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Festival della Valle d’Itria 2020 – Arianna a Nasso

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“Egli mi sembra essere simile a un Dio”. Lo cantava Saffo, lo ripeteva Catullo. In fondo, ai nostri occhi, la persona amata è sempre simile a un Dio. Lo sa bene la triste Arianna, “piantata” da Teseo sull’isola di Nasso, che scambia Bacco per Ermes e con lui si abbandona a una nuova passione. Lo sa ancor meglio la fatua Zerbinetta, che lo ripete alla fine del capolavoro di Richard Strauss, Arianna a Nasso, in scena al Festival della Valle d’Itria di Martina Franca in una inedita edizione, priva di prologo e in lingua italiana curata da Quirino Principe con Valeria Zaurino. Certo, suona strano ascoltare Strauss in italiano: chi conosce il tedesco ha un po’ storto il naso di fronte a questa versione ritmica che necessariamente modifica il profilo della melodia per adattarla alla parola. Viceversa, per coloro che, come il sottoscritto, non praticano la lingua di Goethe e Schiller, poter comprendere ciò che viene cantato senza ricorrere alla mediazione di una traduzione, costituisce un indiscutibile valore aggiunto.

Ciò detto, ci pare che l’aggettivo italiano sia da riferire all’intera operazione, non solo perché realizzata in Italia da artisti italiani (o di scuola italiana), ma perché italiano ci pare essere stato anche il suono dell’ottima orchestra del Petruzzelli di Bari, guidata dalla mano sapiente di Fabio Luisi. Attento ai colori, elegante nel fraseggio, capace di valorizzare la straordinaria scrittura straussiana che, come noto, in questa partitura più che in altre, si piega a una raffinatissima dimensione cameristica. Tutto questo senza perdere quel respiro sinfonico che comunque abita l’ispirazione del grande compositore tedesco.

Sul palco, nel loro guardare all’amante come a un Dio, si sono distinte le prove maiuscole delle due protagoniste femminili. Carmela Remigio, anzitutto, una Arianna nobilmente tragica, divisa tra il devastante sentimento dell’abbandono e la pur sempre viva dignità regale, grande cantante attrice nella capacità di concentrare nell’essenzialità del gesto fisico o canoro un groviglio di sentimenti e di passioni. Poi la Zerbinetta di Jessica Pratt, perfettamente in grado di affrontare la difficilissima scrittura virtuosistica senza far scadere il suo personaggio nella sola dimensione della frivolezza, conferendole anzi uno spessore inedito grazie alla tornita consistenza della voce nei centri e nei gravi, e grazie a un bel lavoro sulla parola. Piero Pretti è stato un Bacco perfettamente a fuoco nell’incisività del fraseggio e nella morbidezza dell’emissione. Molto bravi tutti gli altri interpreti: Vittorio Prato (Arlecchino), Vassily Solodkyy (Scaramuccia), Eugenio Di Lieto (Truffaldino), Manuel Amati (Brighella), Ana Victoria Pitts (Driade), Barbara Massaro (Naiade), Mariam Battistelli (Eco). Apprezzabile il contributo degli attori Marco Bellocchio, Marco Fragnelli e Sara Putignano, rispettivamente Monsieur Jourdain, Dorante e Dorimène.
I ricchissimi costumi di Giuseppe Palella fanno da cornice a una regia purtroppo priva di idee, firmata da Walter Pagliaro, con gli elementi scenici di Gianni Carluccio.

Festival della Valle d’Itria 2020
ARIANNA A NASSO
Opera in un atto di Hugo von Hofmannstahl (versione del 1912)
Musica di Richard Strauss
nuova versione ritmica in italiano di Quirino Principe con Valeria Zaurino

Arianna Carmela Remigio
Bacco Piero Pretti
Naiade Barbara Massaro
Driade Ana Victoria Pitts
Eco Mariam Battistelli
Zerbinetta Jessica Pratt
Arlecchino Vittorio Prato
Scaramuccia Vassily Solodkyy
Truffaldino Eugenio Di Lieto
Brighella Manuel Amati
Monsieur Jourdain (attore) Marco Bellocchio
Dorante (attore) Marco Fragnelli
 Dorimène (attrice) Sara Putignano

Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari
Direttore Fabio Luisi
Regia Walter Pagliaro
Elementi scenici Gianni Carluccio
Costumi Giuseppe Palella
Martina Franca, Palazzo ducale, 2 agosto 2020

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