Accantonato per quest’anno, causa Covid-19, il Progetto 200.Com con la prevista Aida di Verdi, il Festival Como Città della Musica propone, per l’estate 2020, un’edizione speciale e ridotta ma pur sempre ricca e variegata, con 36 spettacoli a ingresso gratuito per 15 giorni consecutivi. La manifestazione, dal suggestivo titolo Note in Villa, ha luogo in tre differenti sedi, vere e proprie perle del Lario: Villa Erba a Cernobbio, a Como la neoclassica Villa Olmo e Villa del Grumello. Proprio nello scenografico parco di quest’ultima – una delle prime dimore suburbane del patriziato sulle rive del lago di Como, attestata nei documenti già nel Quattrocento e sottoposta, nel corso dei secoli, a numerosi interventi di restauro e ampliamento, residenza che ospitò personalità del calibro di Ugo Foscolo, Vincenzo Monti e Alessandro Volta – abbiamo assistito al secondo concerto dei vincitori del 71° Concorso AsLiCo, contemplando alle spalle del palcoscenico il riverberarsi del tramonto nelle acque lacustri e il panorama comasco. La serata, Distanti ma uniti: melodie della mia terra, vuole essere un omaggio al linguaggio universale della musica e dell’arte, strumenti di coesione e di unione pur in momenti difficili come quelli vissuti nel periodo di confinamento; ogni singolo artista ha quindi presentato una selezione di romanze e arie da camera di compositori connazionali, un vero e proprio caleidoscopio di emozioni e ricordi, cammino di una vita e di rinascita.
Nato nel 2000, il baritono Pierpaolo Martella si distingue per una vocalità voluminosa e di grana scura, emessa morbidamente e ben salda in acuto. Interpreta tre romanze dell’abruzzese Francesco Paolo Tosti: Ideale, improntata a un’espressività sentita e mai sovraccarica; Non t’amo più, nella quale il giovane artista piega il proprio strumento corposo a sonorità delicate ed eteree; la struggente, tormentata Chanson de l’adieu, corroborata da una curata dizione francese.
Fasciata in un sobrio abito nero dalla scollatura generosa, il ventinovenne mezzosoprano russo Karina Demurova esibisce una voce tornita di velluto, dal suadente colore scuro dell’ebano, che sfocia in note alte torrenziali. Esegue un ampio florilegio di musiche dell’Est Europa: di Sergej Rachmaninov si apprezzano l’esuberanza di Ya zhdu tebya, op.14, n.1, coronata da un acuto tonante, e la sofferta malinconia di Polyubila ya na pechal’ svoyu da Sei romanze op.8; in O, esli b’grust moya, dalle Undici romanze op.28 del russo Reinhold Glière, emerge con potenza il tipico spirito slavo intriso di pathos e drammaticità; dalle Sei romanze op.6 di Pëtr Il’ič Čajkovskij canta con gusto Otchevo?; in Noč op. 44 n.1 del polacco Arthur Rubinstein colpisce per la forbita musicalità; conclude con la quarta delle Cigánské melodie, op. 55 del ceco Antonín Dvořák.
Classe 1997, il tenore Valerio Borgioni dimostra di possedere uno strumento vocale sano nell’emissione, dalla tinta a tratti baritonale, sfacciato nel registro acuto e ben appoggiato in quello medio-grave. Di Tosti propone con espansività la celebre lirica L’alba separa dalla luce l’ombra, su parole di Gabriele D’Annunzio, per poi cimentarsi convincentemente con il Lied di Richard Strauss Zueignung, contraddistinto da una pronuncia del tedesco complessivamente corretta; seguono la suadente Musica proibita di Stanislao Gastaldon, dall’andamento sognante, e la solare Mattinata di Ruggero Leoncavallo, nella quale Borgioni esibisce note alte sfrontate e centrate.
Il ventiquattrenne soprano Sabrina Sanza, avvolto in un elegante vestito blu elettrico, presenta una voce nel suo insieme omogenea, che ha il suo punto di forza in acuti luminosi e puntuti. Di Tosti esegue Malia e Sogno, caratterizzate da un’atmosfera carezzevole e da pennellate sonore soffici e opalescenti; del piemontese Luigi Arditi canta con brio e la giusta verve lo sbarazzino valzer Il bacio, concluso da un sovracuto cristallino.
Il trentenne tenore spagnolo Gillen Munguía spicca per una vocalità calda e mediterranea, avvolgente nella sua solarità e di buon peso, nonché per un’espressività accorata di chiara matrice latina. Opta per il repertorio della zarzuela, proponendo Por el humo se sabe da Doña Francisquita di Amadeu Vives del 1923 e No puede ser da La tabernera del puerto di Pablo Sorozábal, entrambe rese con cocente temperamento; termina il programma ufficiale con la conosciutissima canzone Granada del messicano Agustín Lara, improntata a slancio passionale e contraddistinta da note alte potenti ed espanse.
In questo apprezzato viaggio i cinque giovani artisti sono accompagnati al pianoforte dalla fantasia, dalla tecnica ineccepibile e dalla maestria di Giorgio Martano, sempre impeccabile ed elegante.
Affettuoso successo da parte del pubblico presente, ricambiato con un vivace e gradito bis, La danza di Gioachino Rossini, la celeberrima e spensierata tarantella napoletana. La kermesse comasca si dimostra, così, una bella, riuscita occasione di tornare nuovamente a eseguire e ascoltare musica dal vivo, in luoghi altamente fascinosi, resa possibile grazie al sostegno del Comune di Como, Regione Lombardia, MiBACT e Fondazione Cariplo, in collaborazione con Associazione Villa del Grumello, Villa Erba, Associazione dei Palchettisti del Teatro Sociale di Como, con il patrocinio del Comune di Cernobbio.
Festival Como Città della Musica 2020
DISTANTI MA UNITI: MELODIE DELLA MIA TERRA
Concerto dei vincitori del 71° Concorso AsLiCo per giovani cantanti lirici
Musiche di Francesco Paolo Tosti, Sergej Rachmaninov,
Reinhold Glière, Richard Strauss, Amadeu Vives,
Pablo Sorozábal, Pëtr Il’ič Čajkovskij, Arthur Rubinstein,
Antonín Dvořák, Stanislao Gastaldon, Ruggero Leoncavallo,
Luigi Arditi, Agustín Lara, Gioachino Rossini
Sabrina Sanza soprano
Karina Demurova mezzosoprano
Valerio Borgioni tenore
Gillen Munguía tenore
Pierpaolo Martella baritono
Giorgio Martano pianoforte
Como, Villa del Grumello, 6 luglio 2020