Ultimamente la cosiddetta provincia con i suoi teatri di tradizione si sta rivelando una miniera di idee e di talenti capace, spesso e volentieri, di superare qualitativamente quello che viene fatto in piazze più blasonate. Anche il Teatro del Giglio nelle ultime stagioni ha realizzato, in proprio o in coproduzione, spettacoli riusciti in cui gli elementi di interesse non mancavano. Dispiace dunque vedere una tale istituzione prodursi in una Tosca insipida come quella che ha inaugurato la nuova stagione lirica.
Non convince anzitutto lo spettacolo realizzato da Ivan Stefanutti. Il piccolo palco del teatro lucchese impone l’uso di pochi elementi per costruire la scenografia, quindi per tutti e tre gli atti vediamo due coppie di colonne su un basamento e una scalinata barocca che porta a una pedana rialzata, il tutto realizzato in finto marmo nero; tavoli, sedie, un altare e il quadro della Maddalena vengono aggiunti al bisogno, mentre luci calde e piuttosto soffuse bagnano la scena. Lo spettacolo, di impostazione tradizionale, lascia a desiderare nella direzione degli interpreti, che si destreggiano, con poca convinzione e recitazione approssimativa, tra pose piuttosto fisse o azioni che rispondono ai soliti cliché operistici, senza un vero lavoro sui personaggi. Assai poco riuscite risultano infine le proiezioni che mirano a completare la scena con visioni di Roma: un fondale nero o uno bianco illuminato a dovere risulterebbero ben più evocativi di quello che si vede qui, e aiuterebbero anche meglio a convogliare l’atmosfera di terrore che il regista si prodiga a descrivere nelle note apparse sul programma di sala.
Dal punto di vista musicale, si segnala la discreta prova di Marco Guidarini che guida un’Orchestra della Toscana attenta e compatta. La sua è una direzione affilata e sentita, con una grande attenzione ai particolari, che vengono convogliati in una visione quasi sinfonica. I tempi sono spediti quanto basta, mentre i cantanti risultano sempre ben sostenuti e inseriti quanto più possibile nella trama orchestrale.
Il cast si presenta invece discontinuo, a partire da Daria Masiero, la quale presta a Floria Tosca una voce con acuti ben timbrati e sostenuti (il do della lama è ad esempio affrontato con estrema disinvoltura), mentre il registro centrale risulta leggermente più opaco. Se il primo atto viene eseguito con un tocco di patetico lirismo, che si ritrova anche alla fine dell’opera, più problematico è il secondo, dove si nota qualche affaticamento e l’esecuzione di “Vissi d’arte” risulta monocroma e generica. Il fraseggio a tratti inerte e la poca disinvoltura scenica non aiutano poi a rendere convincente il personaggio.
Le cose non vanno meglio col Mario Cavaradossi di Enrique Ferrer, il cui strumento è affetto da un poco gradevole vibrato, soprattutto in zona acuta, ed evidenzia asprezze in alcuni passaggi. Tuttavia si presta con generosità alla parte e, senza prodursi in particolari approfondimenti o finezze, canta le sue arie con convinzione.
Leo An interpreta Scarpia in modo alquanto monocorde, ma presenta una vocalità ampia e omogenea, assai apprezzabile. Matteo D’Apolito è un Angelotti funzionale, con uno strumento connotato da un bel timbro brunito. Saverio Pugliese centra assai bene il personaggio di Spoletta, mentre Donato Di Gioia esegue il ruolo del Sagrestano in modo tradizionale ma efficace. A completare il cast vi sono le buone prove di Marco Innamorati (Sciarrone), Lorenzo Nincheri (un carceriere) e Gaia Niccolai (un pastore). Si disimpegnano discretamente anche il Coro Ars Lyrica preparato da Marco Bargagna e quello di voci bianche Teatro del Giglio e Cappella Santa Cecilia.
Il pubblico della pomeridiana, composto da lucchesi e turisti, tributa grandi applausi alla fine delle arie. Al termine della recita, al netto di qualche isolata contestazione, si riscontra un grande successo, specialmente per i tre protagonisti.
Teatro del Giglio – Stagione 2019/20
TOSCA
Melodramma in tre atti su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
dal dramma omonimo di Vitorien Sardou
Musica di Giacomo Puccini
Floria Tosca Daria Masiero
Mario Cavaradossi Enrique Ferrer
Barone Scarpia Leo An
Cesare Angelotti Matteo D’Apolito
Spoletta Saverio Pugliese
Il sagrestano Donato Di Gioia
Sciarrone Marco Innamorati
Un carceriere Lorenzo Nincheri
Un pastore Gaia Niccolai
Orchestra della Toscana
Coro Ars Lyrica
Direttore Marco Guidarini
Maestro del coro Marco Bargagna
Coro voci bianche Teatro del Giglio
e Cappella Santa Cecilia diretto da Sara Matteucci
Regia, scene, costumi Ivan Stefanutti
Visual designer Ezio Antonelli
Light designer Marco Minghetti
Nuovo allestimento Teatro del Giglio di Lucca
Coproduzione Teatro del Giglio di Lucca,
Teatro Verdi di Pisa, Teatro Goldoni di Livorno
Lucca, 20 ottobre 2019