Una tragedie-lyrique “scomposta”. In forma ristretta. Così il regista (e baritono e drammaturgo) Bruno Taddia spiega l’impostazione data a #2021DestinazioneTauride. Recital d’opera. Intersezioni e anacronismi, ricercando Iphigenie, lo spettacolo andato in scena a Brescia in un Teatro Grande desolatamente semivuoto a causa del montare della pandemia. Il titolo, parte della programmazione del circuito Opera Lombardia, avrebbe dovuto debuttare al teatro Fraschini di Pavia, ma è stato annullato proprio perché diversi membri del cast originario (Taddia compreso) sono risultati positivi al Covid. Come sempre più spesso accade di questi tempi surreali, la produzione è stata salvata grazie alla professionalità e alla passione di altri artisti, con un esito nel complesso di livello.
Articolata in un prologo, due atti e un epilogo, la drammaturgia prende spunto dalle due opere di Gluck (e dal mito greco che ne costituisce la fonte), ponendosi come una sorta di preparazione all’ascolto di Iphigénie en Tauride, che dovrebbe andare in scena il prossimo anno. Accanto dunque alla narrazione del mito (affidata alla voce registrata del poeta Valerio Magrelli, assente per timori legati alla pandemia), il testo di Taddia – interpretato dal bravo attore Simone Tangolo – cerca un non sempre efficace collegamento con l’attualità, offrendo tuttavia interessanti spunti di riflessione e utilizzando diversi registri espressivi (ironia compresa).
Eccellente il fronte musicale, con Alessandro Trebeschi al pianoforte, sensibile e misurato, e il contributo di tre cantanti di valore. Enrico Maria Marabelli – che legge da spartito proprio perché chiamato all’ultimo a sostituire Taddia – ha una voce baritonale calda e pastosa ed è un pregevole fraseggiatore, così come il tenore Mert Süngü, il cui timbro scuro e giovanile ben si presta a disegnare i tormenti e gli affetti di Achille e Pylade. La presenza dell’ottima Silvia Giuffrè – danzatrice e coreografa – aggiunge un elemento di ulteriore suggestione al tessuto drammatico. Ma su tutti emerge la potente presenza scenica di Anna Caterina Antonacci, interprete di Clytemnestre e, soprattutto, di Iphigenie. La voce, vellutata e rotonda, ibrida nella tessitura, trova nei centri il proprio settore privilegiato, ma soprattutto si muove secondo una giustezza d’accento che ne fa una delle maggiori – se non la maggiore – tra le attrici cantanti tragiche del teatro musicale di questi ultimi anni. In ciò perfettamente in linea con l’estetica gluckiana, i cui recitativi vengono scanditi secondo una varietà di accenti intesi a plasmare una formidabile valorizzazione musicale della parola. L’abbandono ai sentimenti nelle arie ha un ché di nobilmente tragico che, aggiunto al carisma scenico di una figura che si impone nella dura dolcezza della propria fisicità, offre un ritratto indimenticabile.
Teatro Grande di Brescia
#2021DESTINAZIONETAURIDE
Recital d’Opera
Intersezioni e anacronismi, ricercando Iphigenie
Tragedie-lyrique di Bruno Taddia
Musiche di Christoph Willibald Gluck
Un Drammaturgo Simone Tangolo
Uno scrittore Valerio Magrelli*
Una Danzatrice (Il Volo Della Dea) Silvia Giuffré
In Iphigenie En Aulide
Clytemnestre Anna Caterina Antonacci
Achille Mert Süngü
Agamemnon Enrico Maria Marabelli
In Iphigenie En Tauride
Iphigenie Anna Caterina Antonacci
Oreste Enrico Maria Marabelli
Pylade Mert Süngü
Pianoforte Alessandro Trebeschi
Drammaturgia, ideazione e regia Bruno Taddia
Assistente alla regia e coreografia Silvia Giuffré
Brescia, 23 ottobre 2020