Si respira un’atmosfera liturgica in queste recite finali dell’81° Festival del Maggio Musicale Fiorentino, nelle quali vengono celebrati i 50 anni dal debutto di Riccardo Muti nella città del giglio. Per l’occasione si è deciso di eseguire in forma di concerto Macbeth di Giuseppe Verdi, considerato uno dei cavalli di battaglia del maestro, che, oltre ad aver eseguito tale titolo innumerevoli volte dal vivo, lo ha anche immortalato in una incisione discografica in studio del 1976 per la EMI con la New Philarmonia Orchestra e un cast composto da Sherrill Miles, Fiorenza Cossotto, Ruggero Raimondi e José Carreras.
In un’occasione del genere l’attenzione è ovviamente puntata sulla sua direzione. Non si può non rimanere stupefatti di fronte a una tale perizia tecnica, e uno dei grandi pregi del direttore è sicuramente quello di saper far suonare al meglio le orchestre che si ritrova sotto mano. Raramente si sono sentite le compagini del Maggio Musicale Fiorentino esibirsi così compatte, coese e con una tale precisione millimetrica. Da loro Muti ottiene un suono rotondo e avvolgente. Si avverte un’attenzione maniacale al dettaglio, in cui non va perso neanche il più recondito passaggio. Ogni filo della trama orchestrale rimane sempre perfettamente intelligibile, senza che questo intacchi una solida visione generale, così da creare delle vere e proprie architetture sonore che la bacchetta non fatica a sostenere. In tale costruzione le voci si inseriscono con naturalezza, come pilastri architettonici che contribuiscono all’insieme, ma non vengono mai sopraffatte. Queste qualità sono perfettamente riscontrabili nell’entusiasmante Finale primo, un vero capolavoro di prodezza tecnica in cui tutti i pezzi coinvolti costruiscono un vortice abbacinante, maestoso e confortante; incredibile a tal proposito il risalto che viene dato alle viole, il quale, nonostante sia un marchio di fabbrica, lascia sempre a bocca aperta. L’impressione finale è quella di una vera e propria messa laica officiata dal maestro, risolta in una serie di “sezioni” cesellate con massima cura e improntate a chiaroscuri drammatici, piuttosto che di un teatro corrusco fatto di passioni brucianti e immediate, in cui l’azione incalza inesorabile verso la tragica fine.
Il cast risulta ben assemblato e funzionale alla visione mutiana. Luca Salsi si districa nel ruolo del titolo con disinvoltura. Il baritono è dotato di un ampio strumento che sa dosare bene in tutte le situazioni, e di una linea omogenea e salda. Il timbro non è scurissimo ma la voce si piega a un notevole gioco di inflessioni e colori. Tuttavia si ha l’impressione di qualche eccesso nella creazione del personaggio e nella gestione del fraseggio, che portano l’interprete ogni tanto a qualche cedimento verista non propriamente ideale.
Vittoria Yeo viene a capo dell’insidiosa parte di Lady Macbeth con professionalità. Non ha la voce che si associa solitamente al ruolo, ed effettivamente le discese in basso risultano piuttosto vuote, alcune volte problematiche, ma nel registro centrale e acuto il soprano dimostra una buona tenuta e saldezza. Il non amplissimo strumento dimostra di essere ben sostenuto, e si nota una certa attenzione al fraseggio, ma il timbro non è dei più personali. Il ruolo della Lady eccede insomma le possibilità del soprano, che tuttavia cerca di renderlo suo con lodevole impegno.
Riccardo Zanellato è un Banco che si distingue per buona emissione e fraseggio. Il bel timbro scuro non aiuta a sopperire ad alcuni vuoti in basso, ma la sua aria del secondo atto emerge nella sua morbidezza malinconica.
Francesco Meli dona la sua corposa voce a Macduff e con una linea salda e la sua solita eleganza esegue un “Ah, la paterna mano” vocalmente ineccepibile, mentre appare meno pregnante in momenti più concisi, come il finale.
A parte il Malcom un po’ appannato di Riccardo Rados, il resto del cast affronta con giusto piglio e sintonia le parti di contorno, come Antonella Carpenito, che dona il suo timbro bronzeo alla Dama di Lady Macbeth, e Adriano Gramigni nel ruolo di del Medico, con una bella voce di basso.
Alla fine della recita si registra un successo trionfale per tutti, dalle masse artistiche ai solisti, con ovvie ovazioni nei confronti di Muti, accompagnate anche da applausi ritmati.
81° Maggio Musicale Fiorentino
MACBETH
Melodramma in quattro atti di Francesco Maria Piave e Andrea Maffei
Musica di Giuseppe Verdi
Versione 1865
Macbeth Luca Salsi
Banco Riccardo Zanellato
Lady Macbeth Vittoria Yeo
Dama di Lady Macbeth Antonella Carpenito
Macduff Francesco Meli
Malcom Riccardo Rados
Domestico di Macbeth Vito Luciano Roberti
Un medico Adriano Gramigni
Un sicario Giovanni Mazzei
Un araldo Egidio Massimo Naccarato
Orchestra e coro del Maggio Musicale Fiorentino
Direttore Riccardo Muti
Maestro del coro Lorenzo Fratini
Firenze, 13 luglio 2018