Un cielo limpido, di un celeste tenue, domina il fondo dell’ampia scena. Al centro, una struttura definisce interni delimitati dalle sagome di vetrate vagamente liberty, alludendo a un’intimità perduta e svenduta. Nessuna parete separa infatti gli ambienti, che attirano occhi indiscreti come su una pubblica piazza, mentre le scale sono simbolo di un mondo dove tutti possono scendere e salire senza alcun vincolo sociale. Sobria e delicata, ma profondamente metaforica, è la regia pensata da Chiara Muti per Le nozze di Figaro mozartiane in scena al Teatro Massimo di Palermo dopo diciotto anni di assenza. Un allestimento che convince ed entusiasma il pubblico della prima, registrando l’ennesimo sold out per una coproduzione che vede impegnati, oltre il Teatro Massimo, anche il Petruzzelli di Bari e il San Carlo di Napoli.
Chiara Muti riesce a realizzare un lavoro di raffinata matrice tradizionale. Di certo quello che fa la differenza non sono le scene, seppur suggestive, di Ezio Antonelli, e neppure i bei costumi classici di Alessandro Lai; ciò che rende riuscito l’allestimento è il lavoro accurato sui movimenti scenici e sulla recitazione, sulla giusta interazione e partecipazione dei personaggi e di questo il merito va certamente anche alle straordinarie doti di recitazione degli interpreti. Pochi e funzionali sono i cambi scenografici, basati più che altro sulla comparsa di elementi a volte puramente simbolici, come le fronde dei salici che, presenti sin dai primi quadri, occupano gradatamente lo spazio scenico fino a dominare nel quarto atto: metafora, secondo la regista, di una natura che si riappropria dell’uomo, dell’istinto che prevarica la ragione.
Sotto la direzione brillante e spigliata di Gabriele Ferro, agisce un cast di ottimo livello complessivo. Simone Alberghini, nel ruolo del Conte d’Almaviva, convince per la tecnica vocale solida e l’interpretazione spavalda, entusiasmando il pubblico al termine dell’unica aria a lui riservata: “Vedrò mentr’io sospiro”. Applauditissima anche l’accoppiata formata da Alessandro Luongo e Maria Mudryak. Il primo dimostra di vestire perfettamente i panni dell’astuto e battagliero Figaro, riuscendo a trasmettere, attraverso un’emissione impeccabile ed eccezionali doti interpretative, i molteplici stati d’animo che contrassegnano il personaggio. Molto bene anche la Mudryak, che interpreta una deliziosa Susanna dalla voce limpida e ricca di sfumature.
Grande qualità anche nel canto di Mariangela Sicilia, che sviscera le inquietudini della Contessa con notevole trasporto. La seconda aria a lei affidata “Dove sono i bei momenti” si fa apprezzare per il fraseggio elegante e il controllo della vocalità. Paola Gardina è un frizzante Cherubino grazie alla voce brillante e all’interpretazione fresca e sensuale. Ottima pure la prestazione di Emanuele Cordaro, impegnato in Don Bartolo, che sfoggia una voce profonda e sicura come si conviene. Convince meno, quanto a rendimento vocale, la coppia Don Basilio/Marcellina interpretata da Bruno Lazzaretti e Laura Cherici. I ruoli minori, sostenuti da Daniela Cappiello (Barbarina), Giorgio Trucco (Don Curzio) e Matteo Peirone (Antonio) si fanno apprezzare per efficacia recitativa e accuratezza del canto. Eccellente il Coro del Teatro Massimo diretto da Piero Monti.
Teatro Massimo – Stagione 2018
LE NOZZE DI FIGARO
Opera buffa in quattro atti
Libretto di Lorenzo Da Ponte
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Il Conte di Almaviva Simone Alberghini
La Contessa di Almaviva Mariangela Sicilia
Susanna Maria Mudryak
Figaro Alessandro Luongo
Cherubino Paola Gardina
Marcellina Laura Cherici
Don Bartolo Emanuele Cordaro
Don Basilio Bruno Lazzaretti
Don Curzio Giorgio Trucco
Barbarina Daniela Cappiello
Antonio Matteo Peirone
Orchestra e Coro del Teatro Massimo
Direttore Gabriele Ferro
Maestro del coro Piero Monti
Maestro al fortepiano Giacomo Gati
Regia Chiara Muti
Scene Ezio Antonelli
Costumi Alessandro Lai
Luci Vincent Longuemare
Nuovo allestimento del Teatro Massimo
in coproduzione con il Teatro San Carlo di Napoli
e il Teatro Petruzzelli di Bari
Palermo, 18 maggio 2018