La scena si apre su un bordello, dove uomini e donne si accoppiano promiscuamente e la coca si distribuisce a manciate. Il tenutario è un travestito: Rigoletto, truccato e imparruccato, con abito lungo e tacchi alti. Benvenuti nella nuova produzione di VoceAllOpera, la compagnia guidata da Gianmaria Aliverta, che da ormai sei anni arricchisce la scena lirica milanese con spettacoli low cost, dando a giovani cantanti preziose possibilità di debuttare o approfondire ruoli importanti. Il secondo titolo della stagione in corso, come già da alcuni anni allo SpazioTeatro89 nella periferia milanese, è appunto Rigoletto di Giuseppe Verdi.
Dell’ambientazione e della caratterizzazione del protagonista questa volta si sapeva già in anticipo, dato che la prima è stata preceduta da numerose interviste e conferenze stampa. La difformità di Rigoletto secondo Aliverta risiede dunque nel suo essere un travestito, quindi un individuo socialmente emarginato, e nel vivere questa emarginazione in parte come una colpa da nascondere davanti alla figlia, che rappresenta un’isola di normalità idealizzata. Nel bordello, Rigoletto sembra invece sicuro di sé, sceglie con sguardo altero ma compiacente le ragazze da dare ai suoi allupati clienti, ritira mazzette di banconote, smista droga girando intorno a un letto carico di materassi che domina la scena. Passa Monterone e Rigoletto lo sfotte sprezzante: ma quando gli altri escono inizia a struccarsi e cambiarsi meditando sulla maledizione. Così lo coglie uno Sparafucile in pelliccione grigio, sicuro di sé e che va dritto al sodo. Dopo il dialogo fra i due, entra Gilda. Il letto del bordello velocemente rassettato da Giovanna si trasforma nel letto della ragazza su cui troneggia un orsetto di peluche, unico compagno della sua solitudine. L’incontro fra padre e figlia è struggente ma è già spiato dal Duca, che si insinua sotto il letto e, per non farsi mancare niente, mentre aspetta che Rigoletto gli lasci campo libero se la intende con Giovanna. Segue la seduzione della ragazza che velocemente cede al più esperto amante. I cortigiani in abiti da giovinastri sfaccendati truffano Rigoletto coprendogli il viso con una maschera da porco e si portano via non solo Gilda, ma anche il letto, che poi nel secondo anno passano direttamente al Duca. Arriva Rigoletto di nuovo truccato e vestito per il lavoro, il letto è nascosto da un grappolo di palloncini colorati ma quando i cortigiani si scostano fra i palloncini appare chiaramente l’accoppiamento fra il Duca e Gilda. La scena cambia nel terzo atto: la bettola di Sparafucile offre un’immagine di degrado, fra vecchi pneumatici e altri rifiuti urbani. Rigoletto e Gilda spiano da dietro alla recinzione di un cantiere l’arrivo del Duca. Entra poi Maddalena in biancheria fucsia intima e tacco a stiletto e seduce il Duca con aria da dominatrice: tanto che riesce a sedurre anche il fratello per convincerlo a non assassinare il suo amante. Finisce come deve finire, con Rigoletto che impreca contro la maledizione abbracciando la figlia morente dentro a un sacco da obitorio.
Diciamo subito che questa volta la produzione di Aliverta, anche se sempre ricca di inventiva e senza tempi morti, non convince del tutto. Alcune idee non sono sviluppate: per esempio, perché il terzo atto si apre con i cortigiani che in silenzio danno ricche mazzette di banconote a Sparafucile? Anche il Rigoletto travestito non risulta poi così trasgressivo come pareva dagli annunci: sembra più uno smalto superficiale che un tratto che disegna il carattere del personaggio. Soprattutto il lato tragico della vicenda non è approfondito: Monterone sembra un isterico che punta la pistola (ma come fa ad averla?) a destra e sinistra e gli manca la dignità di un personaggio che in realtà dovrebbe avere un ruolo chiave nella tragedia. Certo, considerati gli spazi e il budget si sono fatti miracoli, e questo vale anche per l’aspetto musicale.
Sotto la solida guida del giovane e talentuoso direttore Nicolò Jacopo Suppa si combinano l’orchestra d’archi Ensemble Testori e la Civica Orchestra di Fiati di Milano, con una buona performance non inficiata da qualche piccola sbavatura dovuta forse alla scarsa dimestichezza fra i musicisti delle due formazioni. Però il posizionamento dell’orchestra sulla destra della sala rende sbilanciato il rapporto fra voci e strumenti, costringendo anche i cantanti a frequenti contorsioni oculari per seguire il gesto del direttore. Inoltre, per quanto la si possa ridimensionare, l’orchestra verdiana ha un peso importante, e la posizione infelice ha l’effetto di farla sembrare troppo rumorosa, nonostante il direttore faccia miracoli per non coprire le voci. Lo SpazioTeatro89 non è un teatro, e non ha niente che favorisca la fusione fra orchestra e palcoscenico: questa produzione ne dimostra, se ancora ce ne fosse stato bisogno, i limiti e per il futuro se Aliverta vorrà proseguire con produzioni più impegnative è necessario che la compagnia riesca a trovare una sede più adeguata.
Resta da dire del cast vocale. Selezionato con rigorose audizioni, propone un gruppo di giovani, tutti al loro debutto nei rispettivi ruoli. Spicca per la vocalità ben impostata, la sicurezza di emissione e la pregevolezza del timbro la Gilda del soprano napoletano Sabrina Sanza, molto brava a delineare il carattere ingenuo ma deciso della ragazza, sopraffatta dal possessivo affetto paterno e vogliosa di sottrarsi. Rigoletto è il baritono Alessio Verna. Dopo un inizio non del tutto convincente, il cantante si scalda nel corso del secondo atto e offre un’ottima prova di sé nel duetto “Sì, vendetta”. Il tenore Davide Tuscano è un Duca di Mantova dal materiale vocale interessante, mentre il mezzosoprano Camilla Antonini interpreta in maniera convincente i ruoli di Giovanna e Maddalena e il basso Carlo Andrea Masciadri è uno Sparafucile autorevole, dal bel timbro scuro.
Nella prima delle due recite, un pubblico attento, composto sia da abitanti del quartiere sia da appassionati che avevano affrontato la lunga trasferta (lo SpazioTeatro89 non è nemmeno raggiungibile in metropolitana), riempiva la sala e ha reagito con calore alle performance degli artisti, tributando ai cantanti svariati applausi a scena aperta e nel finale festeggiando tutti con vero entusiasmo.
SpazioTeatro89 – Stagione lirica 2018/19 di VoceAllOpera
RIGOLETTO
Melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave
Musica di Giuseppe Verdi
Rigoletto Alessio Verna
Gilda Sabrina Sanza
Duca di Mantova Davide Tuscano
Sparafucile Carlo Andrea Masciadri
Maddalena/Giovanna Camilla Antonini
Monterone Emil Abdullaiev
Conte di Ceprano Mariano Orozco
Borsa Maurizio De Valerio
Marullo Francesco Auriemma
Contessa Ceprano/Paggio Luana Lombardi
Usciere Gabriele Faccialà
Orchestra d’archi Ensemble Testori
Civica Orchestra di Fiati di Milano
Direttore Nicolò Jacopo Suppa
Coro VoceAllOpera diretto da Diego Terreni
Regia Gianmaria Aliverta
Assistente Brunella De Laurentis
Costumi Sara Marcucci
Assistente Maria Vittoria Benedetti
Scenografia Alessia Colosso
Assistente Riccardo Longo
Luci Elisabetta Campanelli
Assistente Sebastiano Bonicelli
Milano, 15 marzo 2019