L’Innsbrucker Festwochen der Alten Musik, con la sua lunga storia di esecuzioni rare o desuete, non manca di dar spazio anche ai grandi capolavori, riletti con nuova freschezza e attenzione al dettato compositivo. È il caso di una serata interamente occupata da partiture mozartiane: le Vesperae solennes de Confessore KV 339 e la Messa n.14 in do maggiore KV 317 “Messa dell’Incoronazione”.
I Vespri risalgono al 1780 e chiudono il lungo ciclo di lavori concepiti per l’arcivescovo di Salisburgo. È proprio quest’ultimo a imporre, secondo i suoi prediletti canoni illuministici, uno snellimento nella struttura compositiva: la spiccata aderenza ai canoni italiani, rifugio sicuro contro l’ampollosità barocca, e l’implementazione dell’organico strumentale rendono agili le forme, stringati i tempi e funzionali i contenuti. Mozart vi si adatta con la consueta genialità forgiando una partitura nella solare tonalità di do maggiore, fastosa (vi sono anche trombe, tromboni, timpani e organo) e ricca di inventiva, pur nel rispetto delle norme imposte.
La medesima, florida, inventiva è riscontrabile nella Messa, datata 1779, il cui titolo pare dedicato all’incoronazione di un’immagine mariana. Sono individuabili gli influssi musicali che Mozart aveva maturato dopo il lungo viaggio attraverso l’Europa, l’ampia valorizzazione strumentale, desunta dallo stile in voga a Mannheim, e il richiamo, sempre forte, al teatro italiano.
La cifra religiosa è ulteriormente valorizzata dalla sfolgorante ambientazione del concerto all’interno della Chiesa collegiata di Wilten, poco discosta dal centro di Innsbruck. In seguito ai distruttivi bombardamenti, durante la seconda guerra mondiale, la chiesa è stata riedificata per intero con la conservazione e il risalto del magniloquente stile barocco. L’illuminazione rende ancor più brillanti gli stucchi e le dorature che creano un’ambientazione pregiata per l’esecuzione offerta dall’Academia Montis Regalis, guidata da Alessandro De Marchi.
Anche in questo caso il lavoro del direttore italiano si concentra sull’essenza delle partiture e sull’intenzione di pulire le incrostazioni del tempo. La cornice intessuta a sostegno dei solisti e del coro non manca di creare un tessuto connettivo di ottima fattura, fatto di sonorità levigate e raffinate. Ne sortisce una lettura in sintonia con lo snello linguaggio mozartiano e con la teatralità strutturale, merito del profondo coinvolgimento, anche umano, del concertatore. Superlativo l’apporto del complesso orchestrale, pregevole per affiatamento e coesione, e del Coro dell’Academia Montis Regalis, preparato con doviziosa cura da Claudio Chiavazza.
I giovani solisti, provenienti tutti dalle passate edizioni del concorso internazionale di canto barocco “Pietro Antonio Cesti”, danno ottima prova delle loro doti: dalla calda vocalità del mezzosoprano Emilie Renard, alle valide prestazioni del tenore Rupert Charlesworth e del basso Marcell Bakonyi. Menzione a parte per Christina Gansch, soprano dall’emissione pastosa e carezzevole, sorretta da consapevole fraseggio e precisione negli abbellimenti, che ha conquistato il pubblico durante l’estatico Agnus dei in chiusura della messa.
I festosi consensi inducono gli artisti a offrire un bis: l’emozione palpabile, tra le voci, gli strumentisti e il direttore, è trasmessa nella delicata e commovente esecuzione del mottetto Ave verum corpus KV 618, degno omaggio finale al grande Nikolaus Harnoncourt, dedicatario del concerto.
Innsbruck, Festival della musica antica 2016
Stiftskirche Wilten
Wolfgang Amadeus Mozart
VESPERAE SOLENNES DE CONFESSORE KV 339
MESSA IN DO MAGGIORE KV 317 “MESSA DELL’INCORONAZIONE”
Christina Gansch soprano
Emilie Renard mezzosoprano
Rupert Charleswort tenore
Marcell Bakonyi basso
Orchestra dell’Academia Montis Regalis
Direttore Alessandro De Marchi
Coro dell’Academia Montis Regalis
Maestro del Coro Claudio Chiavazza
Innsbruck, 18 agosto 2016