Il Teatro alla Scala riapre i battenti dopo le feste domenica 8 gennaio presentando per i Recital di Canto Winterreise, l’estremo ciclo di Lieder di Franz Schubert che come pochi altri ha ispirato la filosofia e l’estetica del Romanticismo, imponendosi tra i testi capitali del Canone Occidentale. A misurarsi con il tragico, dolente viaggio invernale il baritono Markus Werba, che in questi giorni è impegnato come Papageno alla Wiener Staatsoper e che alla Scala è di casa dal 2006 (Harlekin nella Ariadne auf Naxos diretta da Jeffrey Tate) ed è stato tra l’altro Figaro nelle Nozze con Franz Welser-Möst, Beckmesser nei Meistersinger con Daniele Gatti, Roland in Fierrabras con Daniel Harding, Frank in Die tote Stadt con Alan Gilbert e da ultimo Mercurio ne La Calisto diretta nel 2021 da Christophe Rousset. Interprete elegante, sensibilissimo e idiomatico, Werba è stato protagonista alla Scala nel gennaio 2021 di un recital schumanniano in cui al pianoforte sedeva Michele Gamba, che continua l’attività di pianista accanto a quella di direttore. Dopo l’affermazione alla Scala con la prima assoluta di Madina di Fabio Vacchi e con la nuova produzione di Rigoletto con la regia di Mario Martone, Gamba è tornato alla Semperoper di Dresda per Die Zauberflöte e ha debuttato alla National Opera di Washington con Il trovatore e al Metropolitan di New York con L’elisir d’amore, mentre è atteso per Aida al Teatro Regio di Torino.
Franz Schubert compone i 24 Lieder per voce e pianoforte su testi di Wilhelm Müller nel 1828 all’età di 31 anni, quando è già prossimo alla morte, che l’avrebbe colto prima della fine dell’anno. L’estremo viaggio del viandante solitario, metafora del percorso del giovane compositore condannato dalla malattia, è stato all’origine nel corso dei decenni di innumerevoli versioni e adattamenti. Ricordiamo tra l’altro la versione per piccola orchestra di Hans Zender del 1993 Schuberts Winterreise – eine komponierte Interpretation, il libro del tenore Ian Bostridge Il viaggio d’inverno pubblicato in Italia dal Saggiatore, la versione video firmata da David Alden e interpretata dallo stesso Bostridge con Julius Drake al pianoforte nel 2001, fino a Savage Winter di Douglas J. Cuomo presentato al BAM di New York, o a progetti extramusicali tra i quali una mostra fotografica di Roberto Masotti. Anche in campo coreografico il capolavoro di Schubert ha ispirato molteplici letture: la versione di Zender è alla base della Winterreise di John Neumeier con scene e costumi di Yannis Kokkos che dal 2001 è parte del repertorio dell’Hamburg Ballett, come anche della recentissima versione firmata da Christian Spuck e presentata nell’ottobre 2018 dal Ballett Zürich con le scene di Rufus Didvizius. All’originale per canto e pianoforte si rifà invece Angelin Preljocaj per la sua Winterreise, commissionata dal Teatro alla Scala nel 2019. Nel novembre 2022 la Triennale ha portato a Milano il progetto del Proton Theatre e Kornél Mundrukzo che associa l’inverno del Viandante a quello dei profughi al confine ungherese.
Prestigiosa la storia esecutiva di Winterreise alla Scala. Tutti i grandi interpreti del ciclo degli ultimi 50 anni (eccezion fatta per Bostridge e pochissimi altri) lo hanno portato al Piermarini: nel 1972 alla Piccola Scala canta Hermann Prey e al pianoforte siede Wolfgang Sawallisch: Prey tornerà nel 1976 e nel 1986 nella sala del Piermarini con Leonard Hokanson, Sawallisch nel 1980 con Dietrich Fischer-Dieskau. Nel 1975 anche Elizabeth Schwarzkopf presenta due Lieder del ciclo (Der Lindenbaum e Der Leiermann) nell’ambito di un Liederabend dedicato a Schubert e Schumann. Nel 1990 di nuovo una voce femminile, ma con l’intero ciclo: il mezzosoprano Brigitte Fassbänder è accompagnata dal pianista Markus Hinterhäuser, oggi Sovrintendente del Festival di Salisburgo, mentre nel 1992 José van Dam è accompagnato da Valery Afanassiev (tornerà nel 2006 con Roberto Giordano). Nel 2001 canta Thomas Hampson, al pianoforte Wolfram Rieger, nel 2009 è Daniel Barenboim a sedere al pianoforte con Thomas Quasthoff. Matthias Goerne raccoglie il testimone nel 2013 con Eric Schneider al pianoforte, mentre l’anno successivo Ferruccio Furlanetto, unico italiano, divide il palcoscenico con Igor Chetchev. Sempre nel 2014 Jonas Kaufmann è l’unico tenore ad affrontare il ciclo, insieme a Helmut Deutsch. Infine, nel 2019, Christian Gerhaher e Gerold Huber.
Ulteriori informazioni: www.teatroallascala.org