Il Teatro Carlo Felice di Genova e la World Entertainment Company hanno iniziato la propria collaborazione già dalla passata stagione con West Side Story di Bernstein. Squadra vincente non si cambia ed è naturale cercare di ripetere i risultati ottenuti con precedenti successi. Così, anche la Stagione lirica 2018-2019 si apre all’insegna del musical, nel solco ormai tracciato della commistione dei generi che caratterizza, negli anni più recenti, l’attività della fondazione genovese. An American in Paris è per la precisione un lavoro su musiche di George Gershwin che, ricordiamolo, non ha composto un musical con questo titolo, ma un poema sinfonico della durata di circa venti minuti che descrive le impressioni di un americano mentre passeggia per Parigi: un brano orchestrale di grande successo e popolarità che lo stesso autore definì balletto rapsodico.
Il musical in programma a Genova, per la prima volta sulle scene italiane, è pertanto una creazione recente, in senso molto lato un lavoro postumo del grande compositore statunitense. La prima assoluta risale a solo quattro anni fa, al Théâtre du Châtelet di Parigi. Si potrebbe azzardare che un filo molto sottile leghi An American in Paris con The Rake’s Progress di Stravinskij, compositore, peraltro, molto amato da Gershwin (assieme a Ravel). Si tratta ovviamente di due soggetti completamente diversi, teatro “leggero” l’uno, teatro “impegnato” l’altro. Entrambi, tuttavia, trovano spunto dalle arti visive: i celebri dipinti/incisioni di William Hogarth per The Rake’s Progress, l’omonimo film di Vincente Minnelli per An American in Paris con protagonisti Gene Kelly e Leslie Caron, pluripremiato con svariate statuette agli Oscar. Il musical riprende e rispetta la trama del film ambientato nel secondo dopoguerra. Il testo è curato da Craig Lucas, mentre la parte musicale attinge, ovviamente, al poema sinfonico omonimo e a numerosi altri lavori di Gershwin, tutti piuttosto conosciuti anche dal pubblico italiano, tra cui il Concerto in Fa, la Second Rapsody (Cuban Overture) e, tra i songs, I got rhytm, I’ve got beginner’s luck, The man I love, Liza, S Wonderful, Shall we dance?, Stairway to paradise. Ne risulta un prodotto assai ben confezionato, gradevolissimo e capace di trascinare il pubblico al più grande entusiasmo.
La compagnia di attori-ballerini-cantanti di WEC è costituita da autentici specialisti del genere. Il livello è molto alto. Nel ruolo protagonistico di Jerry Mulligan, aspirante pittore, Giuseppe Verzicco si rivela attore spiritoso, ottimo ballerino e buon cantante, così come Tiziano Edini, nella parte del pianista e aspirante compositore Adam, si fa notare per la mimica divertente regalando al pubblico un emozionante But not for me. Ben calato nei panni del francese Henri, Simone Leonardi fa emergere con elegante reticenza i fantasmi del passato e il desiderio di vivere il futuro nella carriera di cantante. Un terzetto maschile affiatatissimo e di grande presenza scenica.
Non sono da meno le due protagoniste femminili: dolce e determinata la Lise di Marta Melchiorre, fascinosa e autoironica Alice Mistroni nel ruolo della ricca magnate Milo. Entrambe si muovono in scena con eleganza, senso del teatro e del personaggio che interpretano. Una menzione particolare meritano, seppure in brevi ruoli, Marco d’Alberti e Annamaria Schiatterella rispettivamente il maître de danse e la sua antipaticissima assistente Olga, una specie di signorina Rottenmeier del balletto; bravissimi i genitori dell’aspirante cantante, Mr. e M.me Baurel, ovvero Mimmo Chianese e Donatella Pandimiglio, quest’ultima impareggiabile nella parte della madre autoritaria e dedita a salvare il buon nome della famiglia.
Regia e scene portano la firma di Federico Bellone, i costumi sono disegnati da Chiara Donato, le luci ideate e gestite da Valerio Tiberi. Particolarmente elegante e felice risulta la scelta di collocare, sul fondo del palco, una grande cornice in cui scorrono via via le più note tele della pittura francese; altrettanta eleganza, anche sul versante cromatico, si ritrova nei costumi, sempre consoni al carattere del personaggio che li indossa. I componenti della compagnia di ballo sono davvero strepitosi, così come le coreografie curate da Fabrizio Angelini. Lodevole, inoltre, il lavoro sui singoli personaggi svolto da Bellone.
Verve, scatto, swing, ma anche abbandono e malinconia nella direzione di Daniel Smith, di cui si nota la simpatia nel sapersi mettere in gioco con i personaggi in palcoscenico. Smith conosce e ama questo repertorio, se ne lascia trascinare e riesce a soggiogare completamente il pubblico. Ottime le prestazioni di Orchestra e Coro del Teatro Felice, quest’ultimo preparato da Francesco Aliberti, mentre la cura del “suono” e quindi l’amplificazione – forse eccessiva – sono affidate a Armando Verzullo.
Lo spettacolo è presentato in lingua italiana nelle parti recitate, mentre i songs sono eseguiti in lingua inglese. Come accennato, il successo è stato molto caloroso, anche se non si può fare a meno di notare i parecchi posti vuoti in teatro. Così come non si può non rilevare il carattere minimale del programma di sala (l’indicazione della successione dei songs e magari il testo degli stessi in inglese e in italiano non avrebbero guastato) e le molte difformità, a partire dai nomi dei personaggi, tra quanto nello stesso riportato rispetto al sito web della fondazione.
Teatro Carlo Felice – Stagione di musical 2018/2019
AN AMERICAN IN PARIS
Musical play in due atti
Edizione in lingua originale con dialoghi in italiano
Libretto di Craig Lucas
Musica e parole di George Gershwin e Ira Gershwin
Jerry Giuseppe Verzicco
Lise Marta Melchiorre
Henri Simone Leonardi
Adam Tiziano Edini
Milo Alice Mistroni
Monsier Baurel Mimmo Chianese
Madame Baurel Donatella Pandimiglio
Mr. Z Marco D’Alberti
Olga Annamaria Schiattarella
Ensemble:
Alex Botta
, Federico Colonnelli
, Francesco Consiglio,
Giorgia Ferrara,
Ivana Mannone
, Federica Nicolò
, Simone Nocerino
, Giulia Patti
, Daniela Ribezzo,
Monica Ruggeri
, Riccardo Sinisi
, Matteo Tugnoli
Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice
Direttore Daniel Smith
Maestro del coro Francesco Aliberti
Regia e scene Federico Bellone
Costumi Chiara Donato
Luci Valerio Tiberi
Suono Armando Vertullo
Coreografie Fabrizio Angelini
Nuovo allestimento in coproduzione Teatro Carlo Felice – WEC World Entertainment Company
Per la prima volta nei teatri italiani
Genova, 14 ottobre 2018