Alla fine, Cenerentola, riscattata dalla sua servile condizione, regna da un trono che altro non è che l’altra faccia della caldaia dove, tra la cenere, era condannata a vivere. Il trionfo conclusivo della sua bontà avviene così senza che la protagonista indossi abiti regali, ma con ancora quegli stracci che ne hanno caratterizzato la condizione sino a quel momento. Come a dire: si tratta sempre della stessa ragazza, semplice e buona.
Il regista Arturo Cirillo, alle prese con la sua terza regia operistica, si lascia guidare dalla musica (e dal libretto) del capolavoro di Rossini che ha inaugurato la stagione lirica del Teatro Grande di Brescia, una nuova produzione che ora prende la strada degli altri teatri di OperaLombardia. Posta così, a servizio della musica, la regia di Cirillo fa leva sulla dimensione fiabesca e ironica dell’opera, dando consistenza visiva alle immagini evocate dal testo. Tutto ciò è reso possibile grazie anche alle coloratissime scene di Dario Gessati e agli immaginifici costumi di Vanessa Sannino, valorizzati dalle luci di Daniele Naldi. Così, ad esempio, Dandini finto principe si presenta alle sorellastre di Cenerentola con un bizzarro copricapo che evoca “un’ape (…) nei giorni d’aprile”, e di conseguenza le sorellastre indossano in testa cappelli in foggia di vistosi fiori. Ci sono poi fondali come preziosi arazzi che all’uopo scendono dall’alto, le sagome di due specchi e quella, doverosa vista la fiaba di cui si tratta, di una luminosa carrozza che porterà Cenerentola al ballo. Quattro simpatici mimi interagiscono con i cantanti, nel segno di una costante vivacità nel ritmo narrativo e di una invenzione che vuole stupire senza però sovrastare la musica. Tutti gli interpreti danno l’idea di divertirsi molto in questa sorta di scatola magica costruita da regista, scenografo e costumista.
Peccato che le cose non vadano altrettanto bene sotto il profilo squisitamente musicale. L’orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano suona povera di colori e non rende giustizia alla frizzante scrittura rossiniana, risultando sovente spenta e poco incisiva. Dal podio, il direttore Yi-Chen Lin, pur se attenta a seguire i cantanti, in diverse occasioni fatica un po’ a mantenere un coordinamento tra buca e palcoscenico. Apprezzabile il contributo del coro di OperaLombardia istruito da Massimo Fiocchi Malaspina.
Cecilia Molinari, giovane mezzosoprano al suo debutto nel ruolo eponimo, vanta un bel timbro scuro e vellutato, una voce duttile e ben proiettata, capace di affrontare con disinvoltura le agilità; unico, piccolo neo, una certa quel freddezza nell’interpretazione, dettata forse dalla preoccupazione del debutto. Al suo fianco, un cast complessivamente buono, nel quale spiccavano per autorevolezza l’Alidoro di Alessandro Spina, per brio e vivacità il Don Magnifico di Vincenzo Taormina, per disinvoltura scenica e vocale il Dandini di Clemente Antonio Daliotti. Il tenore Ruzil Gatin ha una voce chiara ed estesa, adatta al ruolo del Principe innamorato, mentre le due sorellastre di Cenerentola (Eleonora Bellocci ed Elena Serra) non si sono sempre dimostrate vocalmente all’altezza. Alla fine, calorosi applausi hanno premiato tutti gli interpreti.
Teatro Grande – Stagione lirica 2017
LA CENERENTOLA
Dramma giocoso in due atti
Libretto di Jacopo Ferretti
Musica di Gioachino Rossini
Don Ramiro Ruzil Gatin
Dandini Clemente Antonio Daliotti
Don Magnifico Vincenzo Taormina
Clorinda Eleonora Bellocci
Tisbe Elena Serra
Angelina Cecilia Molinari
Alidoro Alessandro Spina
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Coro di OperaLombardia
Direttore Yi-Chen Lin
Maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina
Regia Arturo Cirillo
Scene Dario Gessati
Costumi Vanessa Sannino
Luci Daniele Naldi
Nuovo allestimento – Coproduzione teatri di OperaLombardia
Brescia, 29 settembre 2017