Nei suoi cinque anni di attività la compagnia VoceAllOpera, animata dal regista Gianmaria Aliverta, ha portato avanti con successo la sua filosofia di opera low cost, con allestimenti minimi ma grande cura per la recitazione. Per questa Cenerentola allo Spazio Teatro 89, Aliverta ci trasporta nel mondo dell’alta moda, dove la protagonista è una sartina soffocata dalla polvere e sommersa dagli abiti, Don Magnifico è lo stilista gay della maison e le sorellastre mimano famosi personaggi modaioli. Come sempre, è ben assecondato da giovani cantanti vogliosi di farsi apprezzare, ad alcuni dei quali VoceAllOpera spesso offre un importante trampolino di lancio: è il caso della protagonista dell’opera rossiniana, il mezzosoprano Angela Schisano, al suo debutto assoluto su un palcoscenico operistico. E che debutto: la cantante, per nulla intimorita dall’occasione, dispiega fin dall’attacco della sua aria di entrata, “Una volta c’era un re”, una dovizia di mezzi vocali, che si avvale di un timbro morbido e intrigante accompagnato da una notevole sicurezza tecnica. Così giunta alla fine della serata, per nulla affaticata dall’impegnativa performance, si slancia sugli impervi saliscendi del rondò “Non più mesta”, con la voce sempre ferma che non si stimbra in acuto. Anche la sua interpretazione mostra notevoli doti naturali. La Schisano è un’Angelina che, benché oppressa da padre e sorellastre, si mantiene battagliera senza però diventare aggressiva. Stretta fra le richieste delle due arpie, passa il tempo a cucire e aggiustare, ma si mantiene aperta verso gli altri e quando Don Ramiro arriva travestito si lascia andare alla sua sensibilità. Squisita nel duetto “Un soave non so ché”, si dimostra testarda quando cerca di convincere il padre a mandarla al ballo, e sorpresa ma per niente intimorita alla rivelazione dello scambio fra Dandini e Don Ramiro. Dopo l’ottimo debutto si può solo sperare di ascoltarla di nuovo presto in questo e altri ruoli.
Una menzione particolare meritano poi le due sorellastre: la Tisbe di Marianna Mennitti, bionda virago in abiti ultra moderni (nelle intenzioni del regista dovrebbe impersonare Donatella Versace) e la Clorinda di Chiara Iaia, severa e un po’ rétro, in stile Chanel. Entrambe impeccabili vocalmente, hanno sfoderato una grandissima verve comica che le ha fatte vere protagoniste di molte divertenti scene. Personalmente, invece, ho trovato poco convincente l’idea di dare una caratterizzazione effeminata al ruolo di Don Magnifico, a cui ha dato vita il pur bravo Fabio La Mattina, che vocalmente si è difeso molto bene. Soddisfacente il Dandini di Carlo Checchi, un po’ imbarazzato dal suo travestimento principesco. Alidoro era il basso Elcin Huseynov, che ha fatto la sua entrata in un carrello della Coop, come attivista del Banco Alimentare. Voce importante, con qualche piccola sbavatura nella chiusa della difficile aria “Là del ciel nell’arcano profondo”, ha dato un valido apporto alla riuscita della serata. Resta il Don Ramiro di Pasquale Conticelli, tenore trapanese non nuovo alla collaborazione con VoceAllOpera. Il giovane cantante può contare su un timbro luminoso e una buona emissione; è un interprete convincente e riesce a dare un’impronta personale a questo personaggio che, per forza di cose, rimane in secondo piano rispetto alla sua partner. Deve però ancora lavorare sul registro acuto, dove la voce tende un po’ a sbiancarsi.
Alla direzione dell’Orchestra Testori, il Maestro Marco Alibrando fa miracoli, per altro condivisi dagli interpreti che hanno cantato per lo più senza poter vedere l’orchestra che era sistemata dietro di loro, nonché dai quattro elementi (ma forse qui si poteva far qualcosa in più) che hanno valorosamente, e soprattutto coraggiosamente, interpretato il coro. I costumi ideati da Sara Marcucci e Simone Martini e le scene di Aliverta e Alessia Colosso, realizzate dagli ospiti della comunità psichiatrica “La casa di Anania” della fondazione Castellini di Melegnano, hanno fatto il resto per regalare al pubblico una serata divertente e di notevole qualità. Pubblico che pure merita una lode, per essersi spinto sotto un acquazzone fino allo Spazio 89, piccola sala di periferia che dalla stazione della metropolitana di San Siro dista ancora sette fermate di autobus. Non pare azzardato dire che l’attività di una compagnia vivace e interessante come VoceAllOpera meriterebbe una migliore accessibilità.
Spazio Teatro 89 – Stagione VoceAllOpera 2018
LA CENERENTOLA
ossia La bontà in trionfo
Dramma giocoso in due atti
su libretto di Jacopo Ferretti
Musica di Gioachino Rossini
Don Ramiro Pasquale Conticelli
Dandini Carlo Checchi
Don Magnifico Fabio La Mattina
Clorinda Chiara Iaia
Tisbe Marianna Mennitti
Angelina Angela Schisano
Alidoro Elcin Huseynov
Orchestra Testori
Coro di VoceAllOpera
Direttore Marco Alibrando
Regia Gianmaria Aliverta
Scene Alessia Colosso, Gianmaria Aliverta
Costumi Sara Marcucci, Simone Martini
Produzione VoceAllOpera
Milano, 11 maggio 2018