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Treviso, Teatro Comunale – Die Entführung aus dem Serail

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Verso la fine del Settecento il Singspiel si impone all’attenzione del pubblico tedesco. Questo genere, caratterizzato dall’alternanza di canto e dialoghi, nasce su imitazione dei modelli europei quali l’opéra comique francese, l’opera buffa italiana e la zarzuela spagnola, e diventa, a tutti gli effetti, il modello teutonico per antonomasia. Gli argomenti, di facile presa, puntano sulle caratteristiche fantastiche, favolistiche e originali. Belmont und Constanze oder die Entführung aus dem Serail, pubblicato nel 1781 dal creativo commerciante di Lipsia Christoph Friedrich Bretzner, ispira Mozart e il suo librettista Johann Gottlieb Stephanie il giovane. Quest’ultimo, su mandato imperiale, è tra i fondatori del National-Singspiel, una compagnia stabile per il teatro nazionale. La trovata avrà vita breve ma l’esperienza del Burgtheater (questo il nome del teatro viennese destinato alle composizioni di stile tedesco) decreterà il successo del Singspiel negli ultimi decenni del XVIII secolo. Dalla penna, non troppo brillante, di Stephanie, guidato dai consigli solerti di Mozart, sortirà infine Die Entführung aus dem Serail, tenuta a battesimo con grande successo il 16 luglio 1782 a Vienna.

Nella ricorrenza del genetliaco mozartiano, il Teatro Comunale “Mario Del Monaco” di Treviso ha ben pensato di riproporre un allestimento, coprodotto nel 2010 con l’Opera Company of Philadelphia, che approderà, a breve, anche al Teatro Comunale di Ferrara, partner ormai fisso dell’istituzione della Marca. Il brillante spettacolo è ideato dal regista Robert Driver, direttore artistico dell’Opera Company, affiancato da Gaia Buzzi, scene e costumi, e Roberto Gritti, disegno luci.
Driver modernizza l’ambientazione, senza violare i significati della vicenda, immaginando il rapimento di Konstanze, Pedrillo e Blonde in un contesto belligerante, per la precisione nel 1917 durante la prima guerra mondiale. Il carattere del pascià Selim s’ispira alla figura di Ataturk (fondatore e primo presidente della Repubblica turca), leader filoccidentale affascinato dalla bella Konstanze, spia delle forze alleate. Belmonte, pilota spagnolo e amante della ragazza, viene avvisato dell’accaduto e riesce a portare in salvo tutti, dopo aver superato molteplici traversie.
L’opera scorre tra trovate spiritose e un ritmo incalzante che prevede il libero accesso dei cantanti in platea e una felice azione sul palco. L’impianto scenico sfrutta pochi elementi, dalla scala a libro mobile, con pedana rialzata, alla scarna oggettistica d’arredo, tutto con un sobrio tocco turchesco, mentre i costumi giocano con le tinte e le fattezze. Molto azzeccate le proiezioni, ideate dal computer graphics Lorenzo Curone, le quali fanno affidamento al cinema hollywoodiano dei primi decenni del secolo scorso per rinforzare e rendere ancor più credibile la romantica e avventurosa storia di salvataggio.

La scelta, discutibilissima, di presentare tutti i dialoghi in versione italiana si è rivelata dannosa ai fini drammaturgici. Ai pezzi chiusi in tedesco, facilmente comprensibili grazie ai sopratitoli, si alternano lunghi inserti che intaccano l’unità narrativa, tendendo a distrarre ripetutamente l’ascoltatore. Fortunatamente Francesco Ommassini, alla testa della solerte benché spesso opaca Orchestra Regionale Filarmonia Veneta, concerta con attenzione la partitura, infondendo a tutto il lavoro il giusto equilibrio di ingredienti esotici e cantabilità mozartiana.

Il cameo di Bruno Praticò, nei panni del pascià Selim, si risolve negli episodici interventi parlati, durante i quali l’artista risulta sacrificato e lievemente lezioso.
Alla smaliziata Blonde offre la sua gioviale voce sopranile la giovane Daniela Cappiello, già udita a Treviso come vincitrice di una recente edizione del Concorso lirico Toti dal Monte. Il soprano ha valide doti attoriali che affiancano una discreta musicalità e leniscono qualche asprezza negli estremi acuti.
Al pari dinamico e capace in scena si rivela Marc Sala, Pedrillo ricco di verve, nonostante lo strumento sottodimensionato per volume e conseguente interazione con l’orchestra.
Istrionico l’Osmin di Manfred Hemm. Il basso austriaco, dall’illustre carriera pluridecennale, accosta il brutale, ma buffo, sorvegliante del palazzo reale con la sardonica predisposizione per la comicità mista all’ironia. La voce, abbastanza omogenea, sale e scende lungo il complesso pentagramma mozartiano dando il senso della vertiginosa tecnica, qua e là smagliata solo da alcune emissioni più fibrose.
Sebbene abbia dalla sua un timbro schietto e una certa musicalità, il tenore viennese Martin Piskorski, Belmonte, tiene testa con grande difficoltà ai passaggi più impervi, dando l’idea di scarsa fluidità negli abbellimenti e di eccessiva stentoreità durante il canto, specie nei momenti cantabili.
L’impegno di Jeanette Vecchione-Donatti, che cerca di ottenere il massimo dai propri mezzi, lascia trapelare la difficoltà nel ricoprire la parte di Konstanze. L’ascesa all’acuto risulta forzata, con il rischio di togliere morbidezza alla linea esecutiva, e nella zona centrale si ha la sensazione di qualche slittamento d’intonazione. La sua prova è comunque interessante per la cura del personaggio e per l’approfondimento del fraseggio.
Il Coro del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, alla cui testa vi è Francesco Erle, si disimpegna con una prova positiva e ben preparata.
Il pubblico, non molto numeroso, ha manifestato la propria presenza quasi unicamente alla fine, con applausi convinti alla compagnia.

Teatro Comunale Mario del Monaco – Stagione lirica 2016/2017
DIE ENTFÜHRUNG AUS DEM SERAIL
Singspiel in tre atti K 384
Libretto di Johann Gottlieb Stephanie il giovane
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart

Selim Bruno Praticò
Konstanze Jeanette Vecchione-Donatti
Blonde Daniela Cappiello
Belmonte Martin Piskorski
Pedrillo Marc Sala
Osmin Manfred Hemm

Orchestra Regionale Filarmonia Veneta
Direttore Francesco Ommassini
Coro Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia
diretto da Francesco Erle
Regia Robert Driver
Scene e costumi Gaia Buzzi
Luci Roberto Gritti
Computer Graphics Lorenzo Curone
Treviso, 27 gennaio 2017

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