L’algida Svizzera di una stazione sciistica alpina negli anni Trenta del Novecento è il contesto scelto dal regista Bepi Morassi per La sonnambula di Vincenzo Bellini in scena al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.
Si tratta di un allestimento realizzato nel 2012 per il più raccolto palco del Teatro La Fenice di Venezia. Migrando dalla città lagunare a Firenze, le belle scene di Massimo Checchetto guadagnano in respiro e il fondale che riproduce un paesaggio alpino innevato, illuminato da un sole freddo e chiuso da un cielo di un azzurro purissimo, sembra vero. Bellissima la scena conclusiva, con una sala da pranzo in perfetto stile decò, dove si affollano i personaggi abbigliati con magnifici abiti disegnati da Carlos Tieppo. Lo spettacolo funziona dal punto di vista registico, grazie anche a un lavoro che è parso minuzioso non solo sugli interpreti principali, ma anche su figuranti e coro. Chiaro che una scelta siffatta mette necessariamente in ombra la dimensione più elegiaca e sognante di questo magnifico capolavoro. Amina stessa non si presenta come una ragazza ingenua, tutta assorta nel suo amore per Elvino; risulta piuttosto essere una giovane vivace e un po’ capricciosa, comunque consapevole di ciò che vuole dalla vita (in questo molto simile alla rivale Lisa). Ci pensa la musica a dipingere davanti agli occhi degli ascoltatori quel nostalgico anelito a un mondo di ingenua e incontaminata purezza che è da sempre la sostanza più autentica dell’ispirazione belliniana, soprattutto in Sonnambula.
Quello che non mi è parso funzionare a dovere è invece l’aspetto musicale. A cominciare dalla direzione corretta ed equilibrata di Sebastiano Rolli che, tuttavia, non è riuscito a imprimere un passo teatrale alla narrazione, limitandosi ad accompagnare con garbo i cantanti, inseguendo sì alcune finezze strumentali, ma peccando in incisività e assestandosi su un generico mezzoforte. Il coro, istruito da Lorenzo Fratini, si è mostrato più volte scollato rispetto alla buca, soprattutto nel primo atto, riuscendo invece più convincente nella bellissima pagina che apre il secondo atto.
Sonnambula, si sa, è opera da primadonna: la protagonista Laura Giordano ha compitato con precisione il suo ruolo, eseguendo tutto quanto è scritto, cercando di accentare con gusto e di seguire con sensibilità la linea melodica belliniana. Tuttavia, mi pare sia mancato quel quid che fa parlare di un’interpretazione memorabile e che riguarda anzitutto la qualità timbrica della voce e un approccio originale al personaggio in termini di fraseggio e presenza scenica. Quest’ultima, purtroppo, difetta all’Elvino di Shalva Mukeria, che mi è parso “bifronte”: la voce morbida, omogenea e intonata, sembra quella di un bravo cantante degli anni Trenta del secolo scorso, anche in considerazione di un’impostazione interpretativa che oggi suona alquanto datata (certo sospiroso incedere vocale…). Mukeria appare quindi, vocalmente, perfettamente in linea con l’allestimento di Morassi. Peccato che non lo sia scenicamente, anche a causa dei costumi che indossa, che ne sottolineano una certa qual goffaggine (con eccezione di un elegante smoking per la scena conclusiva), così da risultare, più che il giovane innamorato di Amina, un suo affettuoso zio. Il migliore, sotto il profilo squisitamente musicale è così il Conte autorevole e solido di Nicola Ulivieri, che coniuga disinvoltura scenica e bellezza timbrica. Brava anche la vivace Lisa di Giulia Bolcato, dotata di un timbro davvero interessante, così come il sicuro Alessio di Min Kim e la apprezzabile Teresa di Giada Frasconi.
Teatro del Maggio Musicale Fiorentino – Stagione lirica 2017/2018
LA SONNAMBULA
Melodramma in due atti di Felice Romani
Musica di Vincenzo Bellini
Il Conte Rodolfo Nicola Ulivieri
Teresa Giada Frasconi
Amina Laura Giordano
Elvino Shalva Mukeria
Lisa Giulia Bolcato
Alessio Min Kim
Un notaro Carlo Messeri
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Direttore Sebastiano Rolli
Maestro del coro Lorenzo Fratini
Regia Bepi Morassi
Scene Massimo Checchetto
Costumi Carlos Tieppo
Luci Vilmo Furian
Firenze, 18 novembre 2017