L’ottava stagione del Palazzetto Bru Zane, Centre de musique romantique française con sede a Venezia, corona la propria intensa attività di ricerca scientifica e di divulgazione musicale con un festival interamente dedicato alla negletta figura di Fernand de La Tombelle (fino all’11 maggio). Il costante impegno profuso nella riscoperta e valorizzazione di un repertorio trascurato ha sviluppato, negli anni, il gusto per l’approfondimento tanto di un singolo autore, quanto del contesto artistico circostante. La rassegna si apre con un concerto che ripercorre le tappe fondamentali della mélodie francese tardo ottocentesca.
Ovviamente spicca la figura di La Tombelle: il compositore, brillante discepolo della madre, a sua volta allieva di Thalberg e Liszt, si dedica allo studio della musica senza disdegnare l’approfondimento di varie materie scientifiche, letterarie e giuridiche. Con il perfezionamento, sotto la guida di Théodore Dubois, raggiunge una versatile padronanza stilistica, espressa nei più disparati generi, che abbraccia anche molti campi del sapere: è appassionato di fotografia, disegno, pittura, scrittura, opere astronomiche e culinarie, in un tripudio di curiosità tipico degli artisti dell’epoca. I plurimi stimoli offerti da tutti questi interessi si riversano nella pedagogia praticata, in età matura, con l’intento di diffondere la musica sia al di fuori della capitale sia nella città stessa, dove istituisce i concerti d’organo del Trocadéro e fonda la Schola Cantorum, rinomata concorrente del più noto conservatorio.
Nel concerto che inaugura l’ultima parte della programmazione 2016-2017 della fondazione franco italiana si ascoltano mélodies di Gabriel Fauré, Charles Gounod, Camille Saint-Saëns e Fernand de La Tombelle. Sono solo alcuni dei nomi celeberrimi legati a questo repertorio, frequentato con particolare dedizione a cavallo tra la parte conclusiva dell’Ottocento e i primi decenni del secolo seguente e impegnato nella vestizione musicale di testi dall’alta dignità letteraria. Fauré è il nome maggiormente connesso all’indagine della musica vocale cameristica della quale offre una declinazione personale fatta di raffinata attenzione per i dettagli e per gli aspetti linguistici del testo. Di lui si ascoltano Soir, di Albert Samain, il Madrigal, desunto dalle musiche di scena per Shylock, commedia di Esmond Haraucourt, l’evocativa En sourdine e la languida C’est l’extase, due delle Cinq mélodies dette “de Venise”, e la dolorosa Prison, tutte su testi di Paul Verlaine. Maestro del precedente è Saint-Saëns, autore prolifico e colto, dotato di fervida inventiva e lucida curiosità. Ne sono prova Rêverie, L’Enlèvement e La Cloche tratti da Victor Hugo. La scrittura trasognante lascia spazio all’ampio sviluppo dinamico e all’efficace trattamento vocale, frutto di una sorprendente conoscenza dell’ambito cameristico.
Nelle varie mélodies di La Tombelle si evince l’influenza esercitata dal testo: le immagini evocative suscitano soluzioni drammatiche di insolita forza, tanto per la conduzione solistica quanto per l’accompagnamento pianistico, spesso sviluppato con rimarchevole attenzione. Questi brevi lavori offrono anche un terreno ideale sul quale sperimentare un’accentuata espressività compositiva, indagata attraverso ricerche e dotte citazioni arcaiche. I contrasti dinamici caratterizzano Dans l’alcôve sombre, mentre armonie modali pervadono À la mère de l’enfant mort, entrambe su versi di Victor Hugo. Vi sono poi le toccanti riflessioni veicolate da Le Livre de la vie e da Le Secret des vagues, dialogo di forte impatto con il mare. La proposta più interessante è l’ultima della serata: le Pages d’amour, un ciclo di sei testi scritti e musicati da La Tombelle. La raccolta, risalente al 1912, è un compendio dell’arte dell’autore che qui esalta l’impegno pianistico, l’importanza del ritmo e l’efficacia evocativa delle immagini proposte.
I due artisti impegnati, Yann Beuron, tenore, e Jeff Cohen, pianista, sono gli artefici dell’esecuzione di alto livello. L’intesa è palpabile e basata sulla spiccata sensibilità interpretativa d’entrambi. Beuron è in possesso di una vocalità solida che riesce a piegare a propria discrezione in mezzevoci sorvegliate, florilegi dinamici accurati e fraseggio elegante. Raramente capita di ascoltare una tale musicalità al servizio del repertorio cameristico, affrontato con dovizia di dettagli e attenzione alle esigenze autoriali. Del pari Cohen si avvale di una tecnica ferrea e della sviluppata attenzione verso le esigenze del cantante, accompagnato con sicura efficacia e vigile solerzia. Per ringraziare il nutrito e festante pubblico vengono proposi ben tre bis: Offrande di Reynaldo Hahn, Chanson de l’adieu e Il pescatore canta di Francesco Paolo Tosti. Anche queste prove confermano le doti accennate, oltre a evidenziare, una volta di più, il meritorio impegno divulgativo del Palazzetto Bru Zane.
Palazzetto Bru Zane – Festival Fernand de La Tombelle, gentiluomo della Belle Époque
SE I MIEI VERSI AVESSERO LE ALI…
I.
Gabriel Fauré: C’est l’extase
Charles Gounod: Le Soir
Gabriel Fauré: Soir
Fernand de La Tombelle:
Dans l’alcôve sombre – À la mère de l’enfant mort
II.
Gabriel Fauré:
Prison – En sourdine – Madrigal de Shylock
III.
Camille Saint-Saëns:
Rêverie – L’Enlèvement – La Cloche
Fernand de La Tombelle:
Le Livre de la vie – Le Secret des vagues
IV.
Fernand de La Tombelle:
Pages d’amour (L’Ultime idole – Nuits d’amour – Sérénade – Retour – L’Apaisement – La Flambée)
bis:
Reynaldo Hahn:
Offrande
Francesco Paolo Tosti:
Chanson de l’adieu – Il pescatore canta
Tenore Yann Beuron
Pianoforte Jeff Cohen
Venezia, 8 aprile 2017