Anna Caterina Antonacci, ovvero del carisma nell’opera. Il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca ha ospitato un recital della celebre artista diviso in due parti, una prima barocca, con la partecipazione dell’Orchestra Cremona Antiqua diretta da Antonio Greco, e una seconda cameristica, con l’accompagnamento al pianoforte di Francesco Libetta. Serata memorabile per l’opportunità di riascoltare e rivedere una cantante attrice il cui magnetismo scenico è unico e riesce a far dimenticare alcune imperfezioni vocali. Voce invero singolare quella di Antonacci, mezzosoprano acuto dal repertorio vasto ma ben selezionato, fraseggiatrice strepitosa, autentica primadonna.
Francese per elezione, Antonacci ci pare abbia dato il meglio di sé nelle pagine di Francis Poulenc dove la giustezza della dizione si sposava perfettamente alla capacità di ricreare nello spazio circoscritto di poche pagine di spartito il sapore di un’opera intera. Grande tragédienne, l’artista ha anche offerto una prestazione maiuscola in Monteverdi, laddove l’articolazione della parola si accompagna a un canto colmo di pathos, complice una fisicità plastica, talvolta dura, ma pure capace di sciogliersi in una gestualità essenziale e sempre piena di sentimento.
Pregevoli i brani da camera di Respighi e, soprattutto, Martucci, grazie anche all’illuminante pianismo di Libetta. Un altro fuoriclasse, quest’ultimo, che ha inframmezzato il canto della diva con uno Strauss immaginifico, un Ravel liquido e cangiante e una sua personale trascrizione da Leonardo Leo, resa con la leggerezza spiazzante di una canzone pop. Ottimo pure l’apporto dell’ensemble cremonese, nonché, in Monteverdi, dei tre cantanti Manuel Amati, Eugenio Di Lieto e Vasily Solodkyy.
Il pubblico in delirio ha sortito un solo, indimenticabile bis: una versione sussurrata della Habanera di Carmen, seducentissima nella sua sottile, cerebrale, sprezzante verità. Anna Caterina Antonacci ha anche ricevuto a Martina Franca il 43° Premio Bacco dei Borboni, riconoscimento che dal 1978 viene assegnato, in collaborazione con l’Associazione Voltaire, all’artista più rinomato dell’edizione in corso. Il premio, che consiste in una cantinetta di cento bottiglie di vino di Martina d.o.c. delle Cantine Di Marco, annovera nel suo albo artisti come Katia Ricciarelli (la prima a riceverlo), Daniela Dessì, Raina Kabaivanska, Bruno Campanella, Lucia Valentini Terrani.
Festival della Valle d’Itria 2020
SEINOVECENTO. DA MONTEVERDI A POULENC
Girolamo Frescobaldi: Canzon Quinta a 4
Claudio Monteverdi: Lamento di Arianna
Salomone Rossi: Sinfonia grave a 5
Claudio Monteverdi: Lamento della Ninfa
“Sinfonia” e “Disprezzata regina” da L’incoronazione di Poppea
“Vi ricorda o boschi ombrosi” dalla Favola di Orfeo
Georg Muffat: Grave dall’Armonico tributo (Sonata Seconda)
Marc-Antoine Charpentier: “Quel prix de monamour”, da Médée
Leonardo Leo: “Serenata per pianoforte” da Amor vuol sofferenza
Ottorino Respighi: “Sopra un’aria antica”
Giuseppe Martucci:Tre Canzoni dei ricordi “No, svaniti non sono i sogni”
“Fior di ginestra”
“Nel folto bosco”
Richard Strauss:Ständchen op. 17 n. 2 (trascrizione per pianoforte solo di Walter Gieseking)
Francis Poulenc: La Dame de Monte-Carlo
Maurice Ravel: Jeux d’eau
Francis Poulenc: Les chemins de l’amour
Anna Caterina Antonacci soprano
Francesco Libetta pianoforte
Antonio Greco concertatore al cembalo e all’organo
Orchestra Cremona Antiqua
Martina Franca, Cortile di Palazzo ducale, 31 luglio 2020