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Pavia, Teatro Fraschini – Rigoletto (cast alternativo)

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Tocca al Teatro Fraschini di Pavia ospitare il debutto del nuovo allestimento itinerante del Rigoletto di Giuseppe Verdi prodotto da OperaLombardia.

Lo spettacolo concepito da Elena Barbalich funziona nell’insieme grazie alla forte identità che ne caratterizza il piano visivo. Le scene e i costumi (questi ultimi un po’ Gaultier e molto Westwood) sono entrambi realizzati da Tommaso Lagattolla, soluzione che assicura una continuità formale ed estetica tra i due elementi. L’inserimento degli oggetti e dei personaggi in teche (davvero soggioganti i nudi che si rifanno alla Dafne del Bernini), o il loro posizionamento su parallelepipedi in un ambiente fatto di specchi e plexiglass potrebbe sul principio evocare quell’effetto “vetrina Rinascente”, subito scongiurato dal teatralissimo taglio luci a opera di Fiammetta Baldiserri. Nella visione che la regista asseconda, le donne, prive (o private?) del senso di autodeterminazione, sono incapaci di muoversi e perfino di esistere senza una volontà maschile. In quest’ottica, il Duca ama circondarsi di figure femminili inanimate. L’ingresso della Contessa di Ceprano, sdraiata su di un talamo, suggerisce in realtà l’apparizione di un cadavere sul proprio giaciglio funerario. La stessa Gilda, così come più tardi Maddalena, si presenta agli occhi dello spettatore come un manichino cui solo l’abbraccio paterno di Rigoletto o quello sessuale del Duca può infondere la vita. La Barbalich dimostra di saper condurre il gioco scenico affidato ai protagonisti, senza limitarsi alle indicazioni fornite dal libretto. In tal senso, destabilizza e sorprende allo stesso tempo l’ingresso risoluto di Gilda nella taverna di Sparafucile già durante il quartetto, quando nel suo accostarsi fisicamente al Duca e a Maddalena, va a comporre un trittico profondamente evocativo, dove l’uomo è diviso e conteso nell’eterno dualismo che nasce dall’attrazione verso i due archetipi erotici contrapposti, la vergine e la puttana.

Sul versante musicale, si soffre della direzione imprecisa e discontinua di Pietro Rizzo. Il maestro parte subito sottotono con un’introduzione che manca di atmosfera e tensione, per poi evidenziare, perlomeno durante tutto il primo atto, pesanti lacune nella concertazione con le voci, le quali vengono messe continuamente in situazioni ad alto rischio. Nella fattispecie, risulta particolarmente imbarazzante il recitativo del “Caro nome”, dove il gesto poco chiaro fa naufragare miseramente la tenuta dell’insieme. Negli atti successivi, la situazione migliora leggermente, ma pur non verificandosi intoppi clamorosi, è impossibile concedere la sufficienza a una prova che, a mio avviso, ha l’aggravante di affossare un’orchestra come quella dei Pomeriggi Musicali, capace di ben altri risultati se affidata a una bacchetta altrimenti ispirata.

Francesco Landolfi ha voce importante, ricca di armonici, e fino a che può mantenere l’emissione sul forte è capace di prestare a Rigoletto accenti veementi e autorevoli di rara efficacia, rispettando altresì tutte le puntature all’acuto previste dalla tradizione. Quando il baritono, com’è giusto fare, tenta di smorzare al fine di veicolare altro tipo di sensazioni (come lo smarrimento, la dolcezza o la preoccupazione del padre), lo strumento tende invece ad alleggerirsi e a schiarirsi, mentre il canto in generale va a perdere un po’ di espressività. Si tratta comunque di una pecca veniale all’interno di una prestazione che lascia presagire ulteriori margini di miglioramento.
Claudia Pavone, a un anno dall’ottima Traviata sempre targata OperaLombardia, si riconferma vocalista di pregio e artista sensibile. La sua è una prova in crescendo. Fin troppo cauta nei duetti con Rigoletto prima e con il Duca poi, e appena insicura nell’aria dove qualche fiato corto tradisce un velo di emozione, la sua Gilda appare già dal secondo atto ferma e volitiva nell’interpretazione come nella vocalità. “Tutte le feste al tempio” è cesellata con cura e seguita da un “Vendetta tremenda vendetta” siglato da uno svettante mi bemolle, mentre in conclusione dell’opera, i pestiferi si bemolle in pianissimo che costellano “Lassù in cielo” sono un modello di purezza e intonazione.
È però il Duca di Marco Ciaponi a ritagliarsi un posto di rilievo tra i protagonisti, grazie a una voce di tenore limpidissima e argentea, impreziosita da una dizione sfavillante che ne amplifica la naturale comunicativa. Se il giovane cantante vorrà risolvere alcune lievi disomogeneità nell’emissione, uniformando il vibrato incerto del registro centrale a quello morbido e spavaldo del registro acuto, potrà indubbiamente puntare a risultati sempre più degni di nota.

Vicino ai tre interpreti principali, spicca lo Sparafucile di Alessio Cacciamani (agghindato in pieno stile Matrix) che unisce alla soggiogante presenza una vocalità di basso sonora e ben emessa. Lo stesso non si può dire di Katarina Giotas, che si accoda al folto stuolo delle Maddalene centrate a livello scenico ma dissestate dal punto di vista vocale. Solo accettabili le numerosi parti di fianco e discreta la resa della sezione maschile del Coro di OperaLombardia, preparato da Massimo Fiocchi Malaspina.
Al termine della recita applausi generosi per tutti, calorosissimi per Claudia Pavone e Marco Ciaponi.

Teatro Fraschini – Stagione d’Opera 2017/2018
RIGOLETTO
Melodramma in tre atti di Francesco Maria Piave
Musica di Giuseppe Verdi

Il Duca di Mantova Marco Ciaponi
Rigoletto Francesco Landolfi
Gilda Claudia Pavone
Sparafucile Alessio Cacciamani
Maddalena Katarina Giotas
Giovanna Nadiya Petrenko
Il Conte di Monterone Matteo Mollica
Marullo Guido Dazzini
Matteo Borsa Giuseppe Distefano
Il Conte di Ceprano Giuseppe Zema
La Contessa di Ceprano Anna Bessi
Paggio Luisa Maria Bertoli
Usciere Giacomo Archetti

Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
Coro OperaLombardia
Direttore Pietro Rizzo
Maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina
Regia Elena Barbalich
Scene e costumi Tommaso Lagattolla
Luci Fiammetta Baldiserri
Coproduzione Teatri di OperaLombardia e Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi
Pavia, 5 novembre 2017

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