Giunge al terzo appuntamento la rassegna “Prime Donne”, ideata dal Teatro dell’Opera di Roma in collaborazione con la Fondazione Roma Tre, che si svolge al Teatro Palladium. È la volta di Maria Grazia Schiavo, soprano di origini napoletane, impegnata contemporaneamente nella ripresa de La traviata al Teatro dell’Opera, nel recente allestimento ideato da Sofia Coppola con i costumi di Valentino. Accanto a lei, protagonista della serata, il maestro Sergio La Stella che ci regala alcune suggestive pagine pianistiche.
Il programma si apre in grande, con “Caro nome” dal Rigoletto, interpretata con naturalezza e cantata con generosa partecipazione, anche se con qualche imprecisione nelle cadenze. Si intuisce però che l’aria non è estranea alla vocalità della giovane interprete. Nonostante il ruolo non figuri ancora nel suo nutrito repertorio, in cui spiccano, a posteriori delle numerose produzioni barocche, più di tutte Adina, Violetta e Lucia, la tipologia di soprano, dal centro lirico e dal sovracuto facile e brillante, sarebbe perfettamente adatta anche per il personaggio di Gilda. Frizzantissimo è poi il brano “Meine Lippen, Sie küssen so heiβ” dalla Giuditta di Franz Lehár, già cavallo di battaglia di illustri soprani dalla Moffo alla Netrebko. In questo pezzo, in cui le frasi nel registro più grave risultano vellutate e accattivanti, mentre il finale è condotto alla perfezione, Maria Grazia Schiavo canta con la giusta dose di leggerezza e con spigliata simpatia, senza lesinare nulla né sul fronte musicale né su quello interpretativo. Anche se “Il bacio” di Arditi è certamente più pirotecnico, ed eseguito anch’esso senza alcuna esitazione, con una scattante coloratura e con tutte le variazioni più ardite che la tradizione ci ha trasmesso, il brano di Lehár resta l’apice della serata, eguagliato solo dal bis verdiano di “Sempre libera”. Meno interessante, infatti, risulta “Glitter and be gay” di Leonard Bernstein che è probabilmente troppo distante dalla sua sensibilità artistica, forse per la lingua o forse per la concezione stessa del pezzo. Divertente, ma poco incisiva, chiude la “Tarentelle” di Bizet, che poteva figurare meglio in apertura per un recital da Primadonna, soprattutto se paragonato ai brani che lo hanno preceduto. A salvare l’effetto arrivano però i bis: la “Tarantella” di Rossini e il “Sempre libera” di Verdi che, eseguiti con incredibile rapidità, fanno salutare l’artista con sinceri applausi da parte del pubblico.
Una menzione va agli interventi solistici di Sergio La Stella che, particolarmente in “Sogno d’amore” di Liszt, offre il meglio di sé, con un tocco delicato e giocando sul silenzio e sull’assenza del suono per portare alla luce ogni frase in legato e pianissimo.
Rispetto al programma previsto, pubblicato sul sito del Teatro dell’Opera, ci sono state alcune modifiche che sfortunatamente ci hanno impedito di ascoltare “Les Chemins de l’amour” e “Les oiseaux dans la charmille”: un vero peccato.
Teatro Palladium – Rassegna Prime Donne
RECITAL DI MARIA GRAZIA SCHIAVO
G. Verdi, Rigoletto: “Caro nome”
F. Liszt: Sogno d’amore
F. Lehár, Giuditta: “Meine Lippen, Sie küssen so heiβ”
L. Arditi: “Il bacio”
P. Sancan: Toccata
Leonard Bernstein, Candide: “Glitter and be gay”
E. Satie: Gymnopédie
G. Bizet: “Tarentelle”
Bis:
G. Rossini: “Tarantella”
G. Verdi, La traviata: “Sempre libera”
Soprano Maria Grazia Schiavo
Pianista Sergio La Stella
Roma, 19 febbraio 2018