Una primadonna e una stella in ascesa nella costellazione di Euterpe. Il Festival della Valle d’Itria rende omaggio al Belcanto con un concerto che ha visto esibirsi insieme, nel cortile di Palazzo ducale a Martina Franca, il soprano Jessica Pratt e il tenore Xabier Anduaga, accompagnati al pianoforte da Giulio Zappa. Serata ricca di emozioni non solo musicali per la bellezza dei pezzi in programma – mainstream direbbe qualcuno – e per l’assoluto valore dell’esibizione, pur nella differenza di approccio e di resa da parte dei due interpreti.
Jessica Pratt è apparsa in particolare forma vocale e, soprattutto, ha saputo conferire a ciascun brano il giusto carattere, smentendo una volta di più quella narrazione critica che la dipinge come interprete perfetta tecnicamente ma fredda e poco coinvolgente. Tutt’altro: la sua scintillante Olympia non ha solo regalato al pubblico un virtuosismo stellare nella meccanica perfezione di un canto pulito e puntuto, ma ha saputo divertire in una sorta di simpatico siparietto che la diva ha architettato con Zappa, il quale la faceva riavere dopo che si era “scaricata” grazie a uno spruzzino colmo d’acqua fresca. Se poi la coloratura di Comte Ory era parimenti a fuoco, il canto spianato era carico di una affettuosa dolcezza non scevra da un’ombra di malizia, mentre nell’aria dalla Sonnambula Pratt ha saputo ricamare con grande concentrazione la varietà dei sentimenti che agitano l’animo di Amina. Un ritratto quasi leopardiano di una giovane donna giunta da una siderale lontananza a raccontarci tutta la sua inconsolabile solitudine. Una tensione emotiva poi deflagrata nell’esuberante fioritura di “Ah non giunge” che, come insegnano autorevoli studiosi, può essere considerata “la” cabaletta per eccellenza: “qualcosa che faccia salire la Pasta fino al cielo” scrisse Romani a Bellini.
Xabier Anduaga vanta una voce letteralmente baciata dagli dei, ampia e tornita, agile e duttile, facile nell’emissione, ma soprattutto incantevole per la seducente brunitura di un timbro unico, morbido e pastoso, che acquista squillo in acuto senza perdere la sua singolarità. Ciò su cui deve ancora lavorare è l’interpretazione e in particolare l’attenzione alla parola italiana, lingua che pure padroneggia bene. Questa imprecisione è emersa nel brano con cui si è aperto il concerto, il celebre “Cessa di più resistere” da Il barbiere di Siviglia, dove il giovane cantante ha anche accusato qualche fatica nelle agilità di “Ah, il più lieto e più felice”. Viceversa, Anduaga è parso perfettamente a suo agio nei panni di un Tonio spavaldo e un po’ guascone, infilando i nove do con notevole facilità, nonché in quelli di un Nemorino giovanile e appassionato, sia nella “Furtiva lagrima”, cesellata con gusto, sia nel duetto “Chiedi all’aura lusinghiera”.
Miglior prova di sé ci sembra che Anduaga l’abbia data nel duetto del terzo atto da I puritani di Bellini, dove davvero è riuscito a trasmettere l’immagine dell’eroe romantico, di byroniana memoria, complice la giovane età, il particolare colore del timbro e l’irruenza appassionata del canto. Al suo fianco, nei due duetti in programma, una Pratt assolutamente a suo agio sia nei panni di una frivola Adina che in quelli più lirici di Elvira.
Ottima la prestazione di Giulio Zappa, che suona Rossini come fosse Mozart, Donizetti come fosse Schubert e Bellini come fosse Chopin.
Vivissimo il successo di pubblico, con ben tre bis: la tarantella di Rossini per il tenore, tutta la scena e aria conclusiva di Violetta dal primo atto di Traviata (con tanto di sopracuto finale) per il soprano e, poteva mancare?, il Brindisi di Traviata.
Festival della Valle d’Itria
RECITAL DI BELCANTO
Gioachino Rossini
“Cessa di più resistere” da Il barbiere di Siviglia
Jacques Offenbach
“Les oiseaux dans la charmille” da Les contes d’Hoffmann
Gaetano Donizetti
“Ah mes Amis” da La fille du régiment “Chiedi all’aura lusinghiera” da L’elisir d’amore
Gioachino Rossini
“En proie à la tristesse” da Le comte Ory
Gaetano Donizetti
“Una furtiva lagrima” da L’elisir d’amore
Vincenzo Bellini
“Ah! Non credea mirarti” da La sonnambula, “Vieni tra queste braccia” da I puritani
Jessica Pratt soprano
Xabier Anduaga tenore
Giulio Zappa pianoforte
Martina Franca, cortile di Palazzo ducale, 30 luglio 2020