Fondata nel 1910 da un gruppo di appassionati di musica, capeggiati dallo scrittore Antonio Fogazzaro, la Società del quartetto di Vicenza vanta una delle tradizioni più longeve e rilevanti della nostra penisola. L’impegno profuso ogni anno per mantenere alto il livello della programmazione è ravvisabile nelle serate offerte al nutrito pubblico che segue con costanza la rassegna. L’inaugurazione della centonovesima stagione rende l’idea dell’impegno organizzativo: il Teatro Comunale di Vicenza ospita la Chamber Orchestra of Europe e il violinista Nicolaj Szeps-Znaider. Quest’ultimo assume anche la veste di direttore in sostituzione di Andrés Orozco-Estrada il quale, per motivi di salute, è costretto ad un periodo di riposo.
La variazione stravolge in parte il programma inizialmente definito, ma è anche una preziosa occasione per poter apprezzare la formazione completa di Znaider. Gli annunciati Concerto per violino in re maggiore op. 35 di Čaikovskji e Danze di Galanta di Kodály lasciano spazio a un monumento del repertorio primo ottocentesco, il Concerto per violino in re maggiore op. 61 di Ludwig van Beethoven. Questa partitura, a lungo trascurata da pubblico, critica e interpreti, si impone all’attenzione generale verso la metà del XIX secolo, grazie alle esecuzioni europee di Joseph Joachim. Alle scarse concessioni virtuosistiche, particolarmente in voga in epoca napoleonica, all’apice dello stile Biedermeier, è affiancata l’attenzione per una linea espressiva apollinea, tecnicamente complessa per le esigenze plastiche richieste allo strumento, nel suo dialogo costante con l’orchestra. Znaider riesce a bilanciare e fondere perfettamente i suoi due ruoli: plasma la linea solistica con un’impeccabile attenzione al dettato beethoveniano, cui s’affianca un’affascinante ricerca coloristica valorizzata dal personale apporto per quanto attiene fraseggio, dinamiche e agogiche, e guida l’orchestra con la salda cognizione delle esigenze di complicità e compenetrazione pensate dall’autore. L’ottima cavata dell’artista produce un suono preciso, potente, pulito anche nei passaggi in pianissimo dove la tecnica si fonde all’emozione.
Nel breve e insolito bis, il Preludio corale BWV 639 di Bach nell’arrangiamento per violino e archi dello svedese Anders Hillborg, si ha un’ulteriore prova della perizia esecutiva del solista e della compagine. Quest’ultima dà prova, durante la serata, di un’invidiabile omogeneità e della costante attenzione alle tinte dei vari settori strumentali. Lo si nota appieno nella solida esecuzione della Sinfonia n. 7 in re minore op. 70 di Antonín Dvořák. La partitura, perfetto sunto del sentire tardoromantico, influenzato dallo stile brahmsiano, e delle tradizioni ceche, sintetizza le conquiste formali raggiunte dall’autore all’altezza del 1885, anno della prima esecuzione a Londra, il 22 aprile. Le tensioni che pervadono la scrittura, conferendole un’austerità capace di commistioni timbriche e coloristiche di inusitata efficacia, si ritrovano tutte nella lettura attenta di Nicolaj Szeps-Znaider che, alla testa della COE, ottiene un suono compatto e modellabile fin nelle più dettagliate esigenze espressive durante i quattro canonici movimenti. Il pubblico apprezza la serata contrassegnata da sinceri applausi e ripetute richieste di bis.
Teatro Comunale – 109ª Stagione della Società del Quartetto di Vicenza
CONCERTO INAUGURALE
Ludwig van Beethoven
Concerto per violino e orchestra in Re maggiore, op. 61
Antonín Dvořák
Sinfonia n. 7 in Re minore op. 70
Bis:
Johann Sebastian Bach (arrangiamento di Anders Hillborg)
Preludio corale BWV 639
Chamber Orchestra of Europe
direttore e violino solista Nikolaj Szeps-Znaider
Vicenza, 9 novembre 2018