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Cremona, Teatro Ponchielli – Rigoletto

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Le recite del Rigoletto targato OperaLombardia continuano sul palco del Teatro Ponchielli. Confermo in linea di massima le valutazioni su spettacolo, direzione musicale e personaggi secondari e minori come espresso nella recensione del debutto pavese. A Cremona ho avuto modo di ascoltare e vedere gli altri tre artisti che si avvicendano nei panni dei protagonisti: Lucrezia Drei, Matteo Falcier e Angelo Veccia.

La scrittura di Gilda, da sempre appannaggio dei “sopranini” di coloratura per via dei sovracuti aggiunti dalla tradizione, sarebbe in verità più consona al peso e alle potenzialità espressive di un buon (leggasi bravo) soprano lirico. L’organizzazione vocale di Lucrezia Drei è essenzialmente riconducibile a quella del soprano leggero. Una bella organizzazione, si badi, ma forse un po’ al limite in un contesto strumentale come quello verdiano. Nonostante qualche presa di fiato aggiuntiva nelle frasi più lunghe e sostenute, e una percettibile stanchezza durante “Tutte le feste al tempio” e la successiva stretta con Rigoletto, la Drei ha comunque diverse carte da giocare, e lo fa con perizia. Innanzitutto un “Caro nome” dalla splendida linea, intonazione perfetta, e finalmente privo di stucchevoli bamboleggiamenti, ma, anzi, estatico e sensuale nelle intenzioni, quasi carnale. La cadenza, lentissima, cantata da sdraiata, non solo non fa minimamente rimpiangere l’assenza del tradizionale mi bemolle, ma si ammanta in tal modo di un’espressività inusitata, del tutto personale. C’è poi il terzo atto, vocalmente sicuro e interpretativamente centrato, dove risulta ben chiaro che questa Gilda sta tenendo saldamente in pugno il proprio destino. A livello fisico, è difficile immaginare di meglio per il personaggio, mentre dal punto di vista attoriale, il risultato è realmente convincente.

Matteo Falcier ha il carisma e la spavalderia che la parte richiede, ma la sua aderenza alla parte del Duca di Mantova finisce qui. La voce è piuttosto piccola, chiarissima, e l’emissione qua e là nasale. Evidenzia inoltre palesi difficoltà sia nel tenere il tempo (e l’inadeguatezza della direzione purtroppo non aiuta), sia nelle salite all’acuto, tecnicamente grossolane, che generano nell’ascoltatore la tipica sensazione di un qualcosa fatto “all’arrembaggio”.

Angelo Veccia è un Rigoletto per nulla “buffone”, quanto piuttosto un uomo pieno di dignità, oltraggiato più che deriso. Aspetto e movenze si discostano parecchio dall’iconografia del giullare gobbo, per assumere invece una connotazione che, per quanto anacronistica sotto l’aspetto narrativo, risulta insolitamente attraente. Il cantante, poi, risolve il ruolo al meglio, con una voce di baritono magari non privilegiatissima nel colore, ma ampia nel centro e in acuto, e risonante in tutta l’estensione. L’emissione è sana, e capace anche di piegarsi a tutte le sfumature del caso. Impeccabile la resa di “Cortigiani, vil razza dannata”, furente e imperiosa nella prima parte, soffusa e dolente nella seconda. Ricordavo il suo ottimo Renato in una passata produzione del Ballo in maschera e le impressioni destate all’epoca sono state qui pienamente riconfermate.

Teatro Ponchielli – Stagione d’Opera 2017
RIGOLETTO
Melodramma in tre atti di Francesco Maria Piave
Musica di Giuseppe Verdi

Il Duca di Mantova Matteo Falcier
Rigoletto Angelo Veccia
Gilda Lucrezia Drei
Sparafucile Alessio Cacciamani
Maddalena Katarina Giotas
Giovanna Nadiya Petrenko
Il Conte di Monterone Matteo Mollica
Marullo Guido Dazzini
Matteo Borsa Giuseppe Distefano
Il Conte di Ceprano Giuseppe Zema
La Contessa di Ceprano Anna Bessi
Paggio Luisa Maria Bertoli
Usciere Giacomo Archetti

Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
Coro OperaLombardia
Direttore Pietro Rizzo
Maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina
Regia Elena Barbalich
Scene e costumi Tommaso Lagattolla
Luci Fiammetta Baldiserri
Coproduzione Teatri di OperaLombardia e Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi
Cremona, 6 dicembre 2017

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