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Vicenza Opera Festival 2018 – Falstaff

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Dopo più di un anno dagli iniziali timidi annunci, si concretizza la prima edizione del Vicenza Opera Festival: un’opera e un concerto, nel palladiano Teatro Olimpico, fortemente voluti dal direttore ungherese Iván Fischer, ideatore del progetto che porta in città la Budapest Festival Orchestra e il suo talento organizzativo trasfuso nell’Iván Fischer Opera Company. La scelta lirica cade su Falstaff di Verdi, monumento e summa del genere buffo. Il lavoro congiunto di compositore e librettista, l’arguto Arrigo Boito, assicura alla partitura un ritmo travolgente in cui parola e musica si fondono alla perfezione. Il poeta patavino rilegge Shakespeare con intuitiva perspicacia e valorizza la commedia senza troppi sacrifici dolorosi nella narrazione. Dalla formidabile rielaborazione sortisce un testo caratterizzato da continui preziosismi linguistici e da una bilanciata commistione di sentimenti e arguzia. Dal canto suo, Verdi padroneggia a perfezione il comico, sapendone ammodernare linguaggio e contenuti.

Iván Fischer sottolinea i virtuosismi di una partitura raffinata: è padrone dei tempi teatrali e musicali, così importanti e delicati in questo lavoro di cui è sapiente interprete e assennato esecutore. Alla testa dell’ottima Budapest Festival Orchestra, compagine che annovera strumentisti dediti alla crescita personale e al costante perfezionamento, il direttore calibra le sonorità, in rapporto alla delicata acustica dell’Olimpico, rendendo credibili ambientazioni e vicende grazie a un attento controllo delle dinamiche e degli impasti timbrici. Artista a tutto tondo, lo stesso Fischer firma la regia assieme a Marco Gandini: raramente capita di assistere a uno spettacolo in grado di inserirsi con intelligenza e garbo nel teatro palladiano. Nulla è lasciato al caso e gli artisti sanno bene come agire per non apparire in difficoltà o privi di direttive precise. La recita procede fluida, con eleganti e rapidi mutamenti scenici. Benché l’allestimento di Andrea Tocchio sia stato concepito per il Müpa di Budapest funziona a perfezione a Vicenza dove trova piena valorizzazione nell’architettura rinascimentale. Una pedana rialzata attraversa il palcoscenico e, circa a metà della sua lunghezza, si protende verso la platea in cui trova posto, secondo un’inedita sperimentazione, metà dell’orchestra (percussioni, arpa, legni e ottoni) mentre l’altra metà, costituita dagli archi, è collocata direttamente sul palco, tra le scenografie. L’idea, inizialmente straniante per lo spettatore, è assolutamente funzionale e anche il posizionamento del direttore, in continuo movimento tra le passerelle, trova piena giustificazione nel suo coinvolgimento durante l’esecuzione. Tanto lui quanto gli orchestrali sono parte attiva dello spettacolo: Fischer interagisce con i cantanti mentre i musicisti talvolta entrano in scena fino a irrompervi, nel secondo quadro dell’atto terzo, in qualità di coristi, a fianco dei colleghi del coro Á la c’ARTe, e di fate, elfi e altre creature. Il resto dell’azione si dipana in un abile gioco d’entrate e uscite gestito con soluzioni ragionate, mai scontate o casuali. I raffinati costumi di Anna Biagiotti rivelano, nella foggia moderna, una valida cifra coloristica e formale.

All’interno dell’omogenea compagnia di canto spicca Ambrogio Maestri che, a onta di qualche forzatura in acuto, è un Falstaff davvero completo cui giova il perfetto physique du rôle. La sua lunga frequentazione del beone Sir John, ruolo impersonato oltre duecento volte, gli consente di rendere con estrema naturalezza gli atteggiamenti del personaggio, aderendo sempre all’immaginifico testo. Funzionali, pur con qualche debolezza, il Ford del baritono greco Tassis Christoyannis e il Fenton aggraziato di Xabier Anduaga. Ben tratteggiati anche i tre grotteschi Dr. Cajus, Francesco Pittari, Bardolfo, Stuart Patterson, e Pistola, Giovanni Battista Parodi. Il versante femminile può contare su alcune interpreti che ben conoscono le esigenze e i ritmi teatrali. Simpatica e mai eccessiva Yvonne Naef la quale, nei panni di Mrs. Quickly, appare arguta e credibile al pari di Sylvia Schwartz, Nannetta gioviale e vocalmente adatta alle caratteristiche della giovane innamorata. Le sottili trame ordite per gabbare Falstaff evidenziano il profondo legame tra Meg Page e Alice, affinità resa evidente dalla naturalezza con cui agiscono rispettivamente Laura Polverelli ed Eva Mei. La prima è vivace e pungente, la seconda briosa e solare. Entrambe, nonostante qualche disomogeneità, mettono in campo la propria esperienza e la profonda conoscenza del palcoscenico in una felice interpretazione delle frizzanti creature boitiane.
Successo meritatissimo con prolungati applausi e pubblico in piedi al termine della recita.

Teatro Olimpico – Vicenza Opera Festival 2018
FALSTAFF
Commedia lirica in tre atti
Libretto di Arrigo Boito
Musica di Giuseppe Verdi

Sir John Falstaff Ambrogio Maestri
Ford Tassis Christoyannis
Mrs. Alice Ford Eva Mei
Nannetta Sylvia Schwartz
Mrs. Meg Page Laura Polverelli
Mrs. Quickly Yvonne Naef
Fenton Xabier Anduaga
Dr. Cajus Francesco Pittatri
Bardolfo Stuart Patterson
Pistola Giovanni Battista Parodi

Budapest Festival Orchestra
Direttore Iván Fischer
A’ la c’ARTe Choir & Musici di Budapest Festival Orchestra
Maestro del coro György Philipp
Regia Iván Fischer Marco Gandini
Impianto scenico Andrea Tocchio e Róbert Zentai
Costumi Anna Biagiotti
Luci Tamás Bányai
Da una coproduzione originale di Budapest Festival Orchestra e Müpa Budapest
Vicenza, 14 ottobre 2018

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