A chiusura del festival Jacques Offenbach e la Parigi della musica leggera, che ha portato a Venezia una frizzante ventata operettistica, si colloca il brillante concerto tenuto a Palazzetto Bru Zane. Il titolo Arie di bravura racchiude un programma estroso capace di far compiere un viaggio affascinante nel mondo musicale francese del secondo Ottocento e nelle sue più effervescenti passioni amorose. Offenbach ovviamente spadroneggia: Les Brigands, Orphée aux Enfers, Robinson Crusoé, La Vie parisienne, La Jolie Parfumeuse, Le Voyage dans la lune danno l’idea dello spazio a lui dedicato e della varietà con cui è stata approcciata la sua figura durante la serata.
L’arduo compito di proporre un così ampio pot pourri musicale spetta al pianista Tanguy de Williencourt e al soprano Jeanne Crousaud. Il primo ha gusto appropriato e spiccata inventiva per affrontare un repertorio tanto effervescente, arricchito anche da due numeri (il primo, “Prélude”, e il quinto, “Menuet”) estrapolati da Le Tombeau de Couperin di Maurice Ravel, la seconda punta sulla simpatia scenica e sulla valorizzazione dei testi, spesso piccanti e ricchi di doppi sensi. Questa attitudine giova alla simpatica esecuzione di “J’ai deux amants” da L’amour masqué di André Messager, alla lettura eclettica di “Je ne me doutais guère” da Yes! di Maurice Yvain, memore dei ritmi sincopati provenienti dall’America, e all’interpretazione fantasiosa di due brani di Hervé: “En ne pensant pas à grand-chose” da Estelle et Némorin e “Couplet des roses” da Lanuit aux soufflets.
Le solerti arti amorose si ritrovano anche nelle trasgressioni di “Moi je n’ai pas una âme ingrate” da L’Étoile di Emmanuel Chabrier, nei seducenti vezzi del “Rondo du beau mosquetaire” da Le mousquetaires au couvent di Louis Varney e nelle proposte di Chares Lecocq, uno dei padri dell’operetta: “Ne me grondez pas pour cela” da Docteur Miracle e “Rondo-Valse” da Le Barbier de Trouville. Crousaud coglie delle figure femminili il desiderio di confidare i propri pensieri più intimi, nella speranza di rinnovare le emozioni di un sentimento vissuto con ardore. Il percorso compiuto attraverso varie generazioni di autori, legati all’operetta, valorizza le abilità dell’interprete che comunica con il pubblico attraverso fraseggio contagioso e brillante ritmo attoriale. Nell’assecondarla abilmente, de Williencourt viene a capo delle insidie formali di questo repertorio con estrema naturalezza ed eccellente espressività.
L’esultanza finale del pubblico strappa agli interpreti due bis: “La barcheta” da Six chansons en dialecte vénitien di Reynaldo Hahn e di nuovo “J’ai deux amants” da L’amour masqué di André Messager.
Palazzetto Bru Zane – Festival Jacques Offenbach e la Parigi della musica leggera
ARIE DI BRAVURA
Musiche di: Jacques Offenbach, Hervé, Emmanuel Chabrier,
Maurice Ravel, Maurice Yvain, André Messager,
Louis Varney, Charles Lecocq, Reynaldo Hahn
Jeanne Crousaud soprano
Tanguy de Williencourt pianoforte
Venezia, 28 ottobre 2018