconosciuto il suo diritto di essere altro, o meglio inventa un universo dove siano finalmente abolite le categorie dell’uno e dell’altro, un universo trasparente…”. Eppure, anche adoperando il falsetto per ricreare quello che nel canto dei castrati fu il concetto di piacere estetico del suono che va al di là di ogni realismo psicologico, così da generare un ermafroditismo vocale che individua nel personaggio interpretato dall’uomo, che sia esso un eroe o un personaggio mitologo, la sua ideale accezione galante e amorosa, Dumaux, incredibile a dirsi, possiede nel suo timbro, ricco di colori e luce, un temperamento che lo rende capace di donare sostanza ai sospiri barocchi, quasi per affermare con forza e determinazione una sorta di “virilità” timbrica non sempre scontata in tutti in controtenori. Non tradisce per questo lo spirito barocco, anzi lo esalta, perché lo colora di quel trasporto che unisce il vigore alla dolcezza. Insomma un vocalista, oltre che uno stilista, che con questo cd ribadisce non solo il suo valore, ma anche la posizione di assoluto primo piano in quel panorama ormai vastissimo di controtenori che nel repertorio barocco affollano scene, sale da concerto e d’incisione, ma che non sempre, pur nella loro innegabile singolarità timbrica, possiedono, per spessore vocale e preparazione tecnica, le carte in regola per sostenere, come invece sa ben fare Dumaux, i ruoli che Händel pensò per il castrato Senesino.

Ad accompagnare la sua voce c’è Laurence Cummings, direttore inglese che è un händeliano doc e, comprendendo la personalità vocale del cantante, lo sostiene al meglio alla testa della Festspiele Orchester Göttingen, con una ricercata varietà di sfumature e dinamiche ricche di equilibrati contrasti, accompagnando le arie con immediato respiro teatrale e dirigendo anche il Concerto grosso in Do minore HWV 326 di Händel che si ascolta al centro di questo bellissimo cd, imperdibile per chi ama le voci di controtenore, ovviamente quelle davvero meritevoli di essere sentite in ambito operistico, come questa, nel repertorio che fu dei castrati.

HÄNDEL ARIAS
Christophe Dumaux controtenore

Laurence Cummings direttore
Festspiel Orchester Göttingen
Etichetta: Accent
Formato: CD
Registrazione dal vivo effettuata all’Händel-Festspiele Göttingen,
Germania, 24 maggio 2019

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