Rappresentata tre anni prima della rivoluzione francese, Le nozze di Figaro è un’opera bifronte, contesa fra la dimensione di commedia umana per antonomasia e la componente ideologico-politica che sostanzia la pièce di Beaumarchais riadattata da Lorenzo Da Ponte. Quasi sempre, negli allestimenti teatrali, l’assunto politico connesso al soggetto viene lasciato sottotraccia e ci si limita a qualche allusione. Quello che oggi interessa e intriga, del capolavoro mozartiano, è soprattutto l’indagine senza tempo sulle leggi che governano il cuore, la riflessione sorprendentemente moderna sul coinvolgimento erotico e l’ambivalenza dell’agire umano.
Nell’edizione che inaugura la Stagione 2018 del Teatro Comunale Mario Del Monaco di Treviso, Francesco Bellotto riporta invece in primo piano la componente rivoluzionaria delle Nozze. Secondo il regista la versione di Mozart-Da Ponte, nonostante la rimozione di alcuni elementi di satira politica e altre concessioni alla censura imperiale, non azzera la portata eversiva della commedia di Beaumarchais. Il tema della lotta di classe e la presenza di un’aristocrazia giocata e sconfitta dalla servitù sussistono anche nell’opera buffa. E infatti, nel corso della rappresentazione trevigiana, la violenza del conflitto tra servi e padroni si avverte con chiarezza. Durante la cavatina “Se vuol ballare, signor Contino” vediamo che Figaro, con un paio di complici, è pronto allo scontro fisico e a tendere un vero e proprio agguato al Conte. Questa voglia di cambiamento e di rivolta contro un’aristocrazia non più intoccabile, emerge in diversi altri momenti dello spettacolo, fino a investire anche la scena finale. Qui il miracolo della riconciliazione tra tutti i personaggi si rivela illusorio e dura lo spazio di un istante: sulle ultime note del festoso inno conclusivo avanza minacciosamente una ghigliottina e sventola il tricolore francese che nascerà dalla rivoluzione del 1789. È evidente che per Bellotto il messaggio positivo solitamente attribuito alle Nozze – la creazione dell’armonia attraverso un universo discorde e la conquista della fedeltà come presupposto di una piena maturazione umana – è solo una utopia.
Vero è che questo nucleo politico non appesantisce la spiccata natura dialettica dell’opera. Il regista dà adeguato risalto al ritmo da commedia e al vorticoso succedersi degli eventi, mantenendo la spontaneità e la leggerezza dell’azione, malgrado la struttura drammatica complessa. Il dinamismo è potenziato ulteriormente dall’idea di Bellotto di presentare lo spettacolo come una sorta di work in progress, utilizzando scene di magazzino già esistenti (quelle firmate da Emanuele Luzzati in collaborazione con Roberto Rebaudengo per una produzione del 2004, mentre i bei costumi settecenteschi sono realizzati per l’occasione da Alfredo Corno) e coinvolgendo nella messinscena anche attrezzisti, macchinisti, sarte e maestri di palco che soprattutto a inizio opera interagiscono con i protagonisti. Una scelta che intende essere anche un omaggio alle maestranze e alla macchina produttiva del Comunale in un momento non facile per i teatri di tradizione.
All’attivo di questa edizione delle Nozze c’è anche l’equilibrato contrappunto fra raffigurazione scenica e realizzazione musicale. I giovani cantanti provengono in gran parte dalle fila del 48° Concorso Toti Dal Monte e formano una compagnia bene assortita e stilisticamente ferrata. Il basso baritono Davide Giangregorio, apprezzato di recente nel Polidoro di Lotti all’Olimpico di Vicenza, è un ottimo Figaro. In possesso di una voce di bel colore scuro, corposa e ben emessa, si impone per la verve teatrale e la calibrata caratterizzazione in odore di “critica sociale”. Apprezzabile anche Francesca Tassinari, una Susanna estranea a connotazioni soubrettistiche, vivace senza mai essere petulante, capace di un canto corretto e di sottile espressività.
Convincente pure la coppia nobile. Yulia Gorgula delinea il ruolo della Contessa con una vocalità molto più controllata rispetto all’Adalgisa proposta a Treviso nell’edizione di Norma del 2016; fraseggia con adeguato abbandono e fa vibrare a dovere la corda della malinconia. Si fa valere pure Christian Federici, un Conte dal timbro pregevole, inappuntabile nella linea stilistica, protervo e irruento mai a scapito dell’eleganza. Le altre due vincitrici del Concorso Toti Dal Monte sono Marta Pluda, Cherubino dalla vocalità adeguata e dal fraseggio mobilissimo, e Francesca Cucuzza gradevole Marcellina.
Tra i restanti interpreti spicca Baurzhan Anderzhanon: capita raramente infatti di ascoltare un Bartolo così ben cantato e interpretato con misura. Efficace Alfonso Zambuto nel doppio ruolo di Basilio e Don Curzio, mentre Sara Fanin è una aggraziata e puntuale Barbarina. Ben caratterizzato il Giardiniere di Luca Scapin.
Se tutti sfoggiano recitativi vivaci e ricchi di sfumature espressive, il merito è anche della concertazione di Sergio Alapont, attento all’immediatezza comunicativa e al ritmo teatrale frenetico della “folle giornata”. Alla guida dell’Orchestra Città di Ferrara, il direttore spagnolo propone dunque un Mozart incline a una drammaticità asciutta e a un andamento narrativo serrato, senza tuttavia perdere di vista la dialettica dei contrasti fra la componente tenera e quella brillante. Da ricordare anche i puntuali interventi del Coro Benedetto Marcello preparato da Francesco Erle e l’efficiente presenza al cembalo di Lorenzo Feder.
Il folto pubblico di giovanissimi e studenti presente all’anteprima cui si riferisce questa recensione, ha accolto tutti i protagonisti con entusiasmo incontenibile.
Teatro Comunale Mario del Monaco – Stagione lirica 2018
LE NOZZE DI FIGARO
Opera buffa in quattro atti
libretto di Lorenzo Da Ponte
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Conte di Almaviva Christian Federici*
Contessa di Almaviva Yulia Gorgula*
Susanna Francesca Tassinari*
Figaro Davide Giangregorio*
Cherubino Marta Pluda*
Marcellina Francesca Cucuzza*
Bartolo Baurzhan Anderzhanov
Basilio/Don Curzio Alfonso Zambuto
Barbarina Sara Fanin
Antonio Luca Scapin
*Vincitori del XLVIII Concorso Internazionale
per Cantanti Toti dal Monte
Orchestra Città di Ferrara
Coro Benedetto Marcello
Direttore Sergio Alapont
Maestro del coro Francesco Erle
Regia Francesco Bellotto
Scene Emanuele Luzzati
Costumi Alfredo Corno
Realizzazione del basso continuo al cembalo Lorenzo Feder
Allestimento Teatri e Umanesimo Latino SpA
coprodotto con Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi
e Fondazione Teatro Comunale di Ferrara
in collaborazione con il Progetto Opera Studio
del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia
Treviso, 24 ottobre 2018