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Milano, Teatro alla Scala – La Cenerentola

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Il Teatro alla Scala, a cinque anni dalla scomparsa, rende omaggio a Claudio Abbado rimettendo in scena la storica Cenerentola con regia, scene e costumi di Jean-Pierre Ponnelle, che proprio il grande direttore tenne a battesimo a Firenze nel 1971 e che da allora tante volte è stata applaudita su diversi palcoscenici (Scala compresa). Diciamo subito che lo spettacolo, ripreso da Grischa Asagaroff, nel complesso regge bene il trascorrere del tempo, anche se la sensibilità del pubblico è certamente mutata in quasi cinquant’anni dalla sua prima rappresentazione. Piacciono l’eleganza e l’ironia dell’incedere registico, incorniciato da un impianto scenografico delicatamente fiabesco, complici le luci di Marco Filibeck. Il pubblico apprezza e l’impressione è che questa Cenerentola, un po’ come la Traviata firmata da Liliana Cavani, siano scelte fatte anche per andare incontro a un uditorio internazionale, magari non costituito da soli appassionati (i molti stranieri presenti in sala e l’applauso partito a metà dell’aria di Alidoro possono essere indizi in tal senso).

Sul podio, Ottavio Dantone guida con sicurezza l’ottima orchestra scaligera, con un’attenzione al dettaglio e un gusto squisito per la bellezza e la levigatezza del suono (in particolare evidenza i legni, non solo nella sinfonia). Tale scelta tuttavia, unita a una certa lentezza nello staccare i tempi, va a discapito del ritmo teatrale. Nei concertati e nelle scene d’insieme, inoltre, ci sono stati problemi nella connessione tra buca e palcoscenico.

Non convince la protagonista Marianne Crebassa, che ha voce importante per corposità, ampiezza e colore scuro, ma sconta un’emissione diseguale nei diversi registri e una certa qual imprecisione stilistica che si palesa, ad esempio, nel magnifico rondò finale. Qua e là ci sono anche scivolamenti nell’intonazione, ma, a onor del vero, l’interprete è molto attenta e sensibile (in alcuni passaggi ricorda proprio una delle Angeline di Abbado, Frederica von Stade).
Nicola Alaimo, al netto di un abuso di portamenti nell’aria di sortita, disegna un Dandini scenicamente vivace e molto divertente, con una voce chiara ed estesa, ben proiettata, e una resa virtuosistica adeguata. Ottimo il Don Magnifico di Carlos Chausson, sia per la voce che per l’interpretazione, mentre l’Alidoro di Erwin Schrott sembra al di sotto delle sue possibilità. La voce è molto bella, sia per colore che per ricchezza di armonici, ma l’interprete risulta un po’ generico, nonché scenicamente inerte (e sappiamo quanto Schrott possa rendere registicamente).
Maxim Mironov ha fisico e aplomb da principe, un principe russo, di quelli che, per intenderci, si aggiravano nei salotti pietroburghesi descritti da Tolstoj o Dostoevskji. Ha voce chiara e agile, abbastanza morbida e con acuti non squillantissimi; cesella le frasi con gusto e finezza, ma canta tutto con algida eleganza e, in fondo, non emoziona mai. Discontinua la prestazione delle due sorellastre, Anna-Doris Capitelli (Tisbe) e, soprattutto, Tsisana Giorgadze (Clorinda): quest’ultima in particolare, se scenicamente risulta efficacissima perché perfettamente in ruolo, dal punto di vista vocale esibisce un timbro diseguale e una pronuncia censurabile. Anche il coro, istruito come sempre da Bruno Casoni, non è parso all’altezza delle sue possibilità, con limiti nella compattezza dell’insieme e nella precisione degli attacchi.

Teatro alla Scala – Stagione lirica 2018/19
LA CENERENTOLA
Dramma giocoso in due atti
Libretto di Jacopo Ferretti
Musica di Gioachino Rossini

Angelina Marianne Crebassa
Don Ramiro Maxim Mironov
Don Magnifico Carlos Chausson
Dandini Nicola Alaimo
Alidoro Erwin Schrott
Clorinda Tsisana Giorgadze*
Tisbe Anna-Doris Capitelli*
*soliste dell’Accademia Teatro alla Scala

Coro e Orchestra del Teatro alla Scala
Direttore Ottavio Dantone
Maestro del coro Bruno Casoni
Regia, scene e costumi Jean-Pierre Ponnelle
Regia ripresa da Grischa Asagaroff
Luci Marco Filibeck
Maestro al fortepiano Paolo Spadaro Munitto
Produzione Teatro alla Scala
Milano, 19 febbraio 2019

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