Come una sitcom. Il regista Pier Luigi Pizzi rilegge le schermaglie, gli ammiccamenti e i conflitti dei protagonisti del Matrimonio segreto, capolavoro di Domenico Cimarosa in scena al Festival della Valle d’Itria, come se fossero le vicende di una famiglia al centro di una serie televisiva di oggi. Il ricco mercante Geronimo, le due figlie e la di lui sorella abitano in una casa che – direbbero i millennials – è molto stilosa: un’architettura dalle linee pulite, il bianco come colore fondamentale, mobili e oggetti di design, alle pareti opere concettuali di Fontana e Burri in un sapiente accostamento di colori. Eleganza e leggerezza sono le cifre di questo allestimento che intercetta la sospesa bellezza di un capolavoro che traspira affettuosità, gioia di vivere, in una pittura sonora che si raddensa come un olio ma più sovente si stempera nelle tinte liquide di un acquerello.
Merito anche della direzione del giovanissimo Michele Spotti, un musicista da tenere d’occhio: alla guida dell’orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari (in verità piuttosto distratta e dal suono non sempre brillante) riesce a tessere le fila di una narrazione serrata nei tempi, che si distende nel delibare la melodia, quando la magnifica partitura lo richiede, attenta alle ragioni del canto e capace di mettere in luce la raffinatezza di scrittura di Cimarosa.
Tra gli interpreti, meglio il versante maschile di quello femminile, con sugli scudi le prove di Marco Filippo Romano (Geronimo) e Vittorio Prato (Conte Robinson). Se Romano è un buffo eccezionale per la capacità di trovare la giusta misura di una comicità che è sempre giocata in punta di fioretto, Prato esibisce una innata nobiltà nella linea di canto e nella recitazione che lo rendono ideale nel ruolo del conte in cerca di moglie. Le voci poi sono notevoli: più scura e rotonda quella di Romano, ampia e duttile quella di Prato. Ha un bel timbro chiaro e agile, nonché una linea di canto sorvegliata, il giovane tenore australiano Alasdair Kent: canta con trasporto la sua bellissima aria e si fa apprezzare pure per la prestanza scenica (Pizzi, seguendo un suo topos registico, lo fa affacciare seminudo all’inizio dell’opera, suscitando il vivo apprezzamento del pubblico, non solo femminile). L’Elisetta di Maria Laura Iacobellis vanta una bella musicalità e un accento puntuale, ma la voce, luminosa, tende a perdere di consistenza nella parte superiore del registro. Più corposa la voce di Benedetta Torre, frizzante a Carolina, mentre Ana Victoria Pitts (Fidalma) vanta un bel colore scuro ma deve ammorbidire l’emissione soprattutto nelle note più acute. Tutti sono comunque perfetti scenicamente, hanno l’aria di divertirsi molto e quindi divertono anche il pubblico.
Belli i costumi (curati, come le scene, dallo stesso Pizzi) e funzionali le luci, affidate a Massimo Gasparon, che è pure assistente alla regia.
Pubblico numeroso, attento e caloroso nell’applauso.
Festival della Valle d’Itria 2019
IL MATRIMONIO SEGRETO
Dramma giocoso in due atti
Libretto di Giovanni Bertani
Musica di Domenico Cimarosa
Signor Geronimo Marco Filippo Romano
Elisetta Maria Laura Iacobellis
Carolina Benedetta Torre
Fidalma Ana Victoria Pitts
Conte Robinson Vittorio Prato
Paolino Alasdair Kent
Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari
Direttore Michele Spotti
Regia, scene e costumi Pier Luigi Pizzi
Luci / Regista assistente Massimo Gasparon
Nuova produzione
Martina Franca, 31 luglio 2019