Rovereto torna all’opera grazie a una bella iniziativa promossa dal giovane violoncellista Klaus Broz, giunta quest’anno all’ottava edizione. Si chiama Progetto Opera, un festival ideato per diffondere la conoscenza e l’amore per il melodramma anche in questo lembo di provincia trentina che, tra l’altro, ha dato i natali al compositore Riccardo Zandonai. Proprio a Zandonai è intitolato il delizioso teatro roveretano, restituito al pubblico nel 2015 dopo un accurato restauro, sul cui palco è andato in scena un apprezzabile allestimento de Il trovatore di Giuseppe Verdi.
Dicamo subito che si tratta di un’operazione encomiabile, anche al di là dei concreti – e complessivamente positivi – risultati artistici conseguiti, soprattutto perché punta molto sul coinvolgimento dei giovani (sia tra gli artisti che tra il pubblico) e poi perché si articola in più appuntamenti che preparano l’ascolto dell’opera e ampliano l’orizzonte all’interazione con le altre arti e col territorio. Così, le due recite del capolavoro verdiano sono state precedute da conferenze, guide all’ascolto, visite guidate, nonché da uno spettacolo espressamente creato per le scuole. Del progetto fa anche parte la creazione di una compagine orchestrale denominata Orchestra Sinfonica delle Alpi, nata nel 2014 e divenuta realtà istituzionale solo nel gennaio scorso, con la volontà di raccogliere alcuni tra i migliori musicisti del nord Italia. Alla sua guida, per questo Trovatore, c’era Lorenzo Tazzieri, che ha offerto una lettura ricca di spunti interessanti, improntata a una visione sanguigna e corrusca del capolavoro. Risultavano così accentuati i contrasti dinamici, esaltati da una generale incisività ritmica, ma contrappuntati anche da una bella attenzione al canto.
Nel cast ha brillato il giovane soprano bresciano Marta Mari, ultima e prediletta allieva dell’indimenticabile Daniela Dessì. Si coglieva nel suo canto il magistero della grande artista prematuramente scomparsa, soprattutto nell’attenzione alla parola, alla sua articolazione non solo nei recitativi, ma pure nelle pagine di più ampio respiro lirico, sempre ricamate con un legato esemplare e una squisita sensibilità d’interprete. La voce di Marta Mari è ampia sia in termini di volume che di estensione e vanta un bellissimo colore scuro, omogeneo in tutti i registri. Siamo certi che sentiremo ancora parlare di lei. Su di un livello di apprezzabile professionalità gli altri interpreti, con una menzione per il mezzosoprano Cristina Sogmaister, Azucena scenicamente efficace e vocalmente sicura, e per il basso Enrico Marchesini, Ferrando di bel colore. Interessante sarebbe anche la voce del baritono Daniel Ihn-Kyu Lee, se non fosse che l’emissione non si è mostrata sempre pulita. Il Manrico di Tiziano Barontini era baldanzoso ma la voce, che pure ha una discreta ampiezza, ha accusato qualche cedimento di intonazione e sparse forzature. Completavano il cast Sofia Kriklenko (Ines), Francesco Piccoli (Ruiz) e Franco Montorsi (Vecchio Zingaro).
La regia di Luigi Orfeo dava consistenza ai ricordi e alle allucinazioni che, dal passato, incombono sul presente di un’opera dove, paradossalmente, l’azione non è così pregnante, perché tutto quello che accade è frutto di qualcosa che è successo in precedenza (l’incontro di Leonora e Manrico, il rapimento del figlio del Conte, il rogo della zingara…). Questi episodi sono affidati dal regista a quattro danzatrici e una ginnasta che si muovono elegantemente accanto ai personaggi. Non mancano momenti suggestivi, grazie alle luci di Guido Girardi e alle scene essenziali di Emanuela Andrini (bella ad esempio quella che apre il secondo atto), ma neppure mancano alcune pose melodrammatiche piuttosto affettate. Belli i costumi di Angela Giacomin. Discontinua la prestazione del coro San Filippo Neri di Verona, istruito da Ubaldo Composta.
Teatro Zandonai – Progetto Opera – Euritmus
IL TROVATORE
Dramma in quattro parti
Libretto di Salvatore Cammarano
Musica di Giuseppe Verdi
Leonora Marta Mari
Azucena Cristina Sogmaister
Conte di Luna Daniel Ihn Kyu Lee
Manrico Tiziano Barontini
Ferrando Enrico Marchesini
Ines Sofia Krikelnko
Ruiz Francesco Piccoli
Vecchio zingaro Franco Montorsi
Orchestra Sinfonica delle Alpi
Coro San Filippo Neri di Verona
Direttore Lorenzo Tazzieri
Maestro del coro Ubaldo Composta
Regia Luigi Orfeo
Scene Emanuela Andrini
Costumi Angela Giacomin
Light designer Guido Girardi
Coreografia Fabrizio Bernardini
Nuovo allestimento
Rovereto, 27 aprile 2019