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Bolzano, Teatro Comunale – Radames e Lohengrin

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La quinta stagione lirica organizzata dalla Fondazione Haydn di Trento e Bolzano, con la direzione artistica di Matthias Lošek, assume il titolo “Angel or Demon” a simboleggiare l’eterna lotta tra bene e male da sempre connaturata agli sviluppi del genere operistico. Come si è visto negli ultimi anni, il programma riserva ampia attenzione alla musica contemporanea che occupa quasi la totalità delle proposte. Il dittico inaugurale presenta due composizioni di autori capitali tuttora attivi. Almeno sulla carta l’abbinata appare quantomeno stuzzicante per i rimandi alla tradizione melodrammatica ottocentesca: le due partiture richiamano altrettanti lavori campali della tradizione italiana e tedesca. Si ascoltano infatti Radames (in prima esecuzione italiana) di Péter Eötvös e Lohengrin di Salvatore Sciarrino. I collegamenti servono a rendere particolarmente efficace la critica sociale, umana e psicologica di un mondo già ampiamente problematico nell’epoca di composizione dei lavori, rispettivamente 1976 (con revisione nel 1997) e 1983.

Eötvös si avvale di Verdi, uno degli autori più rappresentativi della tradizione lirica italiana, per dare evidenza a una satira feroce del mondo teatrale, tuttora valida, anzi ancora più tangibile e attuale: in un panorama caratterizzato da difficoltà economiche sempre più pressanti, i tagli impongono ridimensionamenti d’organico orchestrale e dei solisti (un solo interprete è chiamato a realizzare tanto la parte di Aida quanto quella di Radames), mentre imperversano ben tre registi, i soli a sembrare indispensabili e intoccabili nell’assetto produttivo del teatro. Attraverso un impasto librettistico che rende ancor più evidente l’impianto grottesco di tutta la narrazione, il compositore punta l’indice sulla concezione teatrale ormai snaturata e quasi disinteressata ai messaggi primigeni dell’opera d’arte. La presenza delle originali melodie verdiane, ammantate da un intreccio linguistico (italiano, inglese e tedesco) e musicale (strumenti con sonorità ricercate, uso frequente del parlato e dello Sprechgesang), serve da filo conduttore in un’esperienza che veicola, anche attraverso gli elementi stravaganti, messaggi di scottante attualità. Il dipanarsi dell’Aida verdiana è solo lo sfondo sul quale agiscono il regista di teatro, l’eclettico e puntuale Alexander Kaimbacher, il regista di film, un esagitato e perfido Javid Samadov, e la regista d’opera, una concitata Céline Steudler. I tre burattinai manovrano a loro piacimento uno spaesato Radames, il duttile controtenore Rafał Tomkiewicz che interpreta anche il ruolo di Aida, assente, nella vicenda ovviamente, per i tagli ai finanziamenti artistici.

La messinscena curata da Bruno Berger-Gorski, con le scene e i costumi di Dirk Hofacker e le luci di Samuele D’Amico, focalizza l’attenzione sugli elementi stravaganti della tematica e non manca di evidenziare l’aspetto critico del sistema, specie in rapporto alla contemporaneità teatrale. Lo stesso team si occupa anche del lavoro di Sciarrino. L’opera tenta un’indagine dei processi psichici che influenzano gli aspetti identitari. Sulla base di una versione onirica del Lohengrin wagneriano, concepita da Jules Laforgue e intitolata Lohengrin, fils de Parsifal, il compositore italiano ambisce a porre interrogativi legati all’esistenza e all’agire umano. Nonostante queste premesse, si profonde in una serie di effetti vocali frammisti a trovate onomatopeiche tanto da correre il rischio di cadere in uno sperimentalismo (soprattutto in riferimento all’epoca di composizione, i primi anni Ottanta del secolo scorso) fine a se stesso: potrebbe risultare funzionale nell’intento di creare un’atmosfera sospesa e angosciante, tuttavia nel complesso pare concentrarsi eccessivamente su una ricerca d’effetti e linguaggi. La concezione scenica imprigiona l’azione in una sorta di bozzolo dove inizia e termina il mondo ristretto di Elsa, rinchiusa in un sanatorio e in lotta con i fantasmi mentali di un passato turbolento. La messa in scena costruisce uno spazio ovattato in cui domina una siderale tinta bianca che imprigiona sogni e incubi della protagonista. In questo luogo desolato, temporalmente indefinibile, agisce Céline Steudler la quale non è solo cantante di valida formazione e sicuro dominio tecnico ma anche interprete eccellente, tanto a livello scenico quanto per dominio di espressività fisica e musicale. La sua prova, nei panni di Elsa, impressiona per adesione e forza drammatica: l’opera è interamente basata sul personaggio femminile e richiede doti considerevoli all’artista che in questo caso non teme e anzi domina pienamente il rischioso cimento. Al suo fianco vi sono Alexander Kaimbacher, Salvador Peréz e Javid Samadov, come voci fuori scena, mentre Rafał Tomkiewicz è l’apparizione di Lohengrin.

L’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano ha un rapporto ormai privilegiato con il repertorio contemporaneo che trova pieno riscontro nelle doti dei singoli strumentisti. Alla testa della preparata compagine (ridotta a tre musicisti e un maestro accompagnatore in Radames) è presente Yannis Pouspourikas. La sua prova lascia trapelare un lavoro di squadra condotto con grande professionalità e spirito analitico. Dal trattamento grottesco dell’ordito orchestrale in Eötvös si passa alle ricercate, oniriche e angosciose sperimentazioni in Sciarrino: in entrambi i casi il concertatore rivela la propria bravura nel condensare ed evidenziare i linguaggi dando di ciascun autore una lettura personale ed efficace. La coproduzione con il Theater Orchester Biel Solothurn si è integralmente svolta sul palcoscenico del Teatro Comunale di Bolzano dove hanno agito solisti e orchestra e sono stati posizionati gli spettatori, su una piccola tribuna. Il pubblico ha accolto con divertiti apprezzamenti l’opera di Eötvös, mentre è parso più pacato al cospetto del lavoro di Sciarrino.

Teatro Comunale Bolzano – Stagione lirica 2020
RADAMES
Libretto e musica di Péter Eötvös

Regista d’opera Céline Steudler
Regista di teatro Alexander Kaimbacher
Regista di film Javid Samadov
Attore/Radames Rafał Tomkiewicz
Cameraman Salvador Peréz
Direttore di scena Damien Liger
Vestitrice Marion Noëlle

LOHENGRIN
Libretto  e musica di Salvatore Sciarrino

Elsa/Lohengrin Céline Steudler
Coro:
tenore Alexander Kaimbacher
baritono Salvador Peréz
basso Javid Samadov
Apparizione Lohengrin Rafał Tomkiewicz

Orchestra Haydn di Trento e Bolzano
Direttore Yannis Pouspourikas
Regia Bruno Berger-Gorski
Scene e costumi Dirk Hofacker
Luci Samuele D’Amico
Coproduzione Theater Orchester Biel Solothurn e Fondazione Haydn
Bolzano, 18 gennaio 2020

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