È abruzzese e ha solo ventiquattro anni Jessica Ricci, la voce che ha conquistato il primo premio del IV Concorso Internazionale di Canto lirico “Chiara Magni”, competizione svoltasi presso l’Auditorium della Chiesa di San Giovanni nel cuore dell’antico borgo di Penne, in provincia di Pescara, nei giorni 6 e 7 maggio a cura dell’Associazione Musica e Cultura APS di Roseto degli Abruzzi, per la direzione artistica della pianista Michela De Amicis e del flautista Sacha De Ritis, nell’ambito dell’undicesimo Concorso Internazionale di Esecuzione Musicale “Città di Penne”.
In giuria: Domenico Colaianni (bass-bariton, straordinario interprete del buffo sette-ottocentesco e docente di canto presso il Conservatorio di Bari, nell’occasione presidente di commissione), Sandra Buongrazio (soprano e docente di canto lirico del Conservatorio di Milano), Stefania Donzelli (soprano, docente di canto lirico al Conservatorio di Pesaro e responsabile alla formazione per la Rete Lirica delle Marche), Mirca Rosciani (direttore d’orchestra, direttore di coro e pianista), Merve Mersinligil, (docente di pianoforte presso l’Académie de Musique et Arts de la Scène de Watermael-Boitsfort, il Center Musical Eduardo Del Pueyo e l’Académie Européen de Musique Online), Paola De Simone (musicologa, critico musicale e docente di Poesia per musica e Drammaturgia musicale del Conservatorio di Foggia), Cristian Lupes (Manager Orchestra Filarmonica di Stato di Sibiu, in Romania) e Mirko Matarazzo (tenore lirico spinto) accanto alla presidente dell’Associazione Michela De Amicis e all’ottima accompagnatrice al pianoforte Cesarina Compagnoni (docente di accompagnamento pianistico del Conservatorio di Fermo).
Originaria di Mosciano Sant’Angelo e diplomatasi in Canto lirico presso il Conservatorio “Luisa D’Annunzio”, il giovane soprano Jessica Ricci si è particolarmente distinta fra i quattordici concorrenti in semifinale provenienti da Italia, Spagna, Russia, Cina, Corea e Giappone, per la bellezza e il corpo del suo timbro, per la consapevolezza dello stile e per la peculiare sostanza espressiva entro il nesso, costante, di parola e musica. Qualità emerse tanto nell’esatta cifra messa a segno in prima battuta nel malizioso valzer di Musetta dalla Bohème di Puccini quanto, nelle prove a seguire, in altro valzer ma evidenziandone la natura virtuosa e la tinta malinconica come da pentagramma del “Je veux vivre” dal Gounod di Roméo et Juliette, fino a toccare la più alta maturità drammatica nel non facile monologo lirico “Quando avran fine omai” e nella bellissima aria di sortita di Ilia (Padre, germani, addio!) dall’Idomeneo re di Creta di Mozart.
Pur nella disparità delle risorse, ma a fronte di un duplice e paritetico equilibrio in quota fra talento e studio, la giuria ha deciso di assegnare ben due doppi premi ex aequo, per il secondo e il terzo riconoscimento. Al secondo posto si sono infatti distinte la bravissima coreana trasferitasi a Berlino e ora residente a Weimar Heain Youn, mezzosoprano dalla dizione attenta e dalla voce di velluto, efficace sia per la sua scaltra Rosina rossiniana quanto per la sensuale habanera di Carmen in Bizet ma, soprattutto, vero incanto nella dolcissima aria di seduzione “Mon cœur s’ouvre à ta voix” dal Samson et Dalila di Saint-Saëns; quindi il soprano dal timbro di smalto Sehui Yun, intensa interprete per la delicata Liù in “Signore, ascolta!” dalla Turandot di Puccini. Il terzo premio, infine, è stato condiviso dal soprano d’agilità russo Anastasiia Petrova, apprezzata per i suoi adamantini sovracuti nella celebre quanto impervia aria d’ira della Regina della notte dalla Zauberflöte mozartiana, e il soprano lirico di gran volume e ottima tempra dinamico-espressiva Melissa D’Ottavi, di Ascoli Piceno, rivelatasi molto interessante nella prima delle due arie di furia di Elettra dal Mozart dell’Idomeneo e nel Puccini della prima aria di Mimì.
Al concerto finale aperto al pubblico il pomeriggio di domenica 7 maggio nello stesso auditorium di San Giovanni, oltre alle cantanti vincitrici del Premio in ricordo della prematuramente scomparsa Chiara Magni, si sono esibiti anche gli altri premiati scelti fra i circa 200 partecipanti valutati nell’arco di dieci giorni fra le diverse categorie in esame. Premiati fra i quali, dal ramo strumentisti, il direttore del Conservatorio di Pescara “Luisa D’Annunzio”, Alfonso Patriarca, ha scelto gli interpreti cui offrire, in segno di ulteriore riconoscimento, un concerto da solista con orchestra o un capitolo da camera. Nell’applaudita staffetta dei tanti talenti corre l’obbligo di citare la fenomenale violinista giapponese Tanaki Minaka esibitasi con un de Sarasate realmente mozzafiato (Fantasia da concerto sulla Carmen, op. 25), primo premio assoluto e solista difatti scelta per il concerto da solista al “Luisa D’Annunzio”, il piccolo ma già raffinato pianista Miguel Milan Garcia esibitosi con un limpidissimo “Giugno”, barcarolle dalle Stagioni di Čajkovskij, anche lui primo assoluto all’unanimità. E ancora: il sassofonista Lorenzo del Monaco, i pianisti Davide Dentuti e Donato Cassano più Luca Mincone cui è andato il premio Rachele Marchegiani, le flautiste Annachiara Aiello Blasi e Gaia Ditta. Quindi, con il valore aggiunto di alimentare al meglio una tradizione musicale fortemente identitaria del Centro-Sud e che a Penne vanta la sua “Casa” del costruttore e maestro Mauro Ciarcelluti, gli organettisti Francesco Angiolelli, Filippo Campili (meritevole della targa in ricordo del grande esecutore Umberto Gianmarino offerta dalla figlia e pianista Maria Teresa) e al termine – magnifici entrambi per prestanza tecnica e sensibilità musicale – il fisarmonicista Francesco Pasquini con Andrea Di Silverio all’otto bassi.
In copertina, il soprano Jessica Ricci