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Firenze, Teatro del Maggio – La traviata e Don Pasquale (nuovi interpreti)

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In un’Italia divisa in due dall’emergenza Coronavirus, per vedere e ascoltare qualche titolo, dal Nord in quarantena bisogna quantomeno spostarsi nel Granducato di Toscana. Così abbiamo fatto, alla ricerca di ossigeno, non solo musicale, sotto il cielo terso della città che può dirsi a buon diritto la madre della nostra civiltà, Firenze. Pochi invero i turisti nel fine settimana del 57° compleanno di Gioachino Rossini che, come noto, riposa tra le “itale glorie” nella Basilica di Santa Croce. Erano invece di Donizetti e Verdi i titoli in scena sul palco del Teatro del Maggio: una replica del nuovo allestimento di Don Pasquale con la regia di Andrea Bernard (già recensito da Filippo Antichi) e La traviata firmata nel 2018 da Francesco Micheli, nell’ambito di un più ampio progetto registico che comprende anche Rigoletto e Il trovatore.

Partiamo da La traviata che, in un teatro di fatto esaurito, ha visto esibirsi un bel cast guidato dalla mano sicura del giovane Leonardo Sini. Direzione incisiva la sua, capace di mediare tra una bella sensibilità per il canto e la necessità di non stemperare l’urgenza narrativa che pure Verdi immette in questa musica. Musica che corre, spinta dall’inesorabile impulso ritmico del valzer, tessuto connettivo e ragione intima di cotanto capolavoro. Musica ebbra di vita e di giovinezza, di desiderio d’amore ed essere amati, ma pure musica che sa farsi maschera grottesca dell’ipocrisia e quindi duro atto d’accusa sociale.
Elementi, questi, che emergono chiari dalla regia di Francesco Micheli. La sua lettura, a onor del vero, andrebbe valutata alla luce degli altri due titoli, con i quali il regista bergamasco ha costruito diversi collegamenti. Ciascuna delle opere della cosiddetta “Trilogia popolare” si caratterizza per un colore dominante tra quelli della bandiera nazionale. Per La traviata è il bianco, probabilmente allusione al colore delle camelie con le quali Marguerite/Violetta si accompagnava a teatro. O forse più, rimando paradossale alla purezza della protagonista: perché quella che Verdi senza mezzi termini chiamava “la mia puttana”, è in realtà un’anima candida, mondata dal lavacro dell’amore e del sacrificio. Per Micheli, Violetta è l’unica vera donna in un mondo dove il femminile è ridotto a marionetta o, tutt’al più, a grazioso carillon. Non mancano altre idee stimolanti, come quella di mettere in scena la famigerata sorella di Alfredo (proprio quella definita “pura siccome un angelo”) e il suo promesso sposo, così come efficace è il movimento del coro nelle due feste.
Margarita Levchuk è una Violetta convincente sia nella leggerezza del primo atto che nell’intensità lirica degli altri due: la voce, con un bel timbro di colore chiaro, è sufficientemente ampia, agile e corposa; l’accento è sempre puntuale, l’attrice disinvolta. Antonio Poli è un ottimo Alfredo, giovanile e impetuoso, con la sua voce scura e morbida, ben emessa. Eccellente anche il Germont padre di Gabriele Viviani sia nella severità borghese dei rimproveri che nel canto affettuoso e commosso del genitore. Bravi tutti i comprimari e di grande valore il coro, istruito da Lorenzo Fratini.

La sera prima è stata la volta di Don Pasquale, andato in scena in un teatro purtroppo pieno a metà. Paura del Coronavirus? Più fiducia nel potere apotropaico di Verdi che in quello di Donizetti? Di certo, un virus (si spera senza corona) ha colpito due dei protagonisti: Marina Monzò e Davide Luciano, rispettivamente Norina e Malatesta, degnamente sostituiti da Anna Maria Sarra e Mattia Olivieri. Il giovane soprano pugliese è stata “catapultata” sul palco il pomeriggio stesso della recita ma è riuscita nell’impresa di interpretare una Norina vivace e brillante, amorosa e puntuta, muovendosi con grande disinvoltura nella non semplicissima regia di Bernard. La voce da lirico leggero, di bel volume e giusta estensione, ha un timbro chiaro con gradevoli screziature vellutate. Perfettamente a suo agio nei panni di un Malatesta simpatico e iperattivo, Mattia Olivieri compone un ritratto pienamente convincente.
Vivo il successo per entrambe le recite.

Teatro del Maggio – Stagione 2019/20
LA TRAVIATA
Melodramma in tre atti di Francesco Maria Piave
Musica di Giuseppe Verdi

Violetta Margarita Levchuk
Flora Bervoix Nikoleta Kapetanidou
Annina Julia Costa
Alfredo Germont Antonio Poli
Giorgio Germont Gabriele Viviani
Gastone Antonio Garès
Barone Douphol Francesco Samuele Venuti
Marchese d’Obigny Min Kim
Dottor Grenvil Shuxin Li
Giuseppe Massimiliano Esposito
Un domestico Antonio Montesi
Commissionario Lisandro Guinis

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Direttore Leonardo Sini
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
Progetto drammaturgico e regia Francesco Micheli
Regia ripresa da Valentino Villa
Scene Federica Parolini
Costumi Alessio Rosati
Luci Daniele Naldi
Allestimento del Maggio Musicale Fiorentino
Firenze, 1 marzo 2020

Teatro del Maggio – Stagione 2019/20
DON PASQUALE
Dramma buffo in tre atti
Libretto di Giovanni Ruffini e Gaetano Donizetti
Musica di Gaetano Donizetti

Don Pasquale Nicola Ulivieri
Dottor Malatesta Mattia Olivieri
Ernesto Maxim Mironov
Norina Anna Maria Sarra
Un notaro Francesco Samuele Venuti

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Direttore Antonino Fogliani
Maestro del coro Lorenzo Fratini
Regia Andrea Bernard
Scene Alberto Beltrame
Costumi Elena Beccaro
Luci Marco Alba
Videomaker Pierpaolo Moro
Movimenti coreografici Paolo Arcangeli
Nuovo allestimento del Maggio Musicale Fiorentino
Firenze, 29 febbraio 2020

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