Si è svolto al Teatro Verdi di Padova il XXIX Concorso lirico internazionale intitolato a Iris Adami Corradetti, celebre soprano omaggiato con l’ascolto, al principio della serata conclusiva, di “Un bel dì vedremo” dalla Butterfly di Puccini. Dei ben centocinquantotto giovani arrivati, da tutto il mondo, nella città del Santo il 9 ottobre per le prime fasi della competizione, solo dieci sono giunti alla finale pubblica di sabato 13. Prima di riportare i risultati mi preme sottolineare l’abbassamento della qualità media dei concorrenti, rispetto a qualche anno fa. Questa situazione, ormai comune, rende difficile il lavoro della commissione che spesso perviene a scelte non sempre condivisibili. In quest’occasione la giuria è presieduta da Peter Mario Katona, direttore artistico Teatro Covent Garden, Londra, e composta dal soprano padovano Mara Zampieri, vicepresidente, Christoph Seuferle, direttore artistico Deutsche Oper di Berlino, Tony Gradsack, casting manager Teatro alla Scala, Christina Scheppelmann, direttore artistico Teatro Liceu di Barcellona, Evamaria Wieser, responsabile area artistica Festival di Salisburgo, Elisabeth Sobotka, sovrintendente Festival di Bregenz, He-Ion Seo, docente presso Seul National University College of Music, Renate Kupfer, consulente opera casting, Umberto Fanni, direttore generale Royal Opera House Muscat, e Cecilia Gasdia, sovrintendente Fondazione Arena di Verona.
I cantanti sono introdotti dalla diligente presentazione di Lorenza Mario mentre sul palcoscenico del Verdi è presente l’Orchestra di Padova e del Veneto che Steven Mercurio dirige in arie del repertorio operistico ottocentesco e mozartiano. Conquistano il podio un baritono e due mezzosoprani: un coreano, un’ucraina e un’italiana. Sul gradino più alto si posiziona Leonardo Lee, nato in Corea del Sud ma stabilitosi in Germania, che ha già ottenuto una serie di riconoscimenti internazionali e ha all’attivo collaborazioni musicali di rilievo. Con l’esecuzione di “O du, mein holder Abendstern” da Tannhäuser di Wagner e di “È sogno… o realtà” dal Falstaff di Verdi il baritono evidenzia le potenzialità di uno strumento decisamente perfettibile. Il secondo premio va a Valentyna Pluzhnikova, iscritta al Conservatorio di Kiev e coinvolta nel progetto accademico, per giovani talenti, del Teatro Nazionale (Teatr Narodowy) di Varsavia. In “O mio Fernando” da La favorita di Donizetti e in “Cruda sorte” da L’italiana in Algeri di Rossini si evincono alcune problematicità interpretative, di dizione e omogeneità, risolvibili con un attento percorso di studio. La terza posizione spetta a Chiara Tirotta, formatasi all’Accademia di alto perfezionamento per cantanti lirici del Teatro alla Scala di Milano, che esegue con diligenza “Parto, parto ma tu ben mio” da La clemenza di Tito di Mozart e con alcune difficoltà il rondò dalla Cenerentola di Rossini.
Due le borse di studio assegnate: la prima, dedicata alla memoria della compianta Lucia Valentini Terrani, è conferita alla già menzionata Valentyna Pluzhnikova; la seconda, intitolata ad Antonio Favarato, è assegnata al baritono coreano Youngjun Park, interprete di “Perfidi!… Pietà, rispetto, amore” da Macbeth di Verdi e di “Nemico della patria” da Andrea Chenier di Giordano. Gli altri sei candidati sono il basso bulgaro Bozhidar Bozhkilov, il baritono Biagio Pizzuti, il tenore Giovanni Sebastiano Sala e i tre soprani Luisa Tambaro, Sara Rossini e Gilda Fiume. Il numeroso pubblico presente alla finale ha seguito con interesse la serata, dando caloroso sostegno alle nuove promesse della lirica.