Una splendida San Marco illuminata a festa accoglie, per il tradizionale concerto natalizio del Teatro La Fenice, gli spettatori che varcano i portoni della basilica nel silenzio richiesto da un luogo tanto sacro, ricco di storia e di recente ferito nuovamente da quell’aqua granda che ha mostrato Venezia e il suo fragile equilibrio a tutta Italia. Un grido silenzioso, quello di Venezia, ricordato dal Patriarca Francesco Moraglia nel discorso di apertura al concerto. Protagonisti della serata i Solisti della Cappella Marciana sotto la direzione di Marco Gemmani, con un programma interamente dedicato a Giovanni Legrenzi, maestro della Cappella Marciana dal 1685 al 1690, che riserva molte felici scoperte.
Il concerto si apre con la Sonata terza Op.11 n.15 e anche se l’avvio non è proprio brillante a causa di qualche assestamento di intonazione in corso di esecuzione, il programma procede spedito senza intoppi in un clima di profonda attenzione e raccoglimento da parte del pubblico.
La carta di sala, così come pensata da Marco Gemmani, propone idealmente nella sua costruzione una ipotetica messa nella Basilica di San Marco del 1670: l’Ordinarium Missae con il Kyrie, il Gloria e il Credo Op.9 n.1 del 1667 (omissis di Sanctus e Agnus Dei), intercalato da due Sonate provenienti da fonti diverse: posta ad apertura del concerto e dopo il Gloria la Sonata Op.11 n.15 e idealmente tra l’elevazione e il communio la Sonata Op.11 n.16. In questa fitta rete di rimandi armonici vengono incastonati quattro mottetti (Quid timetis pastores, Non susurate, O mirandum e Obstupescite) riferiti direttamente al periodo liturgico del Natale, mentre la chiusura è affidata all’Alma Redemptoris Mater tratta dalle Compiete del 1662.
Le parti dell’Ordinarium Missae tratte dall’Op.9 del 1667 mettono in luce il caratteristico colore della Cappella Marciana, grazie a voci ricche di armonici ed estremamente precise nel fraseggio che si sviluppa in maniera fluida e naturale in pagine caratterizzate dal doppio coro, quasi a far memoria dei celeberrimi cori battenti che hanno reso famosa nella storia questa Cappella vocale. Alla conclusione del Credo, più omogeneo e compatto nella scrittura rispetto ai due numeri precedenti, nel Confiteor unum baptisma la Cappella Marciana incanta con una grande presenza interpretativa, trasformando le agilità dell’Amen finale in qualcosa di rara bellezza. Anche nel mottetto Obstupescite Op.3 n.13 i solisti della Cappella danno prova di una raffinata sensibilità nella ricerca del suono e l’Alleluia finale del mottetto nuovamente ci restituisce un ensemble vocale compatto e musicalmente intenso.
Il concerto è segnato da un repertorio pressoché sconosciuto, e grande è il merito di Gemmani di riproporlo nel luogo in cui per lungo tempo ha risuonato. Possiamo quasi azzardare si tratti di prime esecuzioni “nei tempi moderni” di queste pagine; e quasi con assoluta sicurezza lo possiamo dire per le Sonate op.11, di cui la Quarta splende di un suono caldo reso magistralmente dai musicisti dell’ensemble strumentale, sopratutto nell’Allegro iniziale che illumina il percorso di questo programma raro e raffinato. Da segnalare la voce espressiva e ben impostata di Maria Clara Maiztegui che riempie le volte della Basilica nell’interessante Non susurrate Op.17 n.9.
Notevole e degno di lode il lavoro di Marco Gemmani alla guida dei Solisti della Cappella Marciana non solo per il grande lavoro di riscoperta di un repertorio unico e testimone di una personalità ricca, complessa e originale quale fu Giovanni Legrenzi (come ricordato da Franco Rossi nell’interessante presentazione del libretto di sala), ma anche per la grande unitarietà di lettura data a questo corpus musicale formato da opere diverse, conservando di ognuna la caratteristica espressiva ma garantendo una linea interpretativa e di pensiero chiara e organica.
L’Alma Redemptoris Mater op.7 n.12, tratta dalla Compiete del 1662, chiude degnamente un concerto da ricordare per uno dei programmi più singolari e ricercati proposti dalla Cappella Marciana. L’applauso entusiasta e sostenuto del pubblico testimonia non solo l’affetto della città per una delle sue più antiche istituzioni, ma premia il lungo lavoro degli interpreti.
Basilica di San Marco – Stagione sinfonica 2019/20 del Teatro La Fenice
NATALE IN BASILICA DI SAN MARCO 1670
Musiche di Giovanni Legrenzi
Solisti della Cappella Marciana
Direttore Marco Gemmani
in collaborazione con la Procuratoria di San Marco
Venezia, 17 dicembre 2019