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Treviso, Teatro Comunale – Musica per il palato, con Jessica Pratt e Antonino Siragusa

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È nota la passione di Gioachino Rossini per la gastronomia: assieme alla musica e al gentil sesso, il pesarese ha una predilezione spiccata per la buona tavola. Nei lunghi decenni del silenzio, dopo il ritiro dalle scene, Parigi lo ospita con gli onori riservati ai grandi. Alle crisi nervose, il compositore contrappone il suo spirito gioviale che si riversa nella cura, quasi maniacale, per le pietanze concepite con estro e fantasia e sottoposte agli amici più intimi, radunati dalla seconda moglie Olympe Pélissier in occasione delle numerose serate musicali e mondane. I pasti luculliani fungono da ricompensa per le grandi fatiche degli anni giovanili e da rifugio contro la depressione latente dell’età adulta. La cucina elaborata scongiura la corsa frenetica del mondo circostante, sempre più vorticoso e progressista.
“Gioachino Rossini. Musica per il palato” è la nuova iniziativa dell’Associazione Lirica Trevigiana, capitanata dal direttore artistico Giuseppe Aiello, che predispone un variegato concerto durante il quale la musicologa Elena Filini intrattiene il pubblico con simpatici aneddoti riguardanti vizi e virtù del godereccio pesarese. L’organizzazione cala due assi vincenti, proponendo interpreti legati indissolubilmente a questo repertorio: si tratta di Jessica Pratt, storica amica dell’associazione della Marca, e Antonino Siragusa. Assieme intonano “Oui, vous l’arrachez à mon âme” da Guillaume Tell, consacrazione parigina dell’autore italiano.

Il soprano inglese, australiano d’adozione, offre una propria funambolica lettura di “Una voce poco fa” da Il barbiere di Siviglia, ma colpisce in particolare nel rondò finale “Tace la tromba altera” dalla rara Matilde di Shabran. Al cospetto della scrittura rossiniana, Pratt domina il pentagramma con piena padronanza e omogeneità d’emissione: tutta la zona acuta, cui s’aggiungono le frequenti puntature sopracute, è corposa e timbrata, i centri risultano sonori e sempre a fuoco, anche durante le agilità più serrate.
Le medesime impressioni si hanno all’ascolto della cavatina della Comtesse Adèle “En proie à la tristesse” da Le Comte Ory. All’udire la naturalezza con la quale l’artista snocciola gli abbellimenti rossiniani, il teatro esplode in unanimi consensi e apprezzamenti. Al suo fianco, il tenore messinese gioca le proprie carte, perfezionate in vent’anni di carriera ai massimi livelli. Siragusa ha un’innata disinvoltura scenica che funziona perfettamente nel misurarsi con le comiche sfumature rossiniane. Si accompagna alla chitarra durante la canzone del Conte d’Almaviva “Se il mio nome saper voi bramate” da Il barbiere di Siviglia e conquista l’uditorio con il fraseggio adamantino e la fragranza delle mezzevoci. Dalla stessa opera, il cantante propone anche il corposo rondò finale “Cessa di più resistere”, ove confluiscono pirotecnie vocali tipiche dello stile rossiniano. Con l’aria “Sì, ritrovarla io giuro” da La Cenerentola si ha un’altra prova della sua piena maturità, siglata da una piacevole rotondità del registro centrale.

Ai due fuoriclasse sono affiancati sette giovani dell’Accademia Rossiniana del Rossini Opera Festival di Pesaro: i soprani Giorgia Paci ed Eleonora Bellocci, il mezzosoprano Lilly Jørstad, il tenore Yasuhiro Yamamoto, il baritono William Hernández e i bassi Alessandro Abis e Shi Zong. La loro preparazione, nella città che ha dato i natali all’illustre autore, si evince dall’esecuzione dei finali del primo atto dal Barbiere di Siviglia, dall’Italiana in Algeri e dalla Cenerentola. Ad Hernández è affidata la cavatina di Dandini “Come un’ape nei giorni di aprile” da La Cenerentola. Il cantante costaricano padroneggia oculatamente i propri mezzi denotando già una spiccata intelligenza interpretativa, mista al fascino di un timbro corposo e morbido.
Il gruppo scelto di voci maschili del Coro Lirico di Bergamo è preparato con cura da Fabio Tartari.

Sul podio dell’Orchestra di Padova e del Veneto, compagine che comincia ad avere una certa dimestichezza con il repertorio lirico, evidenziando un lavoro di perfezionamento avviato negli ultimi anni, c’è Sebastiano Rolli. Il direttore conferma la marcata attenzione alle dinamiche e alle agogiche, queste ultime trattate con un gusto personale decisamente accentuato, in particolare durante l’esecuzione delle ouvertures da Il barbiere di Siviglia e da L’italiana in Algeri. La frequentazione assidua delle opere della prima metà dell’Ottocento consente a Rolli di affinare lo stile esecutivo, facendo risaltare le sue qualità d’accompagnatore, sempre attento alle esigenze dei solisti e della narrazione musicale. Il grande successo conclusivo è ricompensato dal bis del finale primo dal Barbiere di Siviglia che coinvolge tutti gli artisti in una sfrenata ridda rossiniana.
E per chiudere con un omaggio che il cigno di Pesaro avrebbe molto apprezzato, al termine del concerto, tutti ad assaporare e carpire i segreti delle prelibate pietanze di sua invenzione, in un ricco buffet presso il museo Ca’ dei Carraresi.

Teatro Comunale Mario Del Monaco
GIOACHINO ROSSINI: MUSICA PER IL PALATO

Il barbiere di Siviglia: Ouverture
“Una voce poco fa”
“Se il mio nome saper voi bramate”
Finale primo atto – Sestetto,
Matilde di Shabran: Rondò finale Atto II (“Tace la tromba altera”)
Il barbiere di Siviglia: “Cessa di più resistere”

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L’italiana in Algeri: Ouverture
Finale atto primo “Nella testa ho un campanello”
Guillaume Tell: “Oui, vous l’arrachez à mon âme”
La Cenerentola: “Come un’ape nei giorni d’aprile”
“Sì, ritrovarla io giuro”
Finale primo atto
Le Comte Ory: “En proie à la tristesse”

Bis:
Il barbiere di Siviglia: Finale atto primo – Tutti

Soprano Jessica Pratt
Tenore Antonino Siragusa
Accademia Rossiniana del Rossini Opera Festival:
Soprano Giorgia Paci
Soprano Eleonora Bellocci
Mezzosoprano Lilly Jørsyad
Tenore Yasuhiro Yamamoto
Baritono William Hernández
Basso Alessandro Abis
Basso Shi Zong
Orchestra di Padova e del Veneto
Direttore Sebastiano Rolli
Coro Lirico di Bergamo diretto da Fabio Tartari
Presentatrice Elena Filini
Treviso, 19 febbraio 2017

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