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Londra, Wigmore Hall – Recital di Sarah Connolly

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Tra gli appuntamenti di spicco della stagione 2018/19, ormai quasi volta al termine, la Wigmore Hall di Londra propone una Liederabend con il mezzosoprano Sarah Connolly, accompagnata al pianoforte da Malcolm Martineau. Il programma è concepito come un viaggio ideale dal Lied romantico e tardo-romantico di matrice tedesca fino alle English songs degli anni Venti del Novecento.
Il concerto giunge in circostanze personali poco felici per la cantante inglese, la quale ha da poco annunciato di non poter prender parte ad alcuni impegni professionali a causa di un’imminente operazione in seguito a una diagnosi di cancro al seno. Il pubblico la accoglie al suo ingresso con un applauso caloroso. Connolly si presenta sul palco della Wigmore Hall sorridente e avvolta in un luminoso vestito velato, dai toni dorati, con stampato un manoscritto, quasi a ribadire subito chi sarà la vera protagonista della serata, ovvero la parola, o meglio, la parola in musica.

Connolly è un’artista poliedrica e una vera e propria istituzione della musica britannica, tanto da essere stata insignita nel 2017 del titolo di Dame Commander of the British Empire per il suo servizio alla musica. La sua reputazione artistica si è affermata dapprima con il repertorio antico e barocco. Celebri sono le sue interpretazioni dei ruoli en travesti degli eroi händeliani (Serse, Giulio Cesare, Ariodante), sicuramente facilitate da una corporatura imponente, lineamenti vagamente androgini e dominio del palcoscenico, ma soprattutto supportate da padronanza tecnica, duttilità timbrica e flessibilità vocale, sempre e rigorosamente nella musica. Per anni infatti, in queste parti, Connolly ha rubato la scena a tutta una serie di controtenori, ormai sempre più in voga per questo repertorio. La popolarità tra il pubblico inglese di non addetti ai lavori giunse nel 2009, quando Connolly, perfettamente a suo agio nei panni dell’Ammiraglio Nelson, intonò sul palco della Royal Albert Hall la marcia patriottica Rule Britannia durante la popolarissima serata conclusiva dei BBC Proms. Al di là dei trouser roles, sicuramente congeniali all’artista e alla sua fisicità, Dame Sarah è riuscita, grazie alla sua versatilità e consapevolezza tecnico-stilistica, a costruire un repertorio eclettico che spazia da Monteverdi al contemporaneo (con incursioni nel jazz), attraverso il barocco, Mozart, il Belcanto, Berlioz, Brahms, Wagner e Mahler. È proprio quest’ultimo l’autore preferito della Connolly, una delle soliste più richieste in tutta Europa nel repertorio sinfonico e liederistico del compositore austriaco.

Nella piccola e intima Wigmore Hall, probabilmente tra le più idonee al mondo per un programma di Hausmusik, grazie al contatto diretto con il pubblico e l’acustica generosa, Connolly domina letteralmente il pubblico per due ore sia con la sua presenza magnetica, che con la voce, la quale viaggia in libertà, grazie al pieno controllo tecnico, dall’intimismo malinconico alla potenza sonora, con una palette sconfinata di colori, dinamiche e sfumature, oltre che un’abilità nel rendere i più diversi stati d’animo così come richiede l’interpretazione del repertorio liederistico. Nulla è lasciato al caso, ogni parola è sapientemente pesata a seconda dell’importanza che ricopre nel testo. La dizione è chiara (il tedesco quasi perfetto) anche grazie a un limitato uso del vibrato (se non per usi espressivi nei momenti più intensi o drammatici), il che permette un’enunciazione perfettamente intellegibile di ogni parola nonché la fuoriuscita del carattere del Lied, sia questo popolare o più letterario. Le espressioni del viso sono sempre coerenti con il senso del canto. Il fiato è regolato e sostenuto anche agli estremi delle dinamiche. La voce è a suo agio nel registro medio, gli acuti sono brillanti, mentre le note basse sono più sicure nella seconda parte rispetto alla prima.

Il recital si apre con cinque canzoni popolari di Brahms: la baldanzosa Ständchen (Serenata); il lirico Da unten im Tale (Laggiù nella valle), dal fraseggio di qualità; Feldeisamkeit (Sola nei campi), dove il mezzosoprano padroneggia fiato e dinamiche; la celebre Die Mainacht (Notte di Maggio), immaginativa e drammatica; Von Ewiger Liebe (Dell’amore eterno), un canto d’amore dove la voce della Connolly domina la sala con potenza. Si cambia registro con i Kindertotenlieder (Canti per i bambini morti, composti da Mahler per un crudele voler del destino, due anni prima della morte della figlia Maria): Connolly appare molto coinvolta e affranta nel rendere il lamento malinconico, la disillusione e la rabbia di un genitore che non vuole accettare la tragedia avvenuta. Dopo l’intervallo si riparte con cinque Lieder di Wolf. Dopo un inizio un po’ sottotono, la voce si scalda velocemente fino ad arrivare a dare il meglio nel sognante e appassionato Mignon su testi di Goethe e nel teatrale e ammiccante Die Zigeunerin (La zingarella) dai poemi di Eichendorff. È poi il turno delle English Songs, dapprima con il misterioso ed enigmatico Day after Day (Giorno dopo giorno) di Frank Bridge, seguito dal tormentato Speak to me my love (Parlami amore mio). A conclusione, due canzoni di Herbert Howells: la melanconica King David (Re Davide), accolta dal pubblico con un lungo e udibile sospiro e la melismatica Come sing and dance (Vieni a cantare e danzare).

Il contributo di Malcolm Martineau alla riuscita del concerto è determinante. Nella sua carriera trentennale, Martineau ha accompagnato cantanti del calibro di Janet Baker, Susan Graham, Anne Sofie von Otter, Frederica von Stade, Angela Gheorghiu, Anna Netrebko ed Elīna Garanča. Con Connolly ha avuto modo di esibirsi in svariate occasioni, di conseguenza la sintonia tra i due è palpabile. L’esperienza nell’assecondare il canto è palese. La coordinazione è incredibile, il dettato musicale scorre senza nessuna rottura, ogni respiro è incastrato perfettamente così come i rallentati, i diminuendi e gli intermezzi più tecnici. Martineau riesce a mettere in luce la musicalità della Connolly, a incalzarla nei momenti drammatici, e al tempo stesso si fa creatore di atmosfere sognanti o melanconiche, cupe o brillanti. La resa dei Kindertotenlieder con il piano, rispetto alla versione orchestrale, è sicuramente meno efficace anche se Martineau si impegna a ricreare alcuni effetti come la tempesta e la calma che ne segue.
Al termine applausi scroscianti dalla sala gremita, con qualche ovazione e diverse chiamate sul palco per entrambi gli artisti. Prima di accomiatarsi, Connolly concede un bis: una dolce English song di Ivor Gurney.

Wigmore Hall – Stagione 2018/19
LIEDERABEND

J. Brahms – Ständchen Op. 106 n. 1
J. Brahms – Da unten im Tale Wo Op. 33 n. 6
J. Brahms – Feldeinsamkeit
J. Brahms – Die Mainacht Op. 43 n.  2
J. Brahms – Von ewiger Liebe Op. 43 n. 1
G. Mahler – Kindertotenlieder
H. Wolf – Italienisches liederbuch, Auch kleine Dinge
H. Wolf – Mörike Lieder, Gesang Weylas
H. Wolf – Eichendorff-Lieder, Nachtzauber
H. Wolf – Goethe Lieder, Mignon
H. Wolf – Eichendorff-Lieder, Die Zigeunerin
F. Bridge – Day after Day
F. Bridge – Speak to me my love
H. Howells – King David
H. Howells – Come sing and dance
Bis
I. Gurney – Desire in Spring

Dame Sarah Connolly mezzosoprano
Malcolm Martineau pianoforte
Londra, 23 luglio 2019

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