Inaugurato nel 2006 con il sostegno del Circuito Lirico Lombardo e della Regione Lombardia, il progetto Pocket opera giunge quest’anno alla sua dodicesima edizione. Tale lodevole iniziativa ha la finalità di proporre, nei piccoli teatri storici della Lombardia, una versione “tascabile” del repertorio d’opera di tradizione, in una nuova rielaborazione drammaturgica e musicale ma perfettamente riconoscibile e fruibile dal pubblico. Così, nel corso degli anni, si sono susseguiti titoli di Mozart, Verdi, Rossini, Donizetti e Puccini. Per il 2017, la scelta è caduta su Madama Butterfly, che dopo aver debuttato a Vighizzolo di Cantù e Magenta negli scorsi mesi, è andata in scena in un Teatro della Società di Lecco gremito.
Sugli scudi lo spettacolo concepito da Roberto Catalano (regia e progetto luci) ed Emanuele Sinisi (scene). L’impianto, di forte impatto estetico nonostante l’essenzialità, è dominato da due enormi piani inclinati, un pavimento solcato da righe bianche che si intersecano fra di loro geometricamente e una parete bianca traslucida. Su di essa, durante il matrimonio, Pinkerton inizia a tracciare in orizzontale una striscia nera d’inchiostro, una sorta di violento graffio che terminerà solo alla fine del duetto d’amore con la delicata geisha, violando così uno spazio sino ad allora incontaminato e candido. Come precisato anche dal regista, tale solco diviene per Butterfly un orizzonte immobile al quale guardare con fiducia: nel secondo atto vediamo che il fondale è ricoperto dal disegno di un prato fiorito, piccolo microcosmo ideale sgorgato dalla fantasia della fanciulla. Questo mondo inventato, ricco di speranze e desideri inappagati, dopo il “Coro a bocca chiusa” si abbassa al suolo, lasciando spazio a un arido giardino costellato di fiori blu e a una linea di tubi al neon di un bianco accecante, alla quale l’innocente Cio-Cio-San guarderà mentre compie il rituale dello jigai. Suggestivi gli effetti di luce e molto curati, pur nella loro semplicità, i vaporosi costumi firmati da Ilaria Ariemme.
Sul podio della volenterosa Orchestra 1813, il trentatreenne Alessandro Palumbo: con gesto energico e scattante predilige una lettura pulita, coesa, attenta alle dinamiche e ai tempi, mai soverchiante, riuscendo a restituire appieno le molteplici nuances e gli esotismi della partitura pucciniana, sebbene l’organico orchestrale sia ridotto.
Nel cast, giovani cantanti selezionati e preparati dall’AsLiCo. Il soprano Sarah Tisba è Cio-Cio-San: tagliente in acuto e a tratti opaca nei gravi, delinea una protagonista fresca, spontanea, delicata come una farfalla (grazie anche al fisico esile e minuto). Da evidenziare un notevole temperamento drammatico e un fraseggio variegato, scavato nella pietra, intriso di pathos; tra i momenti meglio riusciti, sicuramente l’atteso “Un bel dì vedremo”, lo straziante “Che tua madre” e il tragico “Con onor muore”.
Accanto a lei, il virile e aitante Pinkerton di Angelo Fiore: vocalità vigorosa e squillante, ben proiettata e vibrante nelle note alte, il tenore si distingue per un’interpretazione passionale, sfacciata, estremamente spavalda.
Aristocratico e trattenuto lo Sharpless del baritono Matteo Mollica, in possesso di buona musicalità e di una voce gradevole, timbricamente chiara.
Nei panni di Suzuki il mezzosoprano russo Arina Alexeeva si distingue per uno strumento vocale omogeneo, luminoso nel registro acuto e bronzeo in quello medio-grave.
Equilibrato ma perfettibile il Goro di Mattia Muzio; convincente e signorile nel portamento Filippo Rotondo nel doppio ruolo di Yamadori e del Commissario imperiale; abbastanza autoritario lo Zio Bonzo del basso cinese Shi Zong; corretta ma poco incisiva la Kate Pinkerton del soprano Selena Bellomi. Efficaci e centrati gli interventi corali di Veronica Ghisoni, Giacomo Leone, Afra Morganti, Daniele Palma, Adriana Patané, Mattia Rossi (parenti, amici e servi).
Un pubblico rumoroso e partecipe ha tributato un successo festante a tutti gli interpreti. La tournée proseguirà al Teatro Sociale di Stradella (8 aprile) e al CineTeatro di Chiasso (22 aprile).
Teatro della Società di Lecco – Pocket opera 2017
MADAMA BUTTERFLY
Tragedia giapponese in tre atti. Libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa
Musica di Giacomo Puccini
Cio-Cio-San Sarah Tisba
Pinkerton Angelo Fiore
Suzuki Arina Alexeeva
Sharpless Matteo Mollica
Goro Mattia Muzio
Yamadori/Commissario Filippo Rotondo
Zio Bonzo Shi Zong
Kate Pinkerton Selena Bellomi
Parenti, amici e servi/coro Veronica Ghisoni, Giacomo Leone, Afra Morganti, Daniele Palma, Adriana Patané, Mattia Rossi
Dolore Thomas Rigamonti
Orchestra 1813
Direttore Alessandro Palumbo
Regia e progetto luci Roberto Catalano
Scene Emanuele Sinisi
Costumi Ilaria Ariemme
Produzione AsLiCo – Nuovo allestimento
Lecco, 18 marzo 2017