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Bologna, Teatro Comunale – Peter Grimes

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Sembra incredibile che un teatro come il Comunale di Bologna non avesse mai presentato sulle sue scene Peter Grimes, una delle opere più conosciute di Benjamin Britten e ormai diventata praticamente di repertorio. Per questa occasione viene ripreso un allestimento realizzato una decina di anni fa dai teatri di Modena, Ravenna e Ferrara, con la regia di Cesare Lievi, le scene di Csaba Antal, i costumi di Marina Luxardo e le luci di Luigi Saccomandi.

Il regista lombardo ambienta la storia in un villaggio di pescatori un po’ anonimo e in un periodo imprecisato, collocabile – stando ai costumi – nella prima metà del Novecento. La scena praticamente fissa è costituita da una piazza su cui si affacciano il pub The Boar, la farmacia di Ned Keene, la chiesa e qualche casa di legno. Le scene di interno vengono poi sapientemente realizzate con cortine, o sostituzione di alcuni elementi, così da sfruttare lo spazio già creato, mentre la capanna di Grimes è una vecchia roulotte davanti a un telo trasparente che simboleggia il mare mediante alcuni giochi di luce. Il tutto conferisce un senso di alienazione alla vicenda, congelata in una società considerata fissa, quasi in una realtà distopica. I personaggi sono caratterizzati in modo classico, alcuni più approfonditi, come Auntie di cui si evidenzia il lato più umano, altri estremizzati ai limiti del macchiettistico, come ad esempio Mrs Sedley presentata come una vedova alto-locata col cappello a falde larghe e la veletta. Tuttavia la direzione degli interpreti non è sempre curata e molte scene risentono di una certa fissità, con i cantanti fermi a guardare il direttore: un vero peccato, perché si tratta di un allestimento attinente al libretto, che funzionerebbe a meraviglia se fosse ben oliato.

Juraj Valčuha, dal canto suo, realizza una direzione interessante ma non sempre a fuoco. Il direttore slovacco inizia con un primo atto che alterna tempi dilatati ad altri che vorrebbero essere turbinosi senza pienamente riuscirci, come l’interludio della tempesta. Il secondo e il terzo atto sono condotti con un piglio più teatrale e una maggiore attenzione al palcoscenico, come dimostra l’accompagnamento del monologo del sogno di Grimes, o la nitida e precisa passacaglia che lo precede. Gli interpreti vengono sempre ben sostenuti dalla buca e aiutati nei momenti di difficoltà. La prova del coro, inoltre, si segnala per una interazione non sempre perfetta con le dinamiche orchestrali, ma risulta convincente nella prima scena del terzo atto, dove l’urlo “Peter Grimes!” è raggelante e sospensivo come dovrebbe essere.

Altrettanto alterno è il cast. Ian Storey non ha la vocalità adatta al ruolo di Peter Grimes. Lo strumento è ampio e abbastanza duttile da permettergli modulazioni adeguate al tratteggio di un personaggio sognante e astratto dalla realtà: una sorta di gigante inconsapevole della propria violenza, che quasi non capisce il motivo di tanto odio nei suoi confronti. Tuttavia la vocalità non omogenea e abituata a repertori ben più pesanti (basti pensare che un suo ruolo feticcio è Tristan) non gli permette di raggiungere perfettamente l’obiettivo. Non eccelle nel monologo delle Pleiadi, si trova in difficoltà in quello del sogno del secondo atto, ma in compenso si riscatta con una scena finale della pazzia ben condotta ed estremamente credibile sia vocalmente che scenicamente.
Il soprano Charlotte-Anne Shipley interpreta Ellen Orford con una voce dal timbro rotondo e dall’emissione omogenea, pur con qualche suono grave meno armonico e un volume non imponente. Tuttavia canta con garbo e proprietà di accento, anche se difetta di un piglio scenico tale da imporsi in maniera completa dal punto di vista attoriale.
Mark S. Doss tratteggia un Balstrode un po’ troppo muscolare, anche a causa di una vocalità non ideale per il repertorio britteniano. Infatti se la voce è voluminosa, dal bel timbro e dalla linea salda, manca al baritono, che risulta scenicamente inattaccabile, tutta la gamma di colori adatta a esaltare la parte del Capitano.
Tra i vari comprimari spicca in primis l’avvocato Swallow di John Molloy per proprietà di accento e per la bella voce omogenea ed espressiva. Molto buoni la Auntie di Gabriella Sborgi, soprattutto per la teatralità esibita, e il Ned Keene di Maurizio Leoni, dotato di strumento corposo e giusto piglio scenico. Kamelia Kader disegna la sua Mrs Sedley con un buon senso del ritmo e proprietà di linguaggio. Paolo Antognetti esibisce una vocalità un po’ fissa per Bob Boles, mentre Luca Gallo come Hobson non si dimostra molto musicale nel suo unico passo corposo (“I have to go from pub to pub”). Risultano corretti e appropriati invece Saverio Bambi come Reverendo Horace Adams e le due nipotine Chiara Notarnicola e Sandra Pastrana.
Alla fine della recita si registra un buon successo da parte di un pubblico eterogeneo, attento e curioso, con grandi applausi soprattutto per la Shipley, Storey e il direttore.

Teatro Comunale – Stagione 2016/2017
PETER GRIMES
Opera in un prologo e tre atti
Libretto di Montagu Slater
Musica di Benjamin Britten

Peter Grimes Ian Storey
Ellen Orford Charlotte-Anne Shipley
Captain Balstrode Mark S. Doss
Auntie Gabriella Sborgi
First Niece Chiara Notarnicola
Second Niece Sandra Pastrana
Bob Boles Paolo Antognetti
Swallow John Molloy
Mrs. Sedley Kamelia Kader
Rev. Horace Adams Saverio Bambi
Ned Keene Maurizio Leoni
Hobson Luca Gallo

Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna
Direttore Juraj Valčuha
Maestro del Coro Andrea Faidutti
Regia Cesare Lievi
Scene Csaba Antal
Costumi Marina Luxardo
Luci Luigi Saccomandi
Allestimento della Fondazione del Teatro Comunale “Luciano Pavarotti” di Modena,
Teatro Comunale di Ferrara e Teatro Alighieri di Ravenna

Bologna, 23 Maggio 2017

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